ODE scritta in occasione delle
Rivoluzione di Modena e Bologna scoppiate nel 1830
Su, Figli d’Italia! su, in armi! coraggio!
Il suolo qui è nostro: del nostro retaggio
Il turpe mercato finisce pei re.
Un popol diviso per sette destini,
5In sette spezzato da sette confini,
Si fonde in un solo, più servo non è.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Il suolo qui è nostro: del nostro retaggio
Il turpe mercato finisce pei re.
Un popol diviso per sette destini,
5In sette spezzato da sette confini,
Si fonde in un solo, più servo non è.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Dall’Alpi allo Stretto fratelli siam tutti!
Su i limiti schiusi, su i troni distrutti
Piantiamo i comuni tre nostri color!
Il verde, la speme tant’anni pasciuta;
Il rosso, la gioia d’averla compiuta:
Il bianco, la fede fraterna d’amor.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì
Dei re congiurati la tresca finì!
Gli orgogli minuti via tutti all’obblio!
La gloria è de’ forti. — Su, forti, per Dio,
Dall’Alpi allo Stretto, da questo a quel mar
Deposte le gare d’un secol disfatto,
Confusi in un nome, legati a un sol patto,
Sommessi a noi soli giuriam di restar.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Su, Italia novella! su, libera ed una!
Mal abbia chi a vasta, secura fortuna
L’angustia prepone d’anguste città!
Sien tutte le fide d’un solo stendardo!
Su, tutti da tutte! Mal abbia il codardo,
L’inetto che sogna parzial libertà!
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Voi chiusi ne’ borghi, voi sparsi alla villa,
Udite le trombe, sentite la squilla
Che all’armi vi chiama dal vostro Comun!
Fratelli, a’ fratelli correte in aiuto!
Gridate al Tedesco che guarda sparuto: L’Italia è concorde; non serve a nessun.
Su i limiti schiusi, su i troni distrutti
Piantiamo i comuni tre nostri color!
Il verde, la speme tant’anni pasciuta;
Il rosso, la gioia d’averla compiuta:
Il bianco, la fede fraterna d’amor.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì
Dei re congiurati la tresca finì!
Gli orgogli minuti via tutti all’obblio!
La gloria è de’ forti. — Su, forti, per Dio,
Dall’Alpi allo Stretto, da questo a quel mar
Deposte le gare d’un secol disfatto,
Confusi in un nome, legati a un sol patto,
Sommessi a noi soli giuriam di restar.
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Su, Italia novella! su, libera ed una!
Mal abbia chi a vasta, secura fortuna
L’angustia prepone d’anguste città!
Sien tutte le fide d’un solo stendardo!
Su, tutti da tutte! Mal abbia il codardo,
L’inetto che sogna parzial libertà!
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
Voi chiusi ne’ borghi, voi sparsi alla villa,
Udite le trombe, sentite la squilla
Che all’armi vi chiama dal vostro Comun!
Fratelli, a’ fratelli correte in aiuto!
Gridate al Tedesco che guarda sparuto: L’Italia è concorde; non serve a nessun.
Giovanni Berchet
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