lunedì 31 agosto 2020

 


C’era una volta una città abitata da parole in cui ciascuna viveva in casa propria con le porte chiuse ma si facevano costantemente visita o uscivano in strada e passeggiando incrociavano le altre parole e si salutavano ma con la crescita progressiva della città le parole quando uscivanoin strada cominciavano ad urtarsi tra loro e urtandosi si ritiravano incollerite e tornavano a casa ma non tornavano più come erano uscite e dentro casa crescevano per effetto di una collera tardiva e ricordando sempre le altre parole incominciavano a crescere dentro le loro case e alla successiva uscita in strada erano ormai trasformate e quando incontravano di nuovo altre parole accadeva sempre la stessa cosa e ritornavano a casa e continuavano a crescere esempre in direzioni diverse e crescevano tanto da non riuscire più a chiudere le porte e nuove braccia aprivano le finestre e la collera si arrampicava sulle pareti e incominciavano a scavare il soffitto e legate al piano superiore si intrecciavano alla parola dell’altro appartamento che anch’essa incollerita raggiungeva ormai il tetto e saliva lungo l’antenna della televisione e gridava incollerita contro le parole degli altri palazzi che già si innalzavano nel cielo e l’intera città gridava e non c’era più spazio perché le parole crescessero se non avviluppate le une alle altre e lo loro grida si confondevano e le parole erano tutte irrimediabilmente unite e gridavano tutte allo stesso tempo così che in lontananza era un solo enorme grido che più in lontananza si trasformava in sussurro e ancora più in lontananza non si sentiva nulla. 

-Ana Hatherly

 

I nipotini

A pochi passi dal mare
con il sole in fronte,
l'isola d'Elba mi appare
in fondo all'orizzonte.

Panorama quieto e rilassato,
i nipotini giocano tra loro,
la mente vola al passato,
quando i figli erano come loro.

Quanto tempo è trascorso!
Molto! Tanto! Troppo!!!
La gioventù non è più in corso,
se ne va via al galoppo.

E' bella anche la terza età
se il cuore è pieno d'affetto.
E' molto bello e da felicità,
stringersi quei bimbi al petto.

Lucia.

 

domenica 30 agosto 2020

ombrelloni


 

BUONGIORNO a tutti

 

Che il vostro giorno sia bello
con il sole o con l'ombrello.

Vestitelo con la fantasia
ed ogni attimo sarà poesia.

Vestitelo di tanti colori
e un bel giorno verrà fuori.

Vestitelo di sorrisi
e vi sentirete più felici

Lucia

Agosto se ne va

 

 
 

Agosto se ne va,
ma un'altranno tornerà.
Sceglieremo i monti o il mare
o un'aereo  per volare,
in terre assai lontane
Europee o africane.

Ecco Settembre arriva piano,
portando una  valigia in mano
piena di sogni  e di colori
accenderà, giardini e cuori,
sarà calmo e rilassato
con tradizioni  a perdifiato.

Se sarà buono e clemente
sarà il mese più attraente.
Pieno di sagre e buoni frutti
 ci renderà contenti quasi tutti.


Lucia 2010

Fiorin di mosto

 

Fiorin di mosto,
le ferie ci salutan con Agosto,
c'invitano a tornare al paesello.
Fiorin , fiorello.
 
Fior di campagna,
Agosto a Settembre ci accompagna,
speriamo sia un mese tranquillo.
Fior di mirtillo.
 
Fiorin  di rosa,
Agosto ci lascia e si riposa,
ci aspetta tutti il prossimo anno.
Fiore di panno.
 
Lucia.

Monologo con me stessa

 

........chi vuole capire capisca e non importano risposte.
Se ascoltiamo il TG ci viene male, non sappiamo a chi dare ascolto. Per me i giovani(non tutti) sono superficiali.((Come lo eravamo noi)))
Allora ascoltare tutto non va bene......Ascoltare niente non va bene.....
Al mio paese c'era un detto.....(Il Giusti morì giovane)))).
Ma come puoi dirmi ascolti troppo e non va bene? Si!  sono consapevole che vengono dette tante Cazzate: Però non interessarsi di niente non mi sembra giusto. Non per vantarmi con i miei 74 anno ancora non compiuti , se mi domandate qualcosa, so quasi rispondere a molte cose. (Non a tutto anche se non ho studiato, perchè l'università della vita ci insegna molte cose))))) Ma come puoi dire non dare ascolto a quello che dicono , quando parlano dei disfacimenti dei ghiacciai e dei laghi che si sono prosciugati???? Allora dico io:_ A me questo mondo basta e  vanza...ma... mi preoccupo per i miei figli (che forse con sacrifici ce la faranno))
Ma i miei nipoti che vita avranno?????))))
Se ognuno di noi si dinteressasse dell'andamento del pianeta ??? Chissà fra pochi anni ci estingueremo come i dinosauri.
Ben venga una Greta Thunberg a scrollare un po' le menti delle persone non egoiste e prendere provvedimenti. Largo ai giovani che si danno da fare e che non SBALLANO come molti perchè non sanno come passare il tempo.  Io a votatare l'ultima volta non ci sono stata perchè vorrei che i giovani prendessero in mano la situazione che è meglio per loro.
Adesso al referendum ci vado e voglio col mio voto, toglier di mezzo tanti MANGIA A UFO...così si dice a Firenze quando approfittano di un posto troppo facile. Dopo non vado più se vivrò, perchè, come ho detto, il mondo è dei giovani e devono rimediare loro i nostri errori... PURTROPPO!!!
Ma dico a tutti non state appiccicati al TG , ma interessatevi e siate curiosi del sapere, non è mai troppo tardi........Non credete che il vostro pensiero sia sempre il più giusto, mettetevi in discussione.
Lucia .PS;) non mi interessano commenti.........io la penso così!!!

Adautto Auguri!!!



Chi ha questo nome oggi festeggi l'onomastico
Onomastico: - 30 Agosto, Santi Felice e Adautto martiri (sec. III - IV).
Adautto, santo, martire di Roma
Etimologia del nome:
Deriva dal latino adauctus che significa aggiunto.

 

Foto di Angeli


 

Ombrelloni


 

30 agosto Santi Felice e Adautto

 



Martiri
sec. III-IV
Etimologia: Felice = contento, dal latino
Emblema: Palma

La storia dei santi Felice e Adautto sembra interessi più l'archeologia che la devozione. Dopo il loro martirio, avvenuto probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del IV secolo, vennero sepolti in una cripta del cimitero di Commodilla, sulla via delle Sette Chiese, poco lontano dalla basilica di S. Paolo fuori le mura. La cripta venne trasformata da papa Siricio in basilica, successivamente ampliata e decorata di affreschi dai papi Giovanni I e Leone III. Divenne così meta di pellegrini e di devoti fino al medioevo inoltrato, quando catacombe e santuari sotterranei caddero in oblio o furono devastati. Il cimitero di Commodilla e la tomba di Felice e Adautto furono scoperti nel 1720, ma la soddisfazione del ritrovamento durò poco, perchè alcuni giorni dopo la volta della piccola basilica sotterranea crollò. Sui ruderi caddero nuovamente l'oblio e l'incuria fino al 1903, quando la basilica venne definitivamente restaurata. Si riscoprì uno dei più antichi affreschi paleocristiani, nel quale è raffigurato S. Pietro che riceve le chiavi alla presenza dei Ss. Stefano, Paolo, Felice e Adautto. Secondo l'autore di una leggendaria Passio scritta nel secolo VII, quando il loro culto era in piena fioritura, Felice era un presbitero romano, condannato a morte durante la persecuzione di Diocleziano. Mentre veniva condotto al luogo dell'esecuzione, sulla via che porta a Ostia, dalla folla dei curiosi e dei compagni di fede si staccò uno sconosciuto, che andò incontro al condannato. Giunto a un passo dai soldati incaricati dell'esecuzione, proclamò a voce ferma di essere cristiano e di voler condividere la stessa sorte del presbitero Felice. Venne esaudito senza troppi indugi. Dopo aver spiccato la testa di Felice, con la stessa spada decapitarono l'audace, che aveva osato sfidare le leggi dell'imperatore. Ma chi era costui? Nessuno dei presenti ne conosceva l'identità e fu chiamato semplicemente "adauctus", aggiunto, da cui il nome Adautto, "eo quod sancto Felici auctus sit ad coronam martyrii". L'episodio restò vivo nella memoria della Chiesa romana, che associò i due martiri in un'unica commemorazione, al punto che alcune fonti li definiscono fratelli. La notizia più antica sui due martiri ci è fornita da un carme di papa Damaso, in cui viene elogiato il presbitero Vero per averne decorato il sepolcro. La diffusione del loro culto nell'Europa settentrionale ebbe origine dal dono di alcuni frammenti prelevati dalle loro reliquie e donati da papa Leone IV alla moglie di Lotario, Ermengarda.


Autore:
Piero Bargellini 


sabato 29 agosto 2020

Buon giorno e buona domenica amici ❤

 



Tante pietruzze sul vostro cammino
coloreranno di sereno il mattino
i raggi del sole sui vostri capelli
alimenteranno pensieri dolci e belli
passate questa giornata in armonia
con amici e una bella compagnia.
e chi a casa resterà
vita tranquilla farà
Lucia🍀👍

LA VITA...

 
Non mangiare la vita con la forchetta e con il coltello,
ma sporcati la faccia....
Molti risparmiano la vita per il futuro...
La vita, anche se in frigorifero, se non la vivi,  deperirà!
Per questo  certe persone si sentono ammuffite già nella mezz'età....!
Esse mettono la vita da parte e non si dedicano all'amore o al lavoro....
Non hanno osato, non sono andati avanti ma poi arriva il momento
che se ne accorgono.
"Accidenti, ho avuto fame ma per risparmiare queste patate si
sono marcite".
E allora non lasciare che la vita diventi troppo seria e vivila
come se fosse un gioco,
assapora tutto quello che riesci ad ottenere sia le sconfitte
che le vittorie,
la forza dell'alba e la poesia dell'imbrunire..

Shinyashiki Roberto 

Buon pomeriggio

 

 
Buon pomeriggio a tutti quanti,
di colori ne ho tanti,
voglio dipingervi la serata
per farla più colorata.
Un po' di giallo lo aggiungo al sole
che brilli sempre e dove vuole!
Un po' d'azzurro lo butto in mare
perche i pesci sian liberi di nuotare.
Un po di verde  lo dono  ai prati
che risvegli i fiori addormenati. 

Un po' di rosso per ogni cuore
perchè ci regni sempre l'amore .
Infine il colore  della speranza
che ci insegni la fratellanza
e ci faccia diventare più buoni .
I malati e i vecchietti più sani.
Il sorriso diventi il saluto più bello
per salutare ogni nostro fratello
Lucia

GIOVANNI



Il nome ha origine ebraica e significa "dono del Signore".
Giovanni è tradizionalmente festeggiato il 24 giugno, giorno in cui la Chiesa commemora la nascita di San Giovanni detto "il Battista".
Oggi è il suo Martirio.

 

29 agosto Martirio di San Giovanni Battista

 


sec. I
Patronato: Monaci

Emblema:
Agnello, Ascia

La celebrazione odierna, che nella Chiesa latina ha origini antiche (in Francia nel sec. V e a Roma nel sec. VI), è legata alla dedicazione della chiesa costruita a Sebaste in Samaria, sul presunto sepolcro del precursore di Cristo. Col nome di "Passio" o di "Decollatio" la festa compare già alla data del 29 agosto nei Sacramentari romani, e secondo il Martirologio Romano tale data corrisponderebbe al secondo ritrovamento della testa di S. Giovanni Battista, trasportata in quell'occasione nella chiesa di S. Silvestro a Campo Marzio, in Roma. A parte questi riferimenti storici, abbiamo sul Battista i racconti degli evangelisti, in particolare di S. Luca, che ci parla della sua nascita, della vita nel deserto, della sua predicazione, e di S. Marco che ci riferisce sulla sua morte. Dal Vangelo e dalla tradizione possiamo ricostruire la vita del Precursore, la cui parola infuocata parve davvero animata dallo spirito del profeta Elia. Nell'anno 150 dell'imperatore Tiberio (27-28 d.C.), il Battista, che conduceva vita austera secondo le regole del nazireato, iniziò la sua missione, invitando il popolo a preparare le vie del Signore, per accogliere il quale occorreva una sincera conversione, cioè un radicale cambiamento delle disposizioni dell'animo. Rivolgendosi a tutte le classi sociali, destò entusiasmo tra il popolo e malumore tra i farisei, la cosiddetta aristocrazia dello spirito, dei quali rinfacciava l'ipocrisia. Personaggio ormai popolare, negò risolutamente di essere il Messia atteso, affermando la superiorità di Gesù che egli additò ai suoi seguaci in occasione del battesimo presso la riva del Giordano. La sua immagine pare dileguarsi in dissolvenza all'affermarsi "del più forte", Gesù. Tuttavia, "il più grande dei profeti" non cessò di far sentire la sua voce ove fosse necessario per raddrizzare "i tortuosi sentieri" del male. Riprovò pubblicamente la peccaminosa condotta di Erode Antipa e della cognata Erodiade, ma la loro prevedibile suscettibilità gli costò la dura prigionia a Macheronte, sulla sponda orientale del Mar Morto. Sappiamo come andò a finire: in occasione di un festino svoltosi a Macheronte, la figlia di Erodiade, Salomè, avendo dato eccellenti prove di agilità nella danza, entusiasmò Erode, al quale, per istigazione della madre, domandò e da lui ottenne in premio la testa del Battista, mettendo così a tacere il battistrada del Messia, la voce più robusta dei banditori dell'imminente messaggio evangelico. Ultimo profeta e primo apostolo, egli ha dato la sua vita per la sua missione, e per questo è venerato nella Chiesa come martire.


Autore:
Piero Bargellini

 

venerdì 28 agosto 2020

LA BALLATA DELLE DONNE


 

E' proibito

 

E' proibito piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
E' proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realta'.
E' proibito non dimostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
E' proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
E' proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
E' proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
E' proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perche' le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato
e farlo scontare al presente.
E' proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
E' proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento
per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che cio' che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo puo' togliere.
E' proibito non cercare la tua felicita',
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.

Pablo Neruda

Vivi pienamente la tua vita

 

Vivi pienamente la tua vita ogni singolo giorno.
Fai esperienze, gioisci, sogna!
Abbi cura di te e dei tuoi amici.
Divertiti, fai il pazzo, non aver paura di essere
considerato strano.
Esci, viaggia, impara!
Vai dove desideri e godi ogni singolo istante,
ogni singolo passo.
Cogli l'opportunità d'imparare dai tuoi errori,
non essere così cocciuto da credere che non li farai.
Immagina la vita come tu la vuoi e costruiscila un mattoncino al giorno, te la meriti!
Non cercare di essere sempre perfetto,
perchè ti do una buona notizia, nessuno lo è.
Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno.
ama le cose che fai e sii felice.
(Stephen Littleword)

 

Gibran aforisma


 

RESPIRO DI VITA


 


 

Ricorda

 


Quello che ho già visto


 


28 agosto 1963.



Durante una manifestazione per i diritti civili che raduna 200.000 persone Martin Luther King tiene il famoso discorso del "I have a dream" davanti al Lincoln Memorial di Washington.


 

AGOSTINO Auguri !



Oggi 28 agosto chi ha questo nome festeggia l'onomastico.
Nome maschile derivante dal latino Augustus che significa 'venerabile'. E' diventato famoso grazie soprattutto a Sant'Agostino, nato a Tagaste nel 354 e morto nel 430 che, convertito al cristianesimo, donò tutti i suoi averi ai poveri e divenne vescovo di Ippona. E' patrono dei tipografi e dei teologi. Si festeggia l'onomastico il 28 agosto.
Diffusione: In Italia ci sono circa 81.335 persone di nome Agostino. Suddivisione: Lombardia (20%), Lazio (11%), Campania (8%), ..
Caratteristiche: ha una passione innata per i viaggi e le scoperte, la sua curiosità punta quasi esclusivamente alla geografia e alle tradizioni delle popolazioni; Agostino è un amico con la A maiuscola e un uomo generoso con la famiglia come pochi.
Significato: consacrato dagli auri, onorabile
Onomastico: 28 agosto
Origine: latina
Segno corrispondente: ariete
Numero fortunato: 4
Colore: verde
Pietra: smeraldo
Metallo: ferro
Varianti maschili: Ago, Tino, Dino
Varianti femminili: Agostina, Tina, Dina
Varianti estere / Maschili: Augustin (francese); Austin (inglese); Agustín (spagnolo).
Femminili: Augustine (francese); Agustina (spagnolo).

 

28 agosto Sant Agostino

 


Vescovo e dottore della Chiesa
Tagaste (Numidia), 13 novembre 354 – Ippona (Africa), 28 agosto 430

Patronato: Teologi, Stampatori
Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Libro, Cuore di fuoco

Agostino Aurelio nacque a Tagaste da una famiglia di classe media, piccoli proprietari terrieri, il padre Patrizio era pagano, mentre la madre Monica, che aveva avuto tre figli, dei quali Agostino era il primogenito, era invece cristiana; fu lei a dargli un’educazione religiosa ma senza battezzarlo, come si usava allora, volendo attendere l’età matura. Ebbe un’infanzia molto vivace, ma non certamente piena di peccati, come farebbe pensare una sua frase scritta nelle “Confessioni” dove si dichiara gran peccatore fin da piccolo. I peccati veri cominciarono più tardi; dopo i primi studi a Tagaste e poi nella vicina Madaura, si recò a Cartagine nel 371, con l’aiuto di un facoltoso signore del luogo di nome Romaniano; Agostino aveva 16 anni e viveva l in modo molto vivace ed esuberante e mentre frequentava la scuola di un retore, cominciò a convivere con una ragazza cartaginese, che gli diede nel 372, anche un figlio, Adeodato. Questa relazione sembra che sia durata 14 anni, quando nacque inaspettato il figlio; Agostino fu costretto, come si suol dire, a darsi una regolata, riportando la sua condotta inconcludente e dispersiva, su una più retta strada, ed a concentrarsi negli studi, per i quali si trovava a Cartagine. Le lagrime della madre Monica, cominciavano ad avere un effetto positivo; fu in quegli anni che maturò la sua prima vocazione di filosofo, grazie alla lettura di un libro di Cicerone, l’”Ortensio” che l’aveva particolarmente colpito, perché l’autore latino affermava, come soltanto la filosofia aiutasse la volontà ad allontanarsi dal male e ad esercitare la virtù. Ultimati gli studi, tornò nel 374 a Tagaste, dove con l’aiuto del suo benefattore Romaniano, aprì una scuola di grammatica e retorica, e fu anche ospitato nella sua casa con tutta la famiglia, perché la madre Monica aveva preferito separarsi da Agostino, non condividendo le sue scelte religiose; solo più tardi lo riammise nella sua casa, avendo avuto un sogno premonitore, sul suo ritorno alla fede cristiana. Dopo due anni nel 376, decise di lasciare il piccolo paese di Tagaste e ritornare a Cartagine e sempre con l’aiuto dell’amico Romaniano, che egli aveva convertito al manicheismo, aprì anche qui una scuola, dove insegnò per sette anni. Desideroso di nuove esperienze e stanco dell’indisciplina degli alunni cartaginesi, Agostino resistendo alle preghiere dell’amata madre, che voleva trattenerlo in Africa, decise di trasferirsi a Roma, capitale dell’impero, con tutta la famiglia. A Roma, con l’aiuto dei manichei, aprì una scuola, ma non fu a suo agio. Subì una malattia gravissima che lo condusse quasi alla morte, nel contempo poté constatare che i manichei romani, se in pubblico ostentavano una condotta irreprensibile e casta, nel privato vivevano da dissoluti; disgustato se ne allontanò per sempre. Nel 384 riuscì ad ottenere, con l’appoggio del prefetto di Roma, Quinto Aurelio Simmaco, la cattedra vacante di retorica a Milano, dove si trasferì, raggiunto nel 385, inaspettatamente dalla madre Monica, la quale conscia del travaglio interiore del figlio, gli fu accanto con la preghiera e con le lagrime, senza imporgli nulla, ma bensì come un angelo protettore. E Milano fu la tappa decisiva della sua conversione; qui ebbe l’opportunità di ascoltare i sermoni di s. Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino. Un successivo incontro con s. Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; si ipotizza che sia stato convinto da Monica a seguire il consiglio dell’apostolo Paolo, sulla castità perfetta, e che sia stato convinto pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato. Dopo qualche settimana ancora d’insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l’amico Alipio ricevettero, dalle mani di s. Ambrogio. Intenzionato a creare una Comunità di monaci in Africa, decise di ritornare nella sua patria e nell’attesa della nave, la madre Monica improvvisamente si ammalò di una febbre maligna (forse malaria) e il 27 agosto del 387 morì a 56 anni. Il suo corpo trasferito a Roma si venera nella chiesa di S. Agostino, essa è considerata il modello e la patrona delle madri cristiane. Dopo qualche mese trascorso a Roma  nel 388 ritornò a Tagaste, dove vendette i suoi pochi beni, distribuendone il ricavato ai poveri e ritiratosi con alcuni amici e discepoli, fondò una piccola comunità, dove i beni erano in comune proprietà. Ma dopo un po’ l’affollarsi continuo dei concittadini, per chiedere consigli ed aiuti, disturbava il dovuto raccoglimento, fu necessario trovare un altro posto e Agostino lo cercò presso Ippona. Trovatosi per caso nella basilica locale, in cui il vescovo Valerio, stava proponendo ai fedeli di consacrare un sacerdote che potesse aiutarlo, specie nella predicazione; accortasi della sua presenza, i fedeli presero a gridare: “Agostino prete!” allora si dava molto valore alla volontà del popolo, considerata volontà di Dio e nonostante che cercasse di rifiutare, perché non era questa la strada voluta, Agostino fu costretto ad accettare. La città di Ippona ci guadagnò molto, la sua opera fu fecondissima, per prima cosa chiese al vescovo di trasferire il suo monastero ad Ippona, per continuare la sua scelta di vita, che in seguito divenne un seminario fonte di preti e vescovi africani. L’iniziativa agostiniana gettava le basi del rinnovamento dei costumi del clero, egli pensava: “Il sacerdozio è cosa tanto grande che appena un buon monaco, può darci un buon chierico”. Scrisse anche una Regola, che poi nel IX secolo venne adottata dalla Comunità dei Canonici Regolari o Agostiniani. Il vescovo Valerio nel timore che Agostino venisse spostato in altra sede, convinse il popolo e il primate della Numidia, a consacrarlo vescovo coadiutore di Ippona; nel 397 morto Valerio, egli gli successe come titolare. Dovette lasciare il monastero e intraprendere la sua intensa attività di pastore di anime, che svolse egregiamente, tanto che la sua fama di vescovo illuminato si diffuse in tutte le Chiese Africane. Nel contempo scriveva le sue opere che abbracciano tutto il sapere ideologico e sono numerose, vanno dalle filosofiche alle apologetiche, dalle dogmatiche alle morali e pastorali, dalle bibliche alle polemiche. Queste ultime riflettono l’intensa e ardente battaglia che Agostino intraprese contro le eresie che funestavano l’unità della Chiesa in quei tempi. Le tante sue opere, dalle “Confessioni” fino alla “Città di Dio”, gli hanno meritato il titolo di Dottore della Chiesa. Nel 429 si ammalò gravemente, mentre Ippona era assediata da tre mesi dai Vandali comandati da Genserico († 477), dopo che avevano portato morte e distruzione dovunque; il santo vescovo ebbe l’impressione della prossima fine del mondo; morì il 28 agosto del 430 a 76 anni. Il suo corpo sottratto ai Vandali durante l’incendio e distruzione di Ippona, venne trasportato poi a Cagliari dal vescovo Fulgenzio di Ruspe, verso il 508-517 ca., insieme alle reliquie di altri vescovi africani. Verso il 725 il suo corpo fu di nuovo traslato a Pavia, nella Chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro, non lontano dai luoghi della sua conversione, ad opera del pio re longobardo Liutprando († 744), che l’aveva riscattato dai saraceni della Sardegna.


Autore:
Antonio Borrelli

giovedì 27 agosto 2020

Buongiorno Rilassiamoci un po'

 


Rilassiamoci un po' ,
abbandoniamo i pensieri brutti 
che ci popolano la mente,
é difficile lo so ! La tv ci martella
con cattive notizie,
Rispondiamo al telefono
ed è qualcuno che ti dice ,
che un amico  o un parente stà male.
Insomma è retorica, ma stavamo meglio
quando stavamo peggio.
La TV e il telefono, non l'avevamo ,
i giornali non li leggevamo,
Fra vicini di casa se c'era un guaio
tutti eravamo pronti a dare una mano,
Noi bambini giocavamo in mezzo di strada
perchè passava forse
una macchina in tutto il giorno.
La pedofilia e la droga ,sarà pure esistita,
ma non ne sapevamo niente.
Le mamme la maggior parte erano a casa
cercavano di mandare avanti la famiglia
con quello che avevano,
si aiutavano con dei lavoretti  a domicilio
per poche lire, ma tutto serviva.
Treccia ,ricamo, cose con la raffia,
cucivano cose per i militari 
o andavano ad aiutare nei campi.
Insomma eravamo poveri ma non stressati.
Allora ti viene da pensare......
in che mondo sono?
Brutturie da ogni parte dove ti giri.
Telefono che squilla continuamente
per offrirti trappole,
suonano alla porta per  cambiarti
gestore di luce ,gas , telelefono.
REGALA ...MORììì..... si dice a Firenze.
Però attenti ad abbassare la guardia,
perchè è un mondo di fragature.
E tutti sono lì in agguato pronti a raggirarti.
Pazienza cerchiamo di essere amici
almeno verbalmente.
Scambiamoci una parola buona,
ma non finta ,si sente anche attraverso
l'etere se non è detta con il cuore.
Forza  lasciamoci le malinconie
e come disse Rossella Ohara ...
domani è un'altro giorno!
Lucia Ohara

Dormi ,dormi mia piccina


Dormi, dormi mia piccina,
sei la stella più bellina,
sei la stella più lucente,
anche se hai perso un dente.

Il dentino che è caduto,
nel bicchiere l'ho veduto
e quando ti risveglierai,
più ricca già sarai.

Nel bicchiere col dentino
è apparso un soldino.
Corri ametterlo nel salvadanaio
e domani ne avrai già un paio,
tra qualche giorno altri tre,
e potrai sposare un re.

Perchè tu sei la mia regina
la più dolce la più bellina.
Dormi serena,tranquilla e beata
che ti veglia la tua mamma adorata.

Lucia

Quando finisce la notte

 

Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi
da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso
in cui finiva la notte e cominciava il giorno.
“Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?”.
“No”, disse il rabbino.
“Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”.
“No”, ripeté il rabbino.
“Ma quand’è, allora?”, domandarono gli allievi.
 
Il rabbino rispose:
“E’ quando guardando il volto di una persona qualunque,
tu riconosci un fratello o una sorella.
Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore”.
 
“Il canto del grillo.” di Bruno Ferrero.

 

MONICA Auguri !


 

Oggi 27 agosto chi ha questo nome festeggia l'onomastico.
Questo nome ha origini misteriose ed antiche che risalgono al periodo dei fenici. A partire dal Medioevo, il nome è stato associato al latino moneo che significa ‘consigliere’ ed al greco monos che invece vuol dire ‘solitario’ ed ‘eremita’. L'onomastico viene festeggiato il 27 agosto in onore di Santa Monica, madre di Sant'Agostino, morta nel 387. Vengono usate anche le varianti Monika, tedesca, e Monique, francese.
Diffusione: In Italia ci sono circa 115.777 persone di nome Monica. Suddivisione: Lombardia (21%), Emilia (14%), Veneto (9%), ..
Caratteristiche: attenta, disciplinata e ordinata in tutte le attività a cui si dedica, riflette queste caratteristiche anche nelle relazioni con gli altri, dimostrandosi coerente con le promesse fatte e fedele in amicizia e amore.
Significato: monaca, eremita, solitaria
Onomastico: 27 agosto
Origine: Greca
Segno corrispondente: Capricorno
Numero fortunato: 4
Colore: Blu
Pietra: Zaffiro
Metallo: Oro.
Varianti estere / Femminili: Monique (francese); Monika (tedesco)

 

27 agosto Santa Monica

 


Madre di Sant'Agostino
Tagaste, attuale Song-Ahras, Algeria, 331 - Ostia, Roma, 27 agosto 387
Patronato: Donne sposate, Madri, Vedove

Etimologia: Monica = la solitaria, dal greco

Nacque a Tagaste, antica città della Numidia. Da giovane studiò e meditò la Sacra Scrittura. Madre di Agostino d'Ippona, fu determinante nei confronti del figlio per la sua conversione al cristianesimo. A 39 anni rimase vedova e si dovette occupare di tutta la famiglia. Nella notte di Pasqua del 387 poté vedere Agostino, nel frattempo trasferitosi a Milano, battezzato insieme a tutti i familiari, ormai cristiano convinto profondamente. Poi Agostino decise di trasferirsi in Africa e dedicarsi alla vita monastica. Nelle «Confessioni» Agostino narra dei colloqui spirituali con sua madre, che si svolgevano nella quiete della casa di Ostia, tappa intermedia verso la destinazione africana, ricevendone conforto ed edificazione; ormai più che madre ella era la sorgente del suo cristianesimo. Monica morì, a seguito di febbri molto alte (forse per malaria), a 56 anni. Ai figli disse di seppellire il suo corpo dove volevano, senza darsi pena, ma di ricordarsi di lei, dovunque si trovassero, all'altare del Signore. Memoria di santa Monica, che, data ancora giovinetta in matrimonio a Patrizio, generò dei figli, tra i quali Agostino, per la cui conversione molte lacrime versò e molte preghiere rivolse a Dio, e, anelando profondamente al cielo, lasciò questa vita a Ostia nel Lazio, mentre era sulla via del ritorno in Africa


mercoledì 26 agosto 2020

Buongiorno Amici/e🐞 Tra poco Agosto se ne va

Tra poco Agosto se ne va,
ma un'altranno tornerà.
Sceglieremo i monti o il mare
o un'aereo per volare,
in terre assai lontane
Europee o africane.
Ecco Settembre arriva piano,
con una valigia in mano
piena di sogni e di colori
accenderà, giardini e cuori,
sarà calmo e rilassato
con tradizioni a perdifiato.
Se sarà buono e clemente
sarà il mese più attraente.
Pieno di sagre e buoni frutti
ci renderà contenti quasi tutti.
Lucia 2000🍀👍

26 agosto Madonna di Czestochowa



Sui dolci pendii di Jasna Gòra, la “montagna luminosa”, che circonda la città di Czestochowa, il santuario è adagiato su una collina di bianche rocce, nella parte occidentale della città. I polacchi sono abituati a legare a questo Santuario le numerose vicende della loro vita: i momenti lieti come quelli tristi, le decisioni solenni, come la scelta del proprio indirizzo di vita, la vocazione religiosa oppure il matrimonio, la nascita dei figli, gli esami di maturità... Essi si sono abituati a venire con i loro problemi a Jasna Gòra per confidarli alla Madre Celeste, davanti alla sua Immagine Miracolosa. Questa Immagine si può dire che è il cuore del santuario di Jasna Gòra ed è anche quella forza, misteriosa e profonda, che attira ogni anno folle sterminate di pellegrini, dalla Polonia e da ogni altro luogo del mondo. Il dipinto della Madonna ha una storia complessa. La tradizione dice infatti che sia stato realizzato da San Luca su di un legno che formava il tavolo adoperato per la preghiera e per il cibo dalla Sacra Famiglia. L’evangelista avrebbe composto a Gerusalemme due quadri allo scopo di tramandare l’incomparabile bellezza di Maria. Uno di essi, arrivato in Italia, è tuttora oggetto di culto a Bologna; l’altro, fu dapprima portato a Costantinopoli e deposto in un tempio dall’imperatore Costantino. Successivamente fu donato al principe russo Leone, che prestava servizio nell'esercito romano, il quale trasferì l’inestimabile reliquia in Russia dove, per numerosi miracoli, fu intensamente venerata. Nel corso della guerra intrapresa da Casimiro il Grande, il quadro fu nascosto nel castello di Beltz e finalmente affidato ai principe di Opole. Questi, alla vigilia di una dura battaglia contro le truppe tartare e lituane che assediavano Beltz, aveva invocato la sacra immagine e, dopo la sospirata vittoria, indicò Maria come Madre e Regina. Si racconta anche che, durante l’assedio, un tartaro ferisse con una freccia il bellissimo volto della Vergine dalla parte destra e che, dopo la sacrilega profanazione, una fittissima nebbia, sorta d'improvviso, mettesse in difficoltà gli assedianti. Il principe, allora, approfittando del momento favorevole, si gettò con le truppe contro il nemico e lo sconfisse. Altri documenti assicurano che, terminata l’amministrazione del principe Ladislao nella Russia, il quadro fu caricato su di un carro con l’intenzione di portarlo nella Slesia ma, tra lo stupore di tutti, i cavalli, pur ripetutamente sferzati, non si muovevano. Il principe ordinò allora di attaccarne di nuovi, senza però ottenere alcun risultato. Sconvolto, si inginocchiò a terra e promise di trasferire la venerata effigie sul colle di Czestochowa, nella piccola chiesa di legno. In seguito egli avrebbe innalzato una basilica nel medesimo luogo ad onore di Dio onnipotente, della Vergine Maria e di tutti i Santi e, contemporaneamente realizzato un convento per i frati eremiti dell’Ordine di San Paolo. Ma le vicissitudini della Madonna Nera non erano ancora finite. Nel 1430 alcuni seguaci dell’eretico Giovanni Hus, provenienti dai confini della Boemia e Moravia, sotto la guida dell’ucraino Federico Ostrogki, attaccarono e predarono il convento. Il quadro fu strappato dall’altare e portato fuori dinanzi alla cappella, tagliato con la sciabola in più parti e la sacra icona trapassata da una spada. Gravemente danneggiato, fu perciò trasferito nella sede municipale di Cracovia e affidato alla custodia del Consiglio della città; dopo un accurato esame, il dipinto venne sottoposto ad un intervento del tutto eccezionale per quei tempi, in cui l’arte del restauro era ancora agli inizi. Ecco allora come si spiega che ancora oggi siano visibili nel quadro della Madonna Nera gli sfregi arrecati al volto della Santa Vergine. Secondo i critici d’arte il Quadro di Jasna Gòra sarebbe stato in origine un’icona bizantina, del genere “Odigitria” (“Colei che indica e guida lungo la strada”), databile tra il VI e il IX secolo. Dipinta su una tavola di legno, raffigura il busto della Vergine con Gesù in braccio. Il volto di Maria domina tutto il quadro, con l’effetto che chi lo guarda si trova immerso nello sguardo di Maria: egli guarda Maria che, a sua volta, lo guarda. Anche il volto del Bambino è rivolto al pellegrino, ma non il suo sguardo, che risulta in qualche modo fisso altrove. I due volti hanno un’espressione seria, pensierosa, che dà anche il tono emotivo a tutto il quadro. La guancia destra della Madonna è segnata da due sfregi paralleli e da un terzo che li attraversa; il collo presenta altre sei scalfitture, due delle quali visibili, quattro appena percettibili. Gesù, vestito di una tunica scarlatta, riposa sul braccio sinistro della Madre. La mano sinistra tiene il libro, la destra è sollevata in gesto di sovranità e benedizione. La mano destra della Madonna sembra indicare il Bambino. Sulla fronte di Maria è raffigurata una stella a sei punte. Attorno ai volti della Madonna e di Gesù risaltano le aureole, la cui luminosità contrasta con l’incarnato dei loro visi. Dopo la profanazione e il restauro, la fama del santuario crebbe enormemente e aumentarono i pellegrinaggi, a tal punto che la chiesa originaria si rivelò insufficiente a contenere il numero dei fedeli. Per questo motivo, già nella seconda metà del secolo XV, accanto alla Cappella della Madonna, fu dato avvio alla costruzione di una chiesa gotica a tre ampie navate. Nel 1717 il quadro miracoloso della Madonna di Jasna Góra fu incoronato col diadema papale e, a cominciare dal secolo scorso, numerose chiese a lei dedicate furono erette in tutto il mondo: attualmente se ne contano circa 350, di cui 300 soltanto nella Polonia. La fama sempre crescente dell’immagine miracolosa della Madre di Dio fece sì che l’antico monastero diventasse nel corso degli anni mèta costante di devoti pellegrinaggi. Il culto della Madonna Nera di Czestochowa si è esteso così fino al continente americano, in Australia, in Africa e anche in Asia. Una devozione che non ha confini, che ha toccato il cuore di molti, e che è stata particolarmente cara – come ogni polacco che si rispetti – al nostro venerato Santo Padre, Giovanni Paolo II, che di Maria è sempre stato il devoto più fedele.


Autore:
Maria Di Lorenzo

 

 

Amici cari questo mondo
è tutto ingarbugliato!
ci farebbe bene un abbraccio sano
e una bella stretta di mano,
Calmiamoci ...siamo strssati
e un molto preoccupati.
Su! senza timore...
diamo fiducia al mondo
sta un po' male ma, è ancora rotondo.
Fate tutti un bel sorriso
e si illuminerà il vostro bel viso.
Lieta giornata a tutti ...Lucia♫♫

martedì 25 agosto 2020

Aurelio Saffi


(Forlì, 13 ottobre 1819 – Forlì, 10 aprile 1890)
è stato un patriota e politico italiano.
Importante figura del Risorgimento italiano,

Saffi fu un politico di spicco dell'ala repubblicana  radicale incarnata da Giuseppe Mazzini, di cui è considerato l'erede politico.Ebbe una formazione universitaria giuridica a Ferrara, ma iniziò l'attività politica nella sua città natale, mettendosi a disposizione per l'amministrazione delle istituzioni locali. Aurelio Saffi fu consigliere comunale e segretario della Provincia nel biennio 1844-1845. Si accostò presto alle posizioni mazziniane, tanto che nel turbolento anno 1848 partecipò alla principale operazione politica organizzata da Mazzini: la costituzione della Repubblica Romana. Nella capitale il potere fu sottratto al pontefice, allora Pio IX, e affidato a istituzioni di tipo repubblicano,le  democrazie più avanzate, all'epoca rappresentate dagli Stati Uniti d'America. Alla vicenda romana, Saffi prese parte prima come deputato all'Assemblea Costituente, poi come ministro, infine come componente del Triumvirato a capo del nuovo regime, assieme a Carlo Armellini e allo stesso Mazzini. Tale esperienza politica fu di breve durata, poiché la nuova Repubblica cadde nel luglio 1849. Ritiratosi in esilio a Civezza, in Liguria, raggiunse successivamente Mazzini in Svizzera, per poi trasferirsi con lui di nuovo a Londra. Ritornò in patria solo nel 1852, per pianificare una serie di moti rivoluzionari che ebbero luogo a Milano l'anno successivo. Fallito il progetto e condannato in contumacia a vent'anni di carcere, riparò ancora in Inghilterra. A Londra Aurelio sposò, nel 1857, Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi (Firenze, 1827 - San Varano di Forlì, 1911) figlia dello scozzese Sir John Craufurd e della nobile Sophia Churchill, ardente mazziniana ed esponente del movimento femminista risorgimentale italiano. Ebbero quattro figli, tutti maschi: Giuseppe Attilio (Londra, 1858 - 1923), Giovanni Emilio ( Napoli, 1861 - 1930), Carlo Balilla Luigi (Genova, 1863 - 1896) e Rinaldo Arturo (San Varano di Forlì, 1868 - 1929). Nel 1860 fu a Napoli, per ricongiungersi nuovamente con Mazzini. Nel 1861 venne eletto deputato al parlamento del nuovo Regno d'Italia. Dopo pochi anni, nel 1864, tornò a vivere a Londra dove rimase fino al 1867, quando si stabilì definitivamente nella villa della campagna di San Varano (una frazione di Forlì). Nell'agosto del 1874 fu arrestato insieme con altri esponenti repubblicani con l'accusa di partecipazione ad un'insurrezione di stampo anarchico. Fu prosciolto nello stesso anno. Nel 1877 si trasferì a Bologna dove cominciò la carriera di docente di Diritto pubblico presso la locale Università. Nel frattempo si occupò della memoria storica dell'amico Mazzini, morto il 10 marzo 1872, curandone gli scritti e la loro pubblicazione. Morì nella sua casa a 70 anni. Villa Saffi è attualmente sede museale. Ad Aurelio Saffi è oggi dedicata la piazza principale di Forlì. Al centro della piazza sorge un monumento alla sua memoria, sormontato da una statua a sua immagine. L'8 gennaio 2011, il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, in visita a Forlì (7-8 gennaio) per il 150° dell'unità d'Italia, ha reso omaggio ad Aurelio Saffi deponendo una corona ai piedi della statua collocata in sua memoria in piazza Saffi. 


 

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