Clemente Luigi Donnino Bondi
(Mezzano Superiore, 27 giugno 1742 – Vienna, 20 giugno 1821)
è stato un poeta e traduttore italiano.
Religioso gesuita, fu uno degli uomini di lettere che collaborarono
alla Stamperia ducale di Parma.
(Mezzano Superiore, 27 giugno 1742 – Vienna, 20 giugno 1821)
è stato un poeta e traduttore italiano.
Religioso gesuita, fu uno degli uomini di lettere che collaborarono
alla Stamperia ducale di Parma.
Rimasto
orfano del padre in giovane età, ebbe la possibilità di studiare
grazie a uno zio economo presso il seminario di Parma. Nel 1760 entrò nell’ordine dei gesuiti, una volta terminati gli studi fu trasferito a Padova, dove si occupò di insegnamento. A seguito dello scioglimento dell’ordine dei gesuiti, avvenuto nel 1773, il Bondi scrisse un componimento polemico indirizzato a papa Clemente XIV, a causa di questa azione fu costretto a rifugiarsi in Tirolo. Rientrato in Italia, fu accolto a Mantova dalla nobile famiglia Zanardi presso i quali svolse la mansione di bibliotecario. Durante un viaggio a Milano ebbe modo di fare amicizia con l’arciduca Ferdinando d’Asburgo Lorena. Quando questi nel 1796 si trasferì a Brünn (odierna Brno nella Repubblica Ceca) chiamò presso di sé il Bondi per affidargli la sua biblioteca e l’istruzione dei propri figli. Nel 1810 l’arciduca spostò la sua dimora a Vienna portando con sé il Bondi che restò nella città austriaca fino alla morte. L’attività
letteraria vera e propria di Clemente Bondi iniziò durante il suo
esilio in Tirolo. Il momento più florido della sua produzione artistica
fu però quello mantovano, complice il fatto che ebbe modo di
frequentare un ambiente molto attivo dal punto di vista intellettuale. Le Opere di Clemente Bondi furono pubblicate nel 1798 a Venezia. L’attività in cui Clemente Bondi riuscì maggiormente a distinguersi fu però quella di traduttore di testi classici: l’Eneide, le Georgiche e le Bucoliche di Virgilio, Le metamorfosi di Ovidio.
Le sua opera fu apprezzata anche per le ricche note didascaliche che
accompagnavano le sue traduzioni, tanto da farlo soprannominare il Delille d'Italia.
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