sabato 5 agosto 2017

Ettore Majorana


Laureatosi in fisica nel 1928, fu tra i più promettenti allievi di Enrico Fermi. Il suo nome divenne un caso internazionale a causa della sua improvvisa scomparsa. Della sua scomparsa ebbe a interessarsi persino Mussolini e l'evento divenne un enigma nazionale ad oggi oggi ancora insoluto. Le ipotesi avanzate furono molte: chi disse che fosse morto suicida, chi avanzava l'ipotesi fantasiosa che fosse rapito da qualche Paese che conduceva studi atomici; altri invece ritennero che si fosse rifugiato in un convento o che fosse addirittura diventato, volontariamente, un mendicante. Naturalmente, anche dal punto di vista familiare fu una tragedia. La madre si rifiutò sempre di vestire abiti luttuosi, aspettando sempre il suo ritorno. Proveniente dalla schiatta dei Majorana-Calatabiano, la sua era una famiglia illustre, discendente dal ramo cadetto dei Majorana della Nicchiara; con metafora poetica si potrebbe dire che a quest'ultima andarono il blasone gentilizio e le ricchezze terriere mentre alla prima tutti i beni tipici e preziosi dell'intelligenza. Ettore è l'ultimo di cinque fratelli, che si distingueranno tutti in qualche campo particolare, chi nella giurisprudenza, chi nell'amministrazione dello Stato, chi ancora in fisica. Ettore Majorana è senza dubbio l'outsider del gruppo, un vero e proprio genio della fisica. Estremamente precoce ma anche eccentrico e con squilibri caratteriali preoccupanti che giocheranno un ruolo determinante nella sua fuga dal mondo (ammesso che di fuga si sia trattato). Ettore è pervaso da misantropia radicata ed è anche perennemente ombroso, pigro e dal carattere spigoloso. Anche la sua carriera universitaria non è del tutto lineare. Dopo un primo approccio con ingegneria, si laurea in fisica nel 1929 con una tesi sulla teoria quantistica dei nuclei radioattivi. Sotto la guida di Enrico Fermi si occupa di spettroscopia atomica e successivamente di fisica nucleare. Con Orso Mario Corbino, Emilio Segré e Edoardo Amaldi entra a far parte del gruppo dei "Ragazzi di via Panisperna", il gruppo di geni che ha fatto la storia della fisica italiana. Le più importanti ricerche di Ettore Majorana riguardano una teoria sulle forze che assicurano stabilità al nucleo atomico: egli per primo avanzò l'ipotesi secondo la quale protoni e neutroni, unici componenti del nucleo atomico, interagiscono grazie a forze di scambio. La teoria è tuttavia nota con il nome del fisico tedesco Werner Heisenberg che giunse autonomamente agli stessi risultati e li diede alle stampe prima di Majorana. Nel campo delle particelle elementari Majorana formulò una teoria che ipotizzava l'esistenza di particelle dotate di spin arbitrario, individuate sperimentalmente solo molti anni più tardi. Dal 1931, conosciutosi il suo straordinario valore di scienziato, è invitato a trasferirsi in Russia, a Cambridge, a Yale, nella Carnegie Foundation, ma a questi inviti oppone il suo rifiuto. Dopo aver soggiornato a Lipsia e a Copenaghen, rientra a Roma, ma non frequenta più l'istituto di fisica. Al concorso nazionale per professore universitario di Fisica, bandito nel 1936, non vuole partecipare, nonostante la segnalazione fatta da Fermi a Mussolini. Si trasferisce da Roma a Napoli nel 1937, dove accetta la nomina per meriti speciali a titolare della cattedra di Fisica teorica all'Università di Napoli. Si chiude in casa e rifiuta persino la posta, scrivendo di suo pugno sulle buste: "Si respinge per morte del destinatario". Ettore Majorana si lascia persuadere a intraprendere - è il mese di marzo 1938 - un viaggio di riposo, Napoli-Palermo. A Palermo, ma vi trascorre solo mezza giornata; la sera viene visto sul ponte del piroscafo all'altezza di Capri ma a Napoli non arriverà mai. La commissione di inchiesta che intraprende le indagini scarta l'ipotesi che Mjorana si sia lanciato in mare, avanzando invece la supposizione che si sia trasferito segretamente all'estero. Ad uno dei suoi più stretti confidenti Ettore Majorana disse: "Non mi condannare perché non sai quanto soffro". Famosa è anche l'equazione di Majorana. È ricordato dalla comunità scientifica internazionale per avere dedotto l'equazione a infinite componenti che formano la base teorica dei Sistemi quantistici aperti (computazione quantistica e teletrasporto). È, infine, insolito ricordarlo per avere introdotto la probabilità che da una determinata coppia nasca un figlio maschio. Il 12 aprile 2012 la rivista Science ha pubblicato uno studio che conferma l'esistenza dei fermioni da lui teorizzati nel 1938, che hanno la caratteristica di coincidere con la controparte di antimateria

La misteriosa scomparsa

Il giorno stesso a Napoli, prima di partire, aveva scritto a Carrelli la seguente missiva:
« Caro Carrelli, ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi. Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto, particolarmente a Sciuti; dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo. »
Ai familiari aveva invece scritto:
« Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi. »

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