(Milano, 23 dicembre 1783 – Torino, 23 dicembre 1851)
è stato un poeta, scrittore e letterato italiano, tra gli esponenti più significativi del romanticismo.
Nacque
nel palazzo situato nella attuale via Cino del Duca da Federico e da
Caterina Silvestri, primo di otto fratelli. Il padre era un
commerciante di tessuti di Nantua
in Svizzera. Da giovane fu traduttore non solo di opere poetiche
all'avanguardia, che esprimevano il nuovo gusto romantico, come l'ode "Il bardo" di Thomas Gray, ma anche di romanzi, come "Il vicario di Wakefield" di Oliver Goldsmith. Nel 1816 fu l'autore del più famoso manifesto del romanticismo italiano, ovvero la "Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo"; il titolo completo di tale opera era "Sul cacciatore feroce e sulla Eleonora di G.A. Bürger. Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo". Nel 1818 fece parte del gruppo che fondò Il Conciliatore, il foglio che era portavoce delle posizioni romantiche. Due anni dopo si iscrisse alla Carboneria, coltivando contemporaneamente la passione politica e quella letteraria. Partecipò ai moti repressi del 1821 e per sfuggire all'arresto fu costretto ad andare in esilio prima a Parigi, poi a Londra e infine in Belgio. A questo periodo belga risale la sua produzione poetica: il poemetto "I profughi di Parga" (1821), le "Romanze" (1822-1824) e l'altro poemetto "Le fantasie" (1829). Tornato in Italia nel 1845, partecipò alle cinque giornate di Milano del 1848
e lottò con tutti i mezzi possibili per il raggiungimento dell'unità
d'Italia, alla quale però non poté assistere per motivi anagrafici: dopo
il fallimento della prima guerra di indipendenza e la iniziale prevalenza dell'Austria fu costretto a riparare in Piemonte. Nel 1850 si schierò con la destra storica e fu eletto al Parlamento subalpino. Morì l'anno successivo. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.
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