giovedì 22 novembre 2018

IL PIANETA DEL SILENZIO



Molto ma molto tempo fa, nel pianeta che nessuno sa, dove era sempre giorno e per la notte non arrivava mai il turno, il Sole regnava incontrastato e la Luna questo cielo non aveva mai visitato. In questo pianeta tanto illuminato gli uomini erano solo di quattro colori:  C'erano gli UOMINI NERI, gli UOMINI VERDI, gli UOMINI BLU e gli UOMINI BIANCHI:  Gli Uomini Neri erano davvero molto ma molto seri, gli Uomini Verdi purtroppo erano un tantinello sordi, gli Uomini Blu erano quelli che credevano di saperne sempre un po' di più, e gli Uomini Bianchi erano quelli sempre stanchi.  Era facile riconoscersi in questo pianeta bastava guardare il colore della pelle, per sapere con chi si aveva a che fare, e per questo motivo non si usava molto parlare. Ora a te indovinare, come si poteva questo pianeta chiamare? Il Pianeta del Silenzio  Il Sole che era sempre acceso, un giorno si sentì davvero molto stanco, fece i bagagli e nel salutare il cielo disse:  Ho bisogno di una vacanza!  Senza la luce del Sole, il cielo divenne nero, nero, e gli uomini non riuscirono piu' a riconoscersi guardando i colori.  Ora che era tutto avvolto dal manto della notte , era come se ogni cosa fosse diventata misteriosa, e per capire con si aveva a che fare, gli uomini furono costretti a incominciare a parlare. E successe una cosa davvero molto strana, gli Uomini Neri divennero meno seri, e si accorsero che gli Uomini Verdi non erano poi cosi' sordi, gli Uomini Blu capirono parlando, di non saperne poi tanto di piu', e persino gli Uomini Bianchi si sentirono meno stanchi.  Ora che gli uomini non avevano piu' un colore, incominciarono a guardarsi solo col CUORE e il cuore lo sai ha un solo colore.  Ti stai chiedendo quale? Il Colore dell'Amore.
Da quel giorno nessuno diede più importanza al colore della pelle, e quando il Sole tornò dalla sua meritata vacanza, incominciò a sentire un baccano terribile.  Si affacciò dal suo immenso balcone fatto di candide nuvole, e vide, gli Uomini Verdi parlare con gli Uomini Bianchi che adesso non sembravano per niente stanchi, gli Uomini Blu, ascoltare chi ne sapeva di piu', e gli Uomini Neri ridere tanto da non sembrare per niente seri.  E il Sole felice disse:
Vedo che la Notte porta consiglio, mi sa che farò di certo altre vacanze!
Il cielo si accese di nuovo della luce del Sole e gli uomini tornarono a vedere i colori, ti starai chiedendo:  Ma allora smisero di parlare?
Neanche a pensarlo, gli uomini non smisero più di parlare, era così bello potersi guardare il CUORE, senza dare importanza al COLORE.
Per cui il Sole a quel pianeta il nome dovette cambiare in fretta, e disse tutto contento:  Da oggi il tuo nome non sarà più il Pianeta del Silenzio, tu ti chiamerai Pianeta Terra.abr Da quel giorno il Sole diede la mano alla Luna, ed insieme incominciarono a danzare nel cielo, alternando sul Pianeta Terra, la notte al giorno, perché ora era chiaro a tutti, che anche la notte porta i suoi frutti.

Cleonice Parisi

Questa è la leggenda più affascinante sul girasole...


"Clizia era una giovane ninfa, innamorata persa del Sole, pertanto lo seguiva tutto il giorno mentre lui guidava il suo carro di fuoco per tutto l'arco del cielo. Il sole, dapprima fu lusingato e un pochino intenerito da quella devozione... credette di esserne a sua volta innamorato e decise di sedurla cosa non difficile per lui!
Ma ben presto il Sole si stancò dell'amore di Clizia e le diede, come suol dirsi... il benservito rivolgendo altrove le sue attenzioni.
La povera ninfa pianse ininterrottamente per nove giorni interi. Immobile in mezzo a un campo, osservava il suo amore attraversare il cielo sul suo carro di fuoco.
Così, pian piano, il suo corpo si irrigidì, trasformandosi in uno stelo sottile ma resistente, i suoi piedi si conficcarono nella terra mentre i suoi capelli diventarono una gialla corolla; si era trasformata in un fiore bellissimo color dell'oro... Il girasole...Ma anche nella sua nuova forma la piccola ninfa innamorata continua tuttora a seguire il suo amore durante il giro nel cielo".

mercoledì 21 novembre 2018

LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA



In una bella serata estiva, tanto tempo fa, in cielo splendeva una sottile falce di luna, che si affacciava fra le nuvole.

Un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava senza sosta. I suoi ululati erano lunghi, ripetuti e disperati. La luna, la regina d’argento della notte, ne fu infastidita e gli chiese perché si lamentasse tanto. Il lupo rispose che aveva perso uno dei suoi cuccioli e che ormai disperava di trovarlo. La regina della notte, dispiaciuta e desiderosa di aiutarlo, pensò di illuminare tutta la montagna per far sì che il lupacchiotto trovasse la via del ritorno. Così si gonfiò tanto da diventare un disco grande e luminoso. A quel punto il lupo ritrovò il suo cucciolo, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Lo afferrò in tempo, lo strinse forte, lo rincuorò e ringraziò infinitamente la luna. Poi se ne andò col figlioletto, allontanandosi tra la vegetazione. Le fate dei boschi, commosse, decisero di fare un bellissimo regalo: una volta al mese la luna sarebbe diventata un globo di luce grande e luminoso, visibile a tutti, in modo che tutti i cuccioli del mondo potessero ammirarla in tutto il suo splendore. Da allora, una volta al mese i lupi ululano festosi alla luna piena.

lunedì 19 novembre 2018

proverbi



Buona è la neve che a suo tempo viene.
Dalla neve o cotta o pesta, non caverai altro che acqua.
Dio manda la neve con la luna.
Dopo la neve, buon tempo ne viene.
Per Santa Caterina (25 novembre), la neve alla collina (ovvero o neve o brina o tira fuori la fascina).
Quando il sole la neve indora, neve, neve e neve ancora.
Quando la neve s'inverna in piano, val più il sacco che non vale il grano.
Quando la neve è alta un mattone, il grano torna a un testone.
Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove, la neve non manca.
Sotto la neve pane e sotto l'acqua fame.

La nascita degli elfi ....Fiaba islandese




Un giorno il buon Dio, travestito da viandante, bussò alla porta di una piccola casa e chiese ospitalità. Venne accolto da una famiglia numerosa ma così povera da non avere di che vestire i figli. Padre e madre si vergognavano di ciò e presentarono allo straniero solo la metà dei loro bambini. Dio li trovò amabili e chiese alla madre se ne avesse altri oltre a quelli. La donna rispose di no.
Naturalmente il buon Dio sapeva benissimo che aveva altri figli e domandò ancora: "Mia buona donna, mi hai davvero presentato tutti i tuoi figli?"
"Certamente - mentì la donna sorridendo - Non sono forse abbastanza?".
Dio si accontentò di questa risposta e si sedette a tavola per la cena. Notò che quella famiglia era molto pia: ringraziava il Signore per il cibo e, nonostante fosse appena sufficiente per loro, lo condivisero con lo straniero. Dio notò anche che tutti i bambini si misero in tasca un po' di pane secco da portare ai loro fratelli e sorelle nascosti. Il giorno seguente, prima di andarsene, Dio disse alla famiglia tanto ospitale: "Ciò che è stato nascosto a me verrà nascosto anche agli occhi degli estranei". Da quel momento, i bambini nudi diventarono invisibili; i genitori li percepivano e gli altri uomini potevano vederli soltanto quando lo desideravano i bimbi stessi. Dio diede ai bambini dei fiori, con i quali poterono vestirsi, e da allora non patirono più il freddo. Essendo invisibili, dovevano fare attenzione a non essere calpestati, e, per questo, Dio diede loro le ali, affinché potessero spiccare il volo in fretta al minimo pericolo. Quei bambini gli erano molto affezionati e Dio fece loro molti altri doni, che gli uomini comuni non possedevano. Potevano parlare con i fiori e gli animali, e trovavano sempre cibo per saziarsi e vivere in buona salute. I bambini invisibili crebbero ed ebbero dei figli, che a loro volta ebbero altri figli. Facevano del bene agli uomini senza farsi vedere, anche se talvolta si divertivano a far loro qualche scherzo. Vivevano nelle grotte, negli alberi, in riva ai fiumi; i più piccoli riuscivano persino ad abitare sulle corolle dei fiori. Gli uomini li battezzarono Elfi. Mentre gli uomini sfruttavano la terra, gli Elfi diventarono gli spiriti della natura e talvolta intervenivano per contrastare le azioni degli uomini irrispettosi dell'ambiente. Gli Elfi si manifestano di rado: non hanno molto spazio sulla terra per eseguire le loro danze e per celebrare i loro riti. Sono sempre in grado di vedere gli uomini; per contro, noi possiamo vedere gli Elfi soltanto quando loro lo desiderano...

Il nonno


domenica 18 novembre 2018

Lettera a mio figlio sulla felicita'.


 
Non dimenticare mai che l’amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sempre sentirlo… Ovunque sarai.

Ascolta sempre la voce del cuore, Daniel: sarà lui a dirti chi sei.


La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.


Se cadi, rialzati, affronta le avveristà e trova sempre il coraggio di proseguire. Fai della tua esistenza qualcosa di spettacolare.


La sola battaglia che non puoi vincere è quella che non vuoi combattere.


Se ti fidi dei tuoi istinti e accetti la vita così com’è, un giorno sarai in grado di trovare la pace non solo solo nei momenti più felici, ma anche nelle occasioni in cui il gioco si fa duro. Perchè il segreto è semplice: è tutto nella nostra testa, la realtà è una condizione mentale, null’altro.


Abbandona il tuo guscio di certezze, esci dal coro: parti, va’ lontano. Abbatti tutte le pareti che hai innalzato intorno a te. Sii libero, lascia che il tuo spirito voli verso il tuo destino.


Posso confidarti un segreto? Non importa quanti anni vivrai, ma come li vivrai. Dai valore al tuo tempo. Se in futuro, per esempio, ti troverai a percorrere giorno dopo giorno il tragitto casa-ufficio al volante di un’auto, con gli occhi incollati sulla distesa d’asfalto di fronte a te, trova ogni tanto il coraggio di spezzare la routine e ritagliati un istante per goderti le piccole meraviglie della Natura: soffermati ad ammirare un tramonto, stupisciti davanti al volo di un colibrì…


Vivere in pace, figlio mio, è rispettare le opinioni altrui e dare molto, molto di più di quanto si prende.


Puoi sentirti vecchio pur essendo soltanto un ragazzino se non vivi un giorno per volta, se smetti di sognare, se vendi il tuo spirito in cambio del conforto della sicurezza.


Sergio Barbaren

Sergio Bambarén


Sergio Bambarén Roggero
(Lima, 1º dicembre 1960)

è uno scrittore peruviano naturalizzato australiano.
Dopo le scuole superiori si trasferisce negli Stati Uniti, dove si laurea in Ingegneria chimica alla Texas A&M University.  Esperto surfista, sensibile alle battaglie ecologiste per la salvaguardia dei mari, si stabilisce a Sydney, in Australia dove ha lavorato come responsabile vendite per una multinazionale. Dopo diversi anni decide di prendersi un anno sabbatico viaggiando per il sud-est asiatico e la costa africana in cerca dell'onda perfetta. Fu quando si trovò in Portogallo, su una meravigliosa spiaggia circondata da foreste di pini chiamata Guincho, che trova lo scopo della sua vita e un amico molto speciale: un delfino solitario, che gli ha dato l'ispirazione per scrivere il suo primo romanzo "Il Delfino, storia di un sognatore." Dopo il suo ritorno a Sydney, la Random House Group gli fece un'offerta per pubblicare il suo libro proponendo dei cambiamenti che avrebbero cambiato l'essenza e il messaggio del libro stesso. Dopo non aver trovato un accordo sulle eventuali modifiche, decide di auto-pubblicare il suo libro nel 1996. Il delfino ha venduto più di 100.000 copie in Australia, in meno di un anno ed è stato tradotto in 40 lingue e dialetti, tra cui il russo, il cantonese, il giapponese, il lettone, il croato, l'ebraico e lo slovacco. Ritornato a Lima, ha continuato a coltivare le sue due grandi passioni: l'amore per l'ambiente marino e la volontà di salvaguardare i cetacei (è vice presidente dell'Organizzazione ecologica Mundo Azul - Blue World), e scrivere romanzi, sempre legati al suo sforzo costante di preservare gli oceani e le creature che li abitano.

mercoledì 14 novembre 2018

Non ho bisogno di denaro



Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

A. Merini

La vita è.......




La vita è bellezza, ammirala.
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala
La vita è amore, donala
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa

Se vai.......