domenica 30 giugno 2019

☆☆☆Buon fine di serata e Buonanotte ☆☆☆


Se vuoi costruire un sogno, ruba le stelle del cielo ed il silenzio della notte.
Apri il tuo cuore
al profumo di un ricordo.
Se vuoi costruire un sogno ritorna bambino e ripensa
ai baci della buonanotte
dei tuoi genitori i più belli e i più veri che possa esistere.
Lucia☆☆☆

Zeno Colò


Fu uno degli sciatori italiani più forti di tutti i tempi,
primatista mondiale del chilometro lanciato
e campione mondiale e olimpico negli anni 1950.
A causa della Seconda guerra mondiale Colò visse una breve carriera agonistica internazionale: dopo aver iniziato a gareggiare a quattordici anni ed essere entrato nella nazionale a quindici, fu coinvolto nel conflitto mondiale, subendo anche la prigionia; riprese a gareggiare nel 1947, a 27 anni. Quell'anno sul Piccolo Cervino a Breuil-Cervinia stabilì il nuovo record del mondo sul chilometro lanciato con circa 160 km orari, battendo il precedente primato di 136 km/h di Leo Gasperl. Il record di Colò sarebbe stato duraturo, rimanendo imbattuto per diciassette anni. Con la sua "posizione a uovo alto" fu il precursore della posizione a uovo, ma, a differenza dei suoi successori, Colò usava sci di legno e non indossava il casco. L'anno dopo partecipò alle Olimpiadi di Sankt Moritz 1948, classificandosi 14° nello slalom speciale e senza piazzamento in discesa libera a causa una caduta, vinse la discesa del Lauberhorn; nel 1949 vinse la discesa e la combinata dell'Arlberg-Kandahar e lo slalom del Lauberhorn, risultato quest'ultimo bissato nel 1950. Sempre nel 1950 fu il protagonista dei Mondiali di Aspen, negli Stati Uniti: fu primo nella discesa libera e nello slalom gigante, e sfiorò l'en-plein nello slalom speciale, finendo secondo a tre decimi dallo svizzero Georges Schneider. Entrambe le sue vittorie possono essere considerate storiche: Colò fu il primo, e finora unico, italiano a vincere la discesa libera ai Mondiali, e anche il primo campione mondiale della storia nello slalom gigante, disciplina che venne introdotta proprio in quell'edizione. Dopo i Mondiali Colò, ormai soprannominato "Star of Aspen" ("stella di Aspen"), prolungò la sua trasferta in Nord America vincendo i Campionati nordamericani. Due anni dopo partecipò per la seconda volta ai Giochi olimpici. A Oslo 1952 non riuscì a difendere il titolo mondiale nello slalom gigante, dove fu quarto. Il giorno dopo si confermò invece nella discesa libera: il 16 febbraio fu il più veloce degli ottantuno concorrenti sui 2600 m della pista di Norefjell. La stampa italiana lo ribattezzò "Il Falco di Oslo". Fu la prima medaglia d'oro per l'Italia nello sci alpino ai Giochi olimpici invernali, tuttora l'unica di uno sciatore italiano nella discesa libera. Qualche giorno dopo concluse le sue prove olimpiche con lo slalom speciale, dove fu quarto. Dopo le Olimpiadi di Oslo Zeno Colò legò il suo nome a un modello di scarponi da sci e a una giacca da sci. In base ai regolamenti dell'epoca venne quindi ritenuto professionista: nel 1954 fu squalificato dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) e non poté partecipare alle gare successive. La squalifica suscitò proteste da parte dello sciatore dell'Abetone, che tentò invano di essere riabilitato. Fu la fine della sua carriera agonistica internazionale: ai Mondiali del 1954 a Åre fu presente solo come apripista nella discesa libera, fu comunque cronometrata la sua prestazione risultando la seconda assoluta, e alle Olimpiadi di Cortina d'Ampezzo 1956 come semplice tedoforo. Ai Campionati italiani conquistò ventotto medaglie: nove in discesa libera, quattro in slalom gigante, dieci in slalom speciale e cinque in combinata. Lasciate le gare, diventò maestro di sci presso l'Abetone. Si impegnò per la promozione e lo sviluppo della stazione sciistica pistoiese. Fu tra i promotori della Società Funivie Abetone e della costruzione della prima ovovia. Nel 1973 disegnò tre piste da sci che scendono da Monte Gomito, che da lui prendono il nome di Zeno 1 , Zeno 2 e Zeno 3. Nel 1989 la FISI revocò la squalifica inflittagli nel 1954. Nel 1991 ricevette il premio "Una vita per lo sci" dello Sci Club Abetone e una medaglia d'oro FISI. Morì nel 1993, ormai gravemente malato a causa di un tumore ai polmoni.

La chiave della felicità



La chiave della tua felicità
e della tua soddisfazione è racchiusa
dentro di te, nel tuo cuore e nella tua mente.
La maniera nella quale inizi ciascuna
giornata è molto importante;

puoi cominciarla col piede giusto
oppure con quello sbagliato.
Puoi svegliarti con nel cuore
un canto di gioia e di
gratitudine per il nuovo giorno,

per la felicità di essere al mondo,
per la semplice meraviglia di vivere
e per il fatto di essere in accordo
e in armonia con il ritmo di ogni vita.
Puoi aspettarti il meglio dal giorno
che inizia, e così facendo lo chiamerai a te.
Oppure puoi cominciare la giornata
di cattivo umore, insoddisfatto e fuori tempo.

 Sei responsabile di ciò che
l’oggi ti porterà, e il fatto di saperlo

 ti conferisce una responsabilità
ancora maggiore di quella delle anime

 che non ne sono conscie e che non
possono quindi saperlo.

Per il tuo stato d’animo,
non puoi biasimare nessun o
altro che te. Tutto dipende da te.


Eileen Caddy

30 giugno Santi martiri



Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma
sec. I, dall'anno 64
Emblema: Palma

L'odierna celebrazione introdotta dal nuovo calendario romano universale si riferisce ai protomartiri della Chiesa di Roma, vittime della persecuzione di Nerone in seguito all'incendio di Roma, avvenuto il 19 luglio del 64. Perché Nerone perseguitò i cristiani? Ce lo dice Cornelio Tacito nel XV libro degli Annales: "Siccome circolavano voci che l'incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani". Ai tempi di Nerone, a Roma, accanto alla comunità ebraica, viveva quella esigua e pacifica dei cristiani. Su questi, poco conosciuti, circolavano voci calunniose. Nerone scaricò su di loro, condannandoli ad efferati supplizi, le accuse a lui rivolte. Del resto le idee professate dai cristiani erano di aperta sfida agli dei pagani gelosi e vendicativi... "I pagani - ricorderà più tardi Tertulliano - attribuiscono ai cristiani ogni pubblica calamità, ogni flagello. Se le acque del Tevere escono dagli argini e invadono la città, se al contrario il Nilo non rigonfia e non inonda i campi, se vi è siccità, carestia, peste, terremoto, è tutta colpa dei cristiani, che disprezzano gli dei, e da tutte le parti si grida: i cristiani ai leoni!". Nerone ebbe la responsabilità di aver dato il via all'assurda ostilità del popolo romano, peraltro molto tollerante in materia religiosa, nei confronti dei cristiani: la ferocia con la quale colpì i presunti incendiari non trova neppure la giustificazione del supremo interesse dell'impero. Episodi orrendi come quello delle fiaccole umane, cosparse di pece e fatte ardere nei giardini del colle Oppio, o come quello di donne e bambini vestiti con pelle di animali e lasciati in balia delle bestie feroci nel circo, furono tali da destare un senso di pietà e di orrore nello stesso popolo romano. "Allora - scrive ancora Tacito - si manifestò un sentimento di pietà, pur trattandosi di gente meritevole dei più esemplari castighi, perché si vedeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo", Nerone. La persecuzione non si arrestò a quella fatale estate del 64, ma si prolungò fino al 67. Tra i martiri più illustri vi furono il principe degli apostoli, crocifisso nel circo neroniano, dove sorge la basilica di S. Pietro, e l'apostolo dei gentili, S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie e sepolto lungo la via Ostiense. Dopo la festività congiunta dei due apostoli, il nuovo calendario vuole appunto celebrare la memoria dei numerosi martiri che non poterono avere un posto peculiare nella liturgia.
Autore: Piero Bargellini

Giugno


Trenta giorni son passati,
con te che ci hai accompagnati,
non sei stato molto clemente,
hai deluso tanta gente.
Non hai colpa del gran caldo
tu di luglio sei l'araldo.
I mesi si sa non sono più uguali.
ma tutti, tutti sono speciali.

Ci sono mesi belli e mesi brutti,
noi ti aspettavamo innanzi a tutti!
Luglio ti sostituirà... vediamo un po’
forse sarà più buono..Perché no!!


Lucia

sabato 29 giugno 2019

Cuore mio Cuore



Cuore mio Cuore
suggeriscimi parole d'amore.
Suggeriscimi una parola soave
che possa essere una chiave.........
Lui mi ha risposto: _Di soltanto
che gli vuoi bene tanto,tanto!
Lucia.

Curiosità sui centenari


Il centenario è una persona che ha raggiunto l'età di 100 anni o più. Poiché le speranze di vita attraverso il mondo sono di meno di 100 anni, il termine è associato con longevità.Molto più raro, è supercentenaria è una persona che ha vissuto all'età di 110 o più, qualcosa raggiunto soltanto da uno su mille centenari.

Gli Stati Uniti ha il più grande numero dei centenari nel mondo,oltre 55.000 durante l'anno 2005.Il record degli Stati Uniti è parzialmente dovuto al numero di popolazione.

Il Giappone è al secondo posto, con 30.000.
I centenari giapponesi ricevono una tazza d'argento e un certificato dal Primo Ministro del Giappone con dedica per il loro 100° compleanno , onorandoli per la loro longevità e prosperità nelle loro vite. Nel Giappone, 15 settembre è il giorno del "Rispetto per gli anziani longevi ".Molti esperti attribuiscono questo alla dieta giapponese, che è particolarmente basso di grassi.

L'isola delle Barbados rispetto alla popolazioneha il numero più elevato dei centenari nel mondo.

In India la gente che tocca i piedi degli anziani è benedetta con l'augurio di vivere cento anni.

La Svezia ha una canzone tradizionale di compleanno,
per chi vive per cento anni.

L'Iran , il termine Potete vivere fino a 120 anni è usato per la benedizione dei vecchi.
In Polonia esprimere il desiderio di vivere cento anni, è un modo tradizionale di elogio e di buoni desideri.
La tradizione ebrea, tuttavia, è più ambiziosa, omaggia di vivere quanto Mosè, 120 anni.

In Italia, attualmente!( cento di questi giorni) è pronostico per i compleanni, vivere per celebrare 100 nuovi compleanni.

Ci sono giorni ........


 
Ci sono giorni con valanghe di parolee giorni in cui le parole non escono.Sono due estremi che non dipendono solo da noi.
Ci sono situazioni che ti camminano accanto,se vuoi proseguire il tuo cammino devi convivere con fasi alternanti di cui tu, sei solo una pedina in questo immenso Creato e non sai come spiagarti ciò che accade e perchè........
A ognuno di noi sembra ingiusto ciò che ci accade intorno non sappiamo il cammino intrapreso dove ci porta e cosa troveremo dietro l'angolo, ma dobbiamo sempre proseguire e non lasciarci travolgere o sconvolgere da ciò che ci impedisce di andare avanti.
Lucia
 

venerdì 28 giugno 2019

La felicità



La felicità coltivala con i tuoi gesti

innaffiala dei tuoi sorrisi

e la vedrai crescere spontaneamente

nel giardino del tuo cuore.

"web"

10 Idee per mantenere il buon umore quotidianamente …


1°Non ti preoccupare Di tutte le attività umane,
il preoccuparsi è la meno produttiva.


2° Non ti far vincere dalla paura.
La maggior parte delle cose che temiamo non si verificano.


3° Non portare rancore.
E’ uno dei carichi più pesanti della vita.


4° Affronta ogni singolo problema a turno.
Ad ogni modo, puoi soltanto affrontarli ad uno ad uno.


5° Non portare i problemi a letto.
Sono cattivi compagni del sonno.


6° Non prendere in prestito i problemi degli altri.
Loro possono affrontarli meglio di te.


7° Non rivivere l’ieri. Se n’è già andato per sempre.
Concentrati su ciò che sta accadendo nella tua vita e sii felice ora.


8° Sii un buon uditore.
Solo quando ascolti, ottieni delle idee diverse da quelle che hai.


9° Non ti devi lasciar cadere per la frustrazione.
L’autocommiserazione interferisce soltanto con le azioni positive.


10° Conta le tue benedizioni.
Ma non dimenticare quelle piccole.
Molte benedizioni piccole, ne fanno una grande.


web

Carlotta Grisi


Caronne Adele Giuseppina Maria Grisi
(Visinada, 28 giu 1819 – St. Jean, Ginevra, 20 mag 1899)
è stata una delle più grandi ballerine dell'era romantica, nota con il nome di Carlotta Grisi ,cugina della celebre mezzosoprano Giuditta Grisi..
Nata in Istria in una famiglia di cantanti, anche se dotata di una buona voce decise di dedicarsi allo studio della danza.Entrò alla scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano a soli 7 anni e già a 10 anni ballava nel corpo di ballo. Fu una delle ballerine più dotate dell'Ottocento, fornita di una saldissima tecnica della punta. Durante una tournée con la compagnia del Teatro alla Scala, la sua carriera prese una svolta decisiva: a Napoli, nel 1833, incontrò Jules Perrot famosissimo ballerino e coreografo del tempo. Perrot notò la giovanissima ballerina, ne intuì le doti e divenne il suo maestro e il suo amante. Carlotta danzò a Parigi nel 1836 e nel 1837 ma fu davvero apprezzata solo nel 1840 quando danzò con Perrot le danze di carattere dell'opera Zingaro. Nel 1841 le proposero il tanto agognato contratto con l'Opéra di Parigi ma lei costrinse il teatro ad accettare la clausola che doveva essere assunto anche il suo amato Perrot. Fu così che nacque il capolavoro del balletto romantico: Giselle. Théophile Gautier, autore del libretto del balletto, si innamorò di lei ma alla fine si decise a sposare la sorella. Negli anni seguenti la Grisi creò i ruoli della ballerina ne La Jolie Fille de Gand di Albert (1842), La Péri (memorabili il pas de l'abeille e il pas du songe) di Jean Coralli (1843), La Esmeralda (1844), Pas de Quatre (1845) e La Filleule de Fèes (1849) tutti di Perrot e Le Diable à Quatre (1845), Paquita (1846) e Griselidis (1848) tutti di Joseph Mazilier. Fece il suo debutto a Londra nel 1836 e vi ritornò regolarmente tra il 1842 e il 1851. Danzò anche a Vienna, Milano, Monaco e San Pietroburgo. Il suo ultimo balletto fu Les Metamorphoses. Si ritirò nel 1854 e visse dal 1856 per 43 anni una ricca pensione nella sontuosa villa Saint-Jean nei pressi di Ginevra dove finì i suoi giorni. Fu inumata nel cimitero della Chatelaine di Ginevra.

Come rimanere positivi quando coloro che vi circondano sono così negativi?


Come sostenere un approccio positivo
quando le situazioni e gli eventi intorno a voi sono così complicati?
Un atteggiamento davvero positivo
non è una reazione al modo in cui stanno le cose.
Invece, è l'espressione di come si decide quali sono le cose.
Essere positivo non rappresenta vedere con occhi irrealistici o ingenui un mondo intrinsecamente negativo.
Ti dà una solida base per ottenere un miglioramento reale
e creare valore è significativo.
Mantenere un approccio positivo permette di visualizzare,
e massimizzare le opportunità, altrimenti sarebbero invisibili.
Essere positivo ti dà l'energia per andare avanti,
non importa quali ostacoli possano essere.
Concentrandosi sugli aspetti positivi di una situazione,
troverete un sacco di persone non saranno d'accordo con voi.
Ma questo è un problema loro, non vostro.
Guardare oltre coloro che sostengono solo per vincere un argomento e scoprire il cammino verso la vittoria.
Qualunque sia la situazione, si può sempre scegliere un percorso positivo che porta avanti.

Web

La voce del mare


giovedì 27 giugno 2019

Buonissima giornata🍀👍🐞🤞


Miei cari amici vicini e lontani,
diceva Filogamo stringendo le mani.
Un saluto a tutti voi mando,
siate sereni !! Questo è un comando.

Godetevi l'ora, il giorno ,il minuto,
ed espandete questo saluto.

Vi voglio dire che vi voglio BENE,
e il mese che arriva non vi porti pene.

Vi porti salute e allegria,
e renda serena la vostra via.

Gli AMICI sinceri sono molto rari
ma i pochi che abbiamo teniamoli cari.

Signore Tu che ci guardi di lassù,
nel nostro cammino ...Aiutaci GESU'.

Di PACE e AMORE riempi i nostri cuori
e fai che tutti si sia un pò migliori!

Buona giornata vi dice Lucia,
ovunque tu sia sperduto per la via.

L'Istrice e la Volpe




Dal cammin son così lasso,
Disse l’istrice, che appena
Posso più movere il passo.
Credo ben, disse la volpe,
Che viaggiava in compagnia,
Che l’andar grave a te sia:
Tale hai selva d’armi indosso,
Che a portarle per un’ora
Stancherebbero un colosso.
E perché tanta fatica?
Qui non v’è gente nemica
Da far guerra, e da me poi
Nulla certo temer puoi.
Bada a me: quando fra poco
Troverem sicuro loco
Dove star potrem la notte,
Là dèi porti in libertà,
Di quel peso sollevarti,
E con agio riposarti.
Credè l’istrice, e all’albergo
Giunse appena, che dal tergo
Gittò i dardi ond’era armato,
E senz’ombra di sospetto
Sonnacchioso, affaticato
Si sdraiò sopra di un letto.
Lesta allor la volpe ria
Accostossegli pian piano,
E veggendo che dormia,
Lo sbranò senza contrasto,
E ne fece un lauto pasto.
Chi pentirsi non vorrà
Di seguir l’altrui consiglio,
Guardi ben chi glielo dà.

Clemente Bondi (1742-1821)

No non cred'io




Ma s'io non sono un poeta,
S'estro non è, se non è Febo istesso,
Che dunque è quel, che m'anima ed accende?
Sì ch'egli è desso. L'anima commossa
Alle affollate idee ravvisa e sente
La presenza del Nume. A te degg'io,
Lorenzi, il suo ritorno. Ei sul tuo labbro
Sieden e a me pur nel tuo soave canto.
 
C.Bondi

La Tartaruga



Una terrestre tartaruga un dì
si alzò di buon mattino
per finir certi affari d'importanza
a un miglio di distanza:
e,postasi in canmmino,
com'è suo stil sì lentamente andò,
tante volte per via si soffermò,
che in quindici ore e più
avea cinquanta passi appena fatto:
quando,accortasi a un tratto,
non senza meraviglia,
che la notte frattanto era già sorta:
Oh!come-disse-la giornata è corta!


Clemente Biondi

Clemente Bondi


 
Clemente Luigi Donnino Bondi
(Mezzano Superiore, 27 giugno 1742Vienna, 20 giugno 1821)
è stato un poeta e traduttore italiano.
Religioso gesuita, fu uno degli uomini di lettere che collaborarono
alla Stamperia ducale di Parma.
Rimasto orfano del padre in giovane età, ebbe la possibilità di studiare grazie a uno zio economo presso il seminario di Parma. Nel 1760 entrò nell’ordine dei gesuiti, una volta terminati gli studi fu trasferito a Padova, dove si occupò di insegnamento. A seguito dello scioglimento dell’ordine dei gesuiti, avvenuto nel 1773, il Bondi scrisse un componimento polemico indirizzato a papa Clemente XIV, a causa di questa azione fu costretto a rifugiarsi in Tirolo. Rientrato in Italia, fu accolto a Mantova dalla nobile famiglia Zanardi presso i quali svolse la mansione di bibliotecario. Durante un viaggio a Milano ebbe modo di fare amicizia con l’arciduca Ferdinando d’Asburgo Lorena. Quando questi nel 1796 si trasferì a Brünn (odierna Brno nella Repubblica Ceca) chiamò presso di sé il Bondi per affidargli la sua biblioteca e l’istruzione dei propri figli. Nel 1810 l’arciduca spostò la sua dimora a Vienna portando con sé il Bondi che restò nella città austriaca fino alla morte. L’attività letteraria vera e propria di Clemente Bondi iniziò durante il suo esilio in Tirolo. Il momento più florido della sua produzione artistica fu però quello mantovano, complice il fatto che ebbe modo di frequentare un ambiente molto attivo dal punto di vista intellettuale. Le Opere di Clemente Bondi furono pubblicate  nel 1798 a Venezia. L’attività in cui Clemente Bondi riuscì maggiormente a distinguersi fu però quella di traduttore di testi classici: l’Eneide, le Georgiche e le Bucoliche di Virgilio, Le metamorfosi di Ovidio. Le sua opera fu apprezzata anche per le ricche note didascaliche che accompagnavano le sue traduzioni, tanto da farlo soprannominare il Delille d'Italia.

mercoledì 26 giugno 2019

CIRILLO


Il nome significa 'giovane re' e deriva dal persiano Kurush, latinizzato in Cyrillus.
L'onomastico si festeggia il 14 febbraio in ricordo di San Cirillo, patrono dei professori e con Santo Metodio, patrono anche dell'ex Cecoslovacchia e dell'ex Jugoslavia.
Caratteristiche: è una persona istintiva, che asseconda sempre e comunque i propri impulsi; la sua natura è testarda, sembra proprio che a Cirillo piaccia distinguersi dagli altri ed andare controcorrente.

Significato: del signore
Onomastico: 14 febbraio
Origine: Greca
Segno corrispondente: Acquario
Numero fortunato: 3
Colore: Rosso
Pietra: Rubino
Metallo: Piombo
  • Femminili: Cirilla

Varianti in altre lingue

 

Fiaba popolare



In Istria:
La madre di San Piero
ga' l core duro come'l fero;
o che piovi o chje saeta
per sta mare malandreta
o che' l vento' l te spaventa,
o che brusa anca la spelta.


La madre di San Pietro
ha il cuore duro come il ferro,
o piove o cadono fulmini
a causa di questa madre malandrina
o il vento fa paura o brucia anche l'erba.


In questo giorno il tempo può essere molto burrascosoo fare un gran caldo.

" Si allaccia alla fiaba popolare sulla cattiveria della mamma di San Pietro che, vuolsi, sfoghi le sue bizze il 28 Giugno, un dì prima della solenne festa del suo Santo figlio....
"La favola racconta che questa donna fosse soprattutto avara e un giorno mentre stava pulendo i porri passò una povera le chiese l'elemosina.
La mamma di San Pietro non le dette che una foglia di porro e la mandò via.
Quando morì, il Signore la mandò diritta all'inferno.
Pietro, per levarla dalle pene, s'andò a raccomandare al suo Maestro e questi volle aiutarlo consentendogli di prendere una foglia di porro, unico bene che la donna aveva fatto, e di
calarla all' inferno in modo che la donna vi si attaccasse per vedere se riusciva a tirarla su. Così fu fatto. Ma quando la donna cominciava a salire altre anime si appesero alla sua veste e quella malvagia cominciò a urlare che se ne andassero perchè non avevano un figlio Santo come lei e la foglia era tutta sua, e tanto si dimenò e scalciò che proprio quando stavano per uscire tutti insieme la foglia si ruppe e ricaddero tutti dentro.


G.Pitrè.

Speriamo in un domani




Speriamo in un domani
pieno di abbracci che arrivano al cuore..
In una carezza per ogni dolore..
In una voce amica che riempia i silenzi..
Strette di mano per ogni debolezza.
Sorrisi di speranza che cancellino l'incertezze.
Sarà il miglior domani da stare ad aspettare.

Lucia

Serenità




Buonasera Serenità!
la casa dove ce l'hai?
Adesso alla mia età,
vorrei incontrarti..sai!

Ho smesso di sognare.
I sogni son vascelli,
non posson navigare
se i fiumi son ruscelli.

Allora getto al vento
i sogni e le emozioni,
di poco mi contento
non ascolto sensazioni.

Il cuore ha detto basta!
non vuole più soffrire.
la ferita che è rimasta
la saprà far risargire.

Ho messo un bel lucchetto
al cuore ed alla mente.
La chiave nel cassetto,
ci stà comodamente.

Lucia.

Amici


Riflettiamo


Rita Levi Montalcini



Nobel per la medicina Per le scoperte sui “fattori di crescita” del sistema nervoso.realizzò gli esperimenti fondamentali che la condussero alla scoperta del Nerve Growth Factor (NGF)nel 1952, che le meritò il Nobel nel 1986
I primi studi di Rita Levi-Montalcini dimostrarono che nel veleno del serpente e nelle ghiandole salivari di diverse specie animali è presente una sostanza che promuove la crescita delle cellule nervose appartenenti al sistema simpatico, una branca del sistema nervoso autonomo formata da vari gangli – o raggruppamenti di neuroni – che controllano il ritmo cardiaco, la costrizione delle pupille, la contrazione delle fibre muscolari dell’intestino e dei vasi sanguigni. La sostanza estratta dalle ghiandole salivari venne ben presto chiamata «fattore di crescita del sistema simpatico», o NGF (Nerve Growth Factor), una molecola proteica di peso molecolare 44000. Questa molecola stimola la crescita di tutte le cellule nervose non soltanto nelle fasi embrionali, quando il sistema nervoso prende corpo, ma anche nel corso dei processi di ristrutturazione e riparazione dei circuiti nervosi: l’NGF, infatti, non viene prodotto esclusivamente da alcune ghiandole ma dalle stesse cellule nervose, che in tal modo inducono altre cellule a collegarsi con loro in rete. Gli studi sull’NGF hanno dimostrato che il cervello e i suoi circuiti si realizzano non solo sulla base di un programma genetico che prevede ogni minimo dettaglio, ma anche grazie agli scambi di informazione e agli stimoli che provengono dai diversi gruppi di neuroni, ad esempio, nel corso della registrazione di nuove esperienze, come avviene nei processi di memorizzazione. In sostanza, l’NGF può essere definito come la molecola della plasticità nervosa. Furono proprio gli studi innovativi condotti per oltre un trentennio dalla Levi-Montalcini sul meccanismo di azione dell’NGF a essere premiati, nel 1986, con il Nobel per la Medicina, che condivise con Stanley Cohen.

Vigilio


Nome Vigilio - Origine e significato:
Onomastico il 26 giugno.
Origine del nome: latine
Vigilius, che si diffuse in epoca cristiana per l'associazione con i termini latini vigil, vigilis ("sveglio", "vigile") e vigilare ("vigilare", "vegliare", "sorvegliare"), essendo quindi considerato di valore augurale.
La sua diffusione in Italia, ad oggi, è scarsa e concentrata prevalentemente in Trentino-Alto Adige e Lombardia, per via del culto rispettivamente verso san Vigilio, vescovo e santo patrono di Trento
Varianti in altre lingue

Bielorusso: Вігілій (Vigilij)
Catalano: Vigili
Croato: Vigilije
Esperanto: Vigilio
Francese: Vigile
Galiziano: Vixilio
Greco moderno: Βιγίλιος (Vigilios)
Latino: Vigilius
Femminili: Vigilia
Lituano: Vigilijus

Jacques Prevert


(Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977)
E' uno dei poeti francesi più popolari del XX secolo. Giovanissimo conosce André Breton, Raymond  Queneau e i surrealisti ed entra a far parte di questo  gruppo,  interessato dalla arte populista.  Nel 1928 si discosta da questi e frequenta il Groupe ctobre,una compagnia teatrale di sinistra.
La sua fama è però dovuta alla produzione poetica, dove Prévert dà libero corso all'immaginazione insolita in uno stile vicino alla lingua parlata e alla vita quotidiana. I suoi  temi  preferiti  sono l'amore, la libertà, il sogno  e  la  fantasia, la compassione, l'umorismo, la satira  contro  i  potenti, l'avversità per l'oppressione sociale. Tra  le  sue  raccolte di versi   di  maggiore  successo, Parole  ( 1945 ) La  pioggia e  il bel tempo (1955), Alberi (1976) in  Italia  sono state pubblicate, oltre a queste, varie antologie come Le foglie morte (dal titolo di una sua celebre poesia),oesie d'amore e Poesie. Muore a Parigi a 77 anni.

Siate cortesi



Siate cortesi
Bisogna essere molto cortesi
con la Terra
e con il Sole
Bisogna ringraziarli la mattina
Bisogna ringraziarli
per il calore
per gli alberi
per i frutti
per tutto ciò che è buono da mangiare
per tutto ciò che è buono da vedere
da toccare.
Bisogna ringraziarli.

Jaques Prevert

Se un giorno


Alberto Rabagliati


(Milano, 26 giugno 1906Roma, 7 marzo 1974)
è stato un cantante e attore italiano.
Fu il primo divo della musica leggera italiana
 famoso in gran parte dell'Europa
 
Nel 1927 Rabagliati si trasferì da Milano ad Hollywood dopo aver vinto il concorso per il sosia di Rodolfo ValentinoRimase negli Stati Uniti quattro anni, ma la sua carriera di attore nel cinema americano non decollò mai. Durante quel periodo ebbe però la possibilità di familiarizzare con i nuovi generi musicali che stavano prendendo piede in America: il jazz, lo swing, lo scat. Rientrato in Europa, intraprese la carriera di cantante. Dopo una breve esperienza con l'orchestra di Pippo Barzizza, lavorò con l'orchestra cubana Lecuona Cuban Boys, esibendosi con il volto tinto di nero e portando al successo la canzone Maria la O. Durante una serata con i Lecuoa Cuban Boys, incontrò Giovanni D'Anzi, che gli propose di fare un'audizione per l'EIAR. In breve tempo Rabagliati divenne una celebrità della radio italiana, al punto da arrivare ad avere, nel 1941, una trasmissione tutta sua. Ogni lunedì sera l'EIAR mandava in onda Canta Rabagliati, dove il cantante riproponeva i suoi pezzi più famosi, come Ma l'amore no, Mattinata fiorentina, Ba-ba-baciami piccina e molti altri. Divenne così famoso da essere addirittura citato nei testi delle canzoni. Il pubblico femminile andava in visibilio per lui, e lo ricopriva di rose ad ogni esibizione. In un'epoca in cui l'esterofilia era bandita, al divo Rabagliati era concesso perfino di mantenere uno stile americaneggiante; anzi, il governo fascista decise di sfruttare la sua popolarità scegliendo una sua canzone, C'è una casetta piccina (sposi), come inno della campagna demografica. L'enorme fama raggiunta come cantante fece ripartire anche la sua carriera di attore. Dal 1940 al 1965 recitò in una ventina di film. Rabagliati fu molto attivo anche in teatro fino a metà degli anni cinquanta, con la rivista e le commedie musicali di Garinei e Giovannini. La sua ultima apparizione pubblica fu nel 1974 come ospite di Mina e Raffaella Carrà nel programma televisivo Milleluci. Poco tempo dopo, Rabagliati morì a causa di una trombosi cerebrale. Il video venne trasmesso postumo il 16 marzo 1974. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma, accanto alla madre.

Se vai.......