martedì 31 dicembre 2019

Buon 2020 a tutti....


Buon Anno e buonanotte a tutti Voi


Amici cari che mi fate tanta compagnia
AUGURO UN anno pieno di SALUTE.
Che i dott. di famiglia vengano a trovarci a casa
perchè hanno gli ambulatori vuoti. 🐞🍀👍
🍾
Lucia

IL PANE

 
Pane ti spezzan gli umili ogni giorno,
lieti se già non manchi alla dispensa.
A lor quale più sacra ricompensa
Di te, che giungi fervido dal forno?
 
Come biondeggi al desco disadorno,
Così tra vasi d'oro; in te si addensa
0gni ricchezza, e la più bella mensa
Di tua ruvida veste non ha scorno.
 
Figlio del sole, tu ne porti un raggio
In ogni casa, e a chi di te procaccia
Onestamente, illumini la fronte.
 
Ma più risplendi, quando nel viaggio,
Stanco, il mendico dalla sua bisaccia
Ti trae, sedendo al margine di un fonte.  
F. Pastonchi

Che cos’è una mamma



 
Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.
Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l’hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti da:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: “Buon cammino bel cavaliero!”
Una mamma è questo mistero.

Francesco Pastonchi

Francesco Pastonchi


Nato da padre toscano e madre ligure trasferiti negli anni Ottanta a Torino, Pastonchi vi frequentò il liceo e l'università, studiando sotto Arturo Graf.
Fu inizialmente critico d'arte sul Corriere  della Sera, coltivò gli  studi letterari e di dizione e nel 1935 divenne professore di letteratura italiana all'Università di Torino, prima di essere nominato nel 1939   Accademico d'Italia.La  sua  poesia  fu  varia per temi, motivi e riferimenti  letterari  accodandosi  spesso  alla voga del  momento:  fu   dannunziana, parnassiana, decadente e d'avanguardia. Nel  teatro  la  sua produzione   si   contraddistinse   per   un   forte richiamo alla classicità.
Scrisse le prime poesie nel periodico il Venerdì della contessa, nella Gazzetta Letteraria e nel quotidiano la Gazzetta del Popolo. Dal 1898 al 1902 collaborò a La Stampa. Nel giugno 1903, insieme con Domenico Chiattone e Bistolfi, fondò il periodico di storia, arte e letteratura Il Piemonte. Lasciata questa rivista, fondò il settimanale letterario Il Campo, uscito a Torino dal 20 novembre 1904 al 31 dicembre 1905. Costante fu invece la sua collaborazione, durata dal 1902 alla morte, con il Corriere della Sera. Nel 1935 fu nominato, «per chiara fama», professore di lingua e letteratura italiana nell'Università di Torino, succedendo a Vittorio Cian, e dal 16 giugno 1939 fu membro dell'Accademia d'Italia.

I passeri a un bimbo.


 
Ci desti due bricie, ieri.
Si tornò; ma tu non c'eri.
Si picchiò; ma tu eri al gioco.
E' poco, due bricie, è poco!
 
Poco, Pin! Poco, Pin!
perchè non ce l'hai rese?
Dai un dì, non dai un mese!
Dai agli altri, a noi non dai!
Il bene non basta mai!
No, mai, Pin! No, mai, Pin!...
 
G. Pascoli.

Ric





Riccardo Miniggio, noto con lo pseudonimo Ric
(Torino, 31 dicembre 1935), è un attore e comico italiano.
Il suo nome è legato soprattutto al duo comico Ric e Gian, che fu attivo principalmente nel periodo 1962-1987

La sua infanzia trascorse nel quartiere torinese di San Donato (con la famiglia in via Cibrario); alla fine degli anni cinquanta poi, iniziò a frequentare l'Ideal, un teatro di rivista situato nei pressi di piazza Statuto, che anni dopo diventerà uno storico cinema cittadino; qui, iniziò ad esibirsi come ballerino (fu infatti anche ballerino acrobatico di rock'n'roll) e come imitatore di Jerry Lewis, conoscendo molti attori che lì si esibirono con i loro spettacoli, ed entrando nella compagnia di Erminio Macario. Nel 1962, durante uno spettacolo come ballerino fantasista al teatro Maffei di Via Principe Tommaso a Torino, conobbe un giovane Gian Fabio Bosco, un attore cresciuto a Genova, reduce prima da recitazioni teatrali con sua madre, Anna Caroli e suo padre Sergio Bosco (in arte Sergio Fosco), nella compagnia di Gilberto Govi, poi, da solo, in quella di Gino Bramieri e, in quel periodo, con quella di Mario Ferrero. Ne nacque un'amicizia e un sodalizio artistico Il duo cominciò a recitare in esibizioni comiche prima nei locali di Torino e Genova, poi, man mano in altre città, con il soprannome di "Jerry e Fabio". Qualche anno più tardi, cambieranno il nome del duo in Ric e Gian, raggiungendo i maggiori successi professionali. Nel 1966 saranno chiamati a girare la loro prima pellicola, Ischia operazione amore. Nello stesso periodo, Ric si trasferì prima a Milano, poi a Busto Arsizio. Tuttavia, nel 1987 il duo Ric e Gian si sciolse e, per anni, i due attori continuarono a lavorare separatamente. Dal 28 settembre 1992 al 26 febbraio 1994, Ric presentò la trasmissione televisiva Striscia la notizia. Partecipò al programma Notte Italiana durante la stagione 1993-1994, al fianco di Carmen Russo ed Augusto Martelli (132 puntate andate in onda su Italia 7). Nel 1997 poi, Ric recitò al fianco di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello nel film Un matrimonio e un funerale della serie tv I misteri di Cascina Vianello. Nel 2002 tornò a recitare insieme a Gian, per poi separarsi definitivamente nel 2006, quattro anni prima della morte di Gian. Il 6 novembre 2010 Ric apparve in una puntata di Striscia la notizia su Canale 5, al fianco di Greggio e Iacchetti. Invecchiato e coi capelli completamente bianchi, recitò la parte di un ballerino di Tango nel film Notte prima degli esami. Apparve ancora in Box Office 3D, il primo film italiano in 3D prodotto e girato da Ezio Greggio.

Anno nuovo

 
O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr'ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.
Gianni Rodari

Saggezza Giapponese


lunedì 30 dicembre 2019

31 dicembre San Silvestro




 I Papa
(Papa dal 31/01/314 al 31/12/335)

E' stato il primo Papa di una Chiesa non più minacciata dalle terribili persecuzioni dei primi secoli e il 33esimo dopo Pietro. Nell’anno 313, infatti, gli imperatori Costantino e Licinio hanno dato piena libertà di culto ai cristiani, essendo Papa l’africano Milziade, che è morto l’anno dopo. Gli succede il prete romano Silvestro. A lui Costantino dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni, e costruisce la prima basilica di San Pietro. In pace con l’autorità civile, ma non tra di loro: così sono i cristiani del tempo. Il lungo pontificato di Silvestro (ben 21 anni) è infatti tribolato dalle controversie disciplinari e teologiche, e l’autorità ordinaria della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese, diffuse ormai intorno all’intero Mediterraneo, non è ancora compiutamente precisata. Costantino, poi, interviene nelle controversie religiose non tanto per “abbassare” Silvestro, ma piuttosto per dare tranquillità all’Impero. (Tanto più che lui non è cristiano, all’epoca; e infondata è la voce secondo cui l’avrebbe battezzato Silvestro). Costantino indice nel 314 il Concilio occidentale di Arles, in Gallia, sulla questione donatista (i comportamenti dei cristiani durante le persecuzione di Diocleziano). E sempre lui, nel 325, indice il primo Concilio ecumenico a Nicea, dove si approva il Credo che contro le dottrine di Ario riafferma la divinità di Gesù Cristo («Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre»). Papa Silvestro non ha alcun modo di intervenire nei dibattiti: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese. E, insomma, ci appare sbiadito, non per colpa sua; è come schiacciato dagli avvenimenti. Ma pure deve aver colpito i suoi contemporanei, meglio informati di noi: tant’è che, appena morto, viene subito onorato pubblicamente come “Confessore”. Anzi, è tra i primi a ricevere questo titolo, attribuito dal IV secolo in poi a chi, pur senza martirio, ha trascorso una vita sacrificata a Cristo. Silvestro è un Papa anche sfortunato con la storia, e senza sua colpa: per alcuni secoli, infatti, è stato creduto autentico un documento, detto “donazione costantiniana”, con cui l’imperatore donava a Silvestro e ai suoi successori la città di Roma e alcune province italiane; un documento già dubbio nel X secolo e riconosciuto del tutto falso nel XV. Un anno dopo la sua morte, a papa Silvestro era già dedicata una festa al 31dicembre; mentre in Oriente lo si ricorda il 2 gennaio.
Etimologia: Silvestro = abitatore delle selve, uomo dei boschi, selvaggio, dal latino
Autore: Domenico Agasso

SILVESTRO Auguri !

 
Oggi 31 dicembre chi ha questo nome festeggia l'onomastico.
Silvestro deriva dalla parola latina 'silva', che tradotta è 'selva, bosco', per questo il significato del suddetto nome è 'abitante del bosco'. Nella tradizione popolare si racconta di Silvestro, uomo di fede vissuto nel IV secolo che divenne papa in seguito all'editto di Costantino; sotto il suo pontificato si tenne a Nicea il primo concilio ecumenico. La sua vita e tutte le sue vicende appaiono negli affreschi della cappella della chiesa romana dei Santi Quattro Coronati. Dopo la sua morte è stato canonizzato santo e lo si ricorda il 31 dicembre.
Diffusione: In Italia ci sono circa 13.805 persone di nome Silvestro. Suddivisione: Sicilia (19%), Lombardia (15%), Campania (12%)

Caratteristiche: cordiale e buono, Silvestro è una persona positiva e ottimista. Amico sempre leale è anche un sincero compagno di vita, fedele alla sua famiglia in ogni circostanza.

Significato: abitante del bosco
Onomastico: 31 dicembre
Origine: Latina
Segno corrispondente: Scorpione
Numero fortunato: 1
Colore: Bianco
Pietra: Diamante
Metallo: Argento
Maschili: Salvestro
Femminili: Silvestra
Varianti in altre lingue
Bretone: Jelvestr
Ceco: Silvestr
Croato: Silvestar
Danese: Sylvester, Silvester
Francese: Sylvestre
Greco moderno: Σίλβεστρος (Silvestros)
Inglese: Silvester, Sylvester
Ipocoristici: Sly
Irlandese: Sailbheastar, Silbheastar
Latino: Silvester
Lettone: Silvestrs
Lituano: Silvestras
Polacco: Sylwester
Portoghese: Silvestre
Rumeno: Silvestru
Serbo: Силвестар (Silvestar)
Slovacco: Silvester
Sloveno: Silvester
Femminili: Silvestra
Spagnolo: Silvestre
Svedese: Sylvester
Tedesco: Silvester
Ipocoristici: Vester, Fester
Ucraino: Сильвестр (Syl'vestr)
Ungherese: Szilveszter

Sapevi che?


BUON ANNO FRATELLO!

 
BUON ANNO FRATELLO!
buon anno davvero
io spero sia bello
sereno e leggero
che voli sul filo
dei tuoi desideri
ti porti momenti
profondi e sinceri.
Ti auguro pace
risate a fatica
trovare dei fiori
nei campi d'ortica
ti auguro viaggi
in paesi lontani
lavori da compiere
con le tue mani.
Buon anno fratello
buon anno davvero
ti porti chilometri
di un mondo più vero
e albe splendenti
tramonti infuocati.
Buon anno
a quel sangue
che hai nelle vene
finchè il cuore palpita
andrà tutto bene.
Buon anno fratello
non far cavolate
le pene van via
come sono arrivate.
Ti auguro amore
amore a palate
quintali d'amore
istanti ,minuti
e piene giornate.
AUGURI A Tutti

Quando il sole si nasconde

 

Quando il sole si nasconde
Per paura della notte
Non si calmano le onde
Nelle ore Mie dilette

Tutt'intorno si confonde
Nel Tuo mare sono piatte
Come le gioie Tue profonde
Più non voglio quelle lotte

Ma un sorriso che si espande
A cancellar le ore afflitte
Ma quel buio ci sorprende
Quando in cielo si fa notte.

C'è la luna che risplende
Allora sogni sono a frotte
Perchè un manto si distende
Con tante stelle galeotte

Se una cade Ti sorprende
Nei Tuoi sogni si riflette
Fra le braccia poi Ti prende
E allora........Ti promette

Che Tutto poi risplende
Le chimere non son finite
Attendiamo sulle sponde
Scoprendo i sogni nelle grotte

Il bel domani che ci attende
Dopo una bella notte

Web

i 12 fratelli


i 12 mesi


 
Ecco GENNAIO  col manto di neve,
passa FEBBRAIO di tutti il più breve,
ulula MARZO con pioggia e con vento,
sorride APRILE felice e contento,
MAGGIO odoroso riporta gli uccelli,
GIUGNO dipinge con mille pennelli,
LUGLIO fatica a segare le bionde
spighe,arde AGOSTO e asciuga la fonte.
Coglie SETTEMBRE dai rami i bei frutti,
OTTOBRE i grappoli pesta per tutti.
Suona NOVEMBRE la triste campana
dei morti.Ecco DICEMBRE:lontana
brilla una stella cometa, laggiù,
sopra la stalla ove nato GESU'.

non so l'autore.

Città e potenze e troni


 Città e potenze e troni
 Stanno sotto l'occhio del tempo,
 Quasi quanto i fiori,
 Che giornalmente muoiono:
 Ma, come spuntano gemme novelle
 Per rallegrare altri uomini,
 Così dalla terra esausta e dimenticata
 Risorgono le città

 Il narciso di questa stagione,
 Non viene mai a sapere
 Quale mutamento, caso, gelo
 Stroncasse quelli dell'anno passato;
 Ma con audace aspetto
 E conoscenza poca,
 La sua durata di sette giorni
 Pensa perpetua.

 Così il tempo, generoso oltre ogni segno
 Con tutto ciò che esiste,
 Ci fa altrettanto ciechi
 E audaci che il narciso:
 E nella morte stessa,
 E sepoltura certa,
 Ombra a ombra, ben persuasa, dice:
 « Vedi l'opera nostra come dura! ». 


Rudyard Kipling

Kipling aforismi

 
L'intuizione di una donna
 è molto più vicina alla verità
della certezza di un uomo.
***
Io preferisco pensare bene della gente,
perché così mi risparmio
un sacco di preoccupazioni

Rudyard Kipling

Lettera ad un figlio


Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.

Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.

Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.

Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,

Tu sarai un uomo.

Rudyard Kipling

Rudyard Kipling





Joseph Rudyard Kipling
(Bombay, 30 dicembre 1865Londra, 18 gennaio 1936)
è stato uno scrittore e poeta britannico.
Fra le sue opere più note: la raccolta di racconti Il libro della giungla (The Jungle Book, 1894), i romanzi Kim (1901), Capitani coraggiosi (1897), i componimenti in versi Gunga Din (1892), Se (If, 1895) e Il fardello dell'uomo bianco (The White Man's Burden, 1899). 
Kipling nacque da genitori inglesi; suo padre John Lockwood Kipling era un professore d'architettura giunto a Bombay, per dirigere la locale scuola d'arte, assieme alla moglie Alice MacDonald. I genitori si erano conosciuti due anni prima al Rudyard Lake di Staffordshire, in Inghilterra. In India l'infanzia di Rudyard Kipling fu felice, circondato dall'affetto e dalla devozione di servitori indigeni. Nel 1871, all'età di sei anni, fu inviato a Southsea, in Inghilterra, assieme alla sorellina Trix, per frequentare le scuole primarie, presso i coniugi Holloway, lontani parenti. Fu il periodo più infelice della sua esistenza sia a causa della lontananza dei genitori che a causa dei rigidi metodi della signora Holloway, come lo stesso Kipling testimoniò in alcune opere, per es. nel racconto Bee, bee, Pecora Nera e nella sua autobiografia postuma Something of myself. I due bambini potevano comunque visitare i parenti in Inghilterra per un mese di ogni Natale con la zia materna Georgiana e suo marito, l'artista Edward Burne-Jones, presso la loro casa "The Grange" a Fulham, Londra, definita da Kipling «un paradiso che credo in verità mi abbia salvato». Nella primavera del 1877 la signora Kipling tornò dall'India a riprendersi i propri bambini. Nel 1878 fece il suo ingresso all'United Service College, una scuola nel Westward Ho!, appositamente creata allo scopo di educare i figli degli ufficiali britannici senza che questi dovessero sostenere grandi spese. Durante la sua permanenza, Kipling incontrò Florence Garrard, di cui si innamorò perdutamente; a lei si era ispirato per il personaggio di Maisie sul suo primo romanzo, The Light that Failed (1891).Alla fine della sua permanenza a scuola i suoi insegnanti ritennero che gli mancava la capacità intellettuale per ottenere una borsa di studio ad Oxford[3], e i suoi genitori non avevano le risorse economiche per finanziare gli studi; quindi suo padre lo mandò a lavorare a Lahore, in Pakistan, dove ricoprì l'incarico di direttore della Collezione Nazionale di Arte di Lahore e guardia del Museo di Lahore. Rudyard Kipling era capo redattore di un piccolo giornale locale, La gazzetta civile e militare. Decise di trasferirsi in India il 2 settembre 1882 e arrivò a Bombay il 20 ottobre dello stesso anno. Nel 1889 Kipling iniziò un lungo viaggio attraverso Birmania, Cina, Giappone e California, prima di attraversare gli Stati Uniti e l'Oceano Atlantico, stabilendosi poi a Londra. I suoi diari di viaggio From Sea to Sea and Other Sketches, Letters of Travel risalgono in gran parte a questo periodo e riprendono anche alcuni articoli scritti per il giornale. Da quel momento in poi la sua fama crebbe rapidamente ed egli divenne in breve tempo la voce dell'imperialismo. Il suo primo romanzo, The Light that Failed, fu pubblicato nel 1890. Il più famoso dei suoi poemi è probabilmente The Ballad of East and West. Nell'aprile del 1886 venne iniziato in Massoneria nella Loggia Hope and Perseverance No. 782 di Lahore, per la quale scrisse la famosa poesia Mother Lodge (Loggia madre)Nel 1892 Kipling sposò Caroline "Carrie" Balestier: durante la luna di miele, la banca di Kipling fallì e la coppia fu costretta a ritornare nel Vermont, dove viveva la famiglia di lei. Rudyard e la moglie vissero in America per i successivi quattro anni e costruirono una casa a Brattleboro che tuttora esiste, in Kipling Road. Fu durante questo periodo che Kipling iniziò a scrivere racconti per bambini e diede alle stampe Il libro della giungla (1894) e Il secondo libro della giungla (1895). Kipling lasciò il Vermont dopo una lite con il cognato, che lo trascinò in tribunale: lui e la moglie tornarono in Inghilterra, dove nel 1897 pubblicò Capitani coraggiosi e, nel 1899, Stalky & C. Nel 1898 iniziò una serie di viaggi annuali in Africa durante la stagione invernale: lì divenne amico di Cecil Rhodes mentre raccoglieva materiale per le sue Storie proprio così (Just So Stories for Little Children), successivamente pubblicato (1902) come preludio a Kim. Tra le poesie che Kipling compose in quel periodo, figurano Gunga Din (1892, da cui nel 1939 il regista George Stevens trasse l'omonimo film interpretato da Cary Grant e Joan Fontaine) e The White Man's Burden (1899); come saggista, fu coinvolto nel dibattito sulla responsabilità britannica nella formazione della flotta tedesca (i suoi articoli sono raccolti nell'antologia A Fleet in Being). Il XX secolo vide Kipling all'apice della sua popolarità: ottenne il Premio Nobel per la letteratura a soli 41 anni (il più giovane di sempre) nel 1907 per Il libro della giungla e pubblicò Puck of Pook's Hill (1906) e Rewards and Fairies (1910). Il nome di Kipling era così strettamente legato al colonialismo che, con la prima guerra mondiale, la sua popolarità ebbe a soffrire del contraccolpo. Comunque all'inizio della Prima guerra mondiale cominciò a svolgere l'incarico di corrispondente di guerra, prima sul fronte occidentale, poi su quello italiano;ed entrò a far parte della Sir Fabian Ware's Imperial War Graves Commission (successivamente rinominata Commonwealth War Graves Commission). Si arruolò poi come autista di ambulanze militari. Nello stesso periodo suo figlio maggiore John, come lui fervente nazionalista, volontario in guerra e accettato alla leva solo dopo che fu riformato una prima volta, morì nella battaglia di Loos (1915). Con la crescente popolarità dell'automobile, Kipling tornò a essere un corrispondente itinerante per l'Europa e scrisse alcuni tra i suoi articoli più belli. Kipling scrisse anche la storia e la sceneggiatura di Without Benefit of Clergy, film muto del 1921 diretto da James Young; in questo film, Kipling apparve nei titoli anche come scenografo. Nel 1922 venne chiamato dall'Università di Toronto per organizzare le cerimonie di laurea, lavoro di cui fu entusiasta. Lo stesso anno divenne rettore della St Andrews University, carica che gli rimase fino al 1925. Kipling morì di emorragia cerebrale, a settant'anni. Il suo corpo venne cremato e le ceneri sono custodite presso l'Abbazia di Westminster, a Londra.

Tito Flavio Vespasiano



(latino: Titus Flavius Vespasianus;
Prima di salire al trono, Tito fu un abile e stimato generale che si distinse per la repressione della ribellione in Giudea del 70, durante la quale venne distrutto il secondo tempio di Gerusalemme. Fu considerato un buon imperatore da Tacito e da altri storici contemporanei; è noto per il suo programma di opere pubbliche a Roma e per la sua generosità nel soccorrere la popolazione in seguito a due eventi disastrosi: l’eruzione del Vesuvio del 79 e l’incendio di Roma dell’80. Celebre è la definizione che diede di lui lo storico Svetonio: Amor ac deliciae generis humani, ovvero "amore e delizia del genere umano", per celebrare i vari meriti di Tito e del suo governo. La famiglia di Tito, la gens Flavia, apparteneva a quella nobiltà italica che, nella prima metà del I secolo, stava via via sostituendo la più antica aristocrazia romana, indebolita dai decenni di guerre civili combattuti nel I secolo a.C. La gens Flavia, ad esempio, salì da origini umili all'onore della porpora nel giro di appena tre generazioni. Il bisnonno paterno di Tito, il reatino Tito Flavio Petrone, aveva combattuto come centurione evocato nell'esercito di Gneo Pompeo Magno durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo (49-45 a.C.), ponendo fine ignominiosamente alla propria carriera con la fuga dal campo di battaglia durante la battaglia di Farsalo (48 a.C.); perdonato da Cesare, divenne esattore delle tasse delle vendite all'asta e sposò la ricca Tertulla. Il figlio di Petrone e Tertulla, Tito Flavio Sabino, fu un ricco esattore delle tasse in Asia e un prestatore ad interessi in Helvetia e sposò la nursina Vespasia Polla, figlia del tribuno militare Vespasio Pollione; grazie a questo matrimonio, Sabino si imparentò con l'aristocratica gens Vespasia, garantendo ai propri figli, Tito Flavio Sabino e Tito Flavio Vespasiano, il rango senatoriale. Il figlio minore di Sabino, Vespasiano, sposò Flavia Domitilla maggiore, da cui ebbe Tito Flavio Vespasiano, nato a Roma il 30 dicembre 39; la coppia ebbe anche una figlia nata nel 45, Flavia Domitilla minore, e un altro figlio nato nel 51, Tito Flavio Domiziano. Mentre il padre percorreva la carriera militare partecipando all'invasione romana della Britannia, Tito era educato a corte assieme al figlio dell'imperatore Claudio, Britannico, di cui era grande amico: quando Britannico morì avvelenato, Tito rimase a lungo infermo per aver bevuto dello stesso veleno; successivamente fece erigere alla memoria dell'amico una statua d'oro sul Palatino e una processionale d'avorio. Durante la sua adolescenza, Tito ricevette un'educazione militare e una letteraria, che gli permise di diventare abile nell'esercizio delle armi e nel cavalcare, oltre ad essere un buon poeta e oratore sia in greco che in latino.Tra il 58 e il 60 fu prima tribuno militare in Germania, dove ebbe per collega Plinio il Vecchio, poi in Britannia, probabilmente in occasione del trasferimento sull'isola di un contingente di rinforzo a seguito della rivolta di Budicca. Attorno al 63 fece ritorno a Roma per intraprendere con successo la carriera forense, raggiungendo la carica di questore. In questo periodo sposò Arrecina Tertulla, figlia di un ex Prefetto del pretorio di Caligola, Marco Arrecino Clemente. Tertulla morì nel 65 e Tito si risposò con Marcia Furnilla, da cui ebbe una figlia, ma dalla quale divorziò senza risposarsi più. Furnilla apparteneva ad una nobile famiglia, collegata, però, con l'opposizione senatoriale a Nerone, tanto che lo zio di Furnilla, Barea Sorano, e sua figlia Sevilla morirono nelle purghe neroniane seguite alla fallita congiura di Pisone del 65. Nel 67, Vespasiano fu incaricato dall'imperatore Nerone di assumere il comando delle forze romane impegnate a sedare la ribellione dei Giudei (prima guerra giudaica, 66-74). Tito, che all'epoca aveva 28 anni circa, ricevette il comando della Legio XV Apollinaris, che andò a prelevare ad Alessandria d'Egitto e che portò poi in Giudea. I meriti di Tito nella guerra giudaica sono difficili da soppesare, in quanto la principale fonte della guerra, la Guerra giudaica di Giuseppe Flavio, fu scritta dal comandante giudeo della fortezza di Iotapata, assediata e conquistata da Tito nel 67, che strinse poi rapporti di clientela con la dinastia flavia. Tito fu incaricato da Vespasiano di recarsi ad Antiochia a mediare con Gaio Licinio Muciano, governatore di Siria e come tale responsabile della Giudea, affinché i due generali giungessero a dividersi proficuamente le competenze: Tito riuscì nel compito, protrattosi fino alla fine del 67, e si unì al padre nella guerra.  Nel 67 Tito partecipò agli assedi di Iotapata e Giaffa, poi combatté intorno a Tiberiade, Taricace e Gamala.Nel 69, l'anno dei quattro imperatori, Vespasiano rientrò a Roma per reclamare il trono, lasciando il figlio in Giudea a porre fine alla rivolta, cosa che Tito fece l’anno successivo: Gerusalemme fu saccheggiata, il Tempio distrutto, e gran parte della popolazione uccisa o costretta a fuggire dalla città. Durante il suo soggiorno a Gerusalemme, Tito ebbe una relazione con Berenice di Cilicia, figlia di Erode Agrippa I. Al suo ritorno a Roma nel 71 fu accolto in trionfo. Fu più volte console durante il regno del padre, e fu anche Prefetto della Guardia pretoriana, assicurandone la fedeltà all'imperatore. Tutti i fatti legati alla rivolta e alla caduta di Gerusalemme sono raccontati dallo storico ebreo Giuseppe Flavio nella sua opera Guerra giudaica. Tito succedette al padre Vespasiano nel 79, imponendo così, per breve tempo, il ritorno al regime dinastico nella trasmissione del potere imperiale. Svetonio scrisse come allora molti temettero che Tito si sarebbe comportato come un novello Nerone, a causa dei numerosi vizi che gli venivano attribuiti. Al contrario, egli fu un valido e stimato imperatore, amato dal popolo, che fu pronto a riconoscere le sue virtù. Pose fine ai processi per tradimento, punì i delatores, e organizzò sontuosi giochi gladiatòrii senza che il loro costo si ripercuotesse sulle tasche dei cittadini. Completò la costruzione del Colosseo e fece costruire delle Terme nel sito dove si trovava la Domus Aurea, restituendo l’area alla città. L'eruzione del Vesuvio del 79 – che causò la distruzione di Pompei ed Ercolano e gravissimi danni nelle città e comunità attorno al golfo di Napoli – ed un rovinoso incendio divampato a Roma l'anno successivo, diedero modo a Tito di mostrare la propria generosità: in entrambi i casi egli contribuì con le proprie ricchezze a riparare i danni e ad alleviare le sofferenze della popolazione. Questi episodi, ed il fatto che durante il suo principato non fu emessa nessuna sentenza di condanna a morte, gli valsero l'appellativo presso gli storici suoi contemporanei di "delizia del genere umano" (Durante il suo regno dovette anche affrontare la ribellione di Terenzio Massimo, soprannominato il "Falso Nerone" per la sua somiglianza con l’imperatore: Terenzio fu costretto a fuggire oltre l’Eufrate, dove trovò rifugio presso i Parti. Dopo appena due anni di regno, Tito morì per una forte febbre. Secondo Svetonio, potrebbe essere stato colpito dalla malaria assistendo i malati, oppure avvelenato dal suo medico personale Valeno su ordine del fratello Domiziano. Il Talmud, il cui testo lo ritrae con un carattere presuntuoso e crudele, narra in dettaglio le origini della sua malattia e il suo epilogo. Alla sua morte fu deificato dal Senato, e un arco trionfale fu eretto nel Foro Romano dallo stesso Domiziano per celebrare le sue imprese militari. La sua reputazione rimase intatta negli anni, tanto da essere poi eletto a modello dai "Cinque buoni Imperatori" del II secolo (Nerva, Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio). Ancor oggi, si usa una frase a lui attribuita ("Ecco una giornata perduta!") che avrebbe pronunciato al tramonto di una giornata in cui non aveva avuto occasione di fare del bene.

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