giovedì 31 gennaio 2019

mercoledì 16 gennaio 2019

LA LEGGENDA DELL’UOMO DEL GHIACCIO



Un giorno in un bosco alcuni arbusti secchi presero fuoco; le fiamme si innalzarono rapidamente, estendendosi dappertutto. La tribù si chiese come combattere quell’incendio e uno di loro propose di cercare l’Uomo del Ghiaccio, che viveva in una terra lontana del Nord. Furono inviati alcuni di loro per cercarlo e condurlo sul luogo. Quando lo raggiunsero, videro un uomo molto vecchio, con i lunghi capelli bianchi legati in trecce. Appena seppe qual era il problema, si sciolse le trecce e si batté i capelli tra le due mani. Subito si sollevò un gran vento; batté nuovamente i capelli tra le mani e scese la pioggia, rifece il gesto per la terza volta. Dal cielo caddero prima la grandine e poi fiocchi di neve. Disse loro di avviarsi, promettendo che li avrebbe raggiunti l’indomani. Tornati al loro paese, portarono la speranza ai loro compagni spaventati da quell’incendio indomabile. Il giorno dopo si alzò il vento e capirono che l’Uomo del Ghiaccio stava arrivando. Il vento sollevò ancora di più le fiamme; scese la pioggia, ma non bastò a spegnere l’incendio; caddero prima la grandine e poi la neve e l’incendio si spense. Al posto della radura incendiata ora c’era un grande lago.

lunedì 14 gennaio 2019

Prato


Prato
Guarda giù nell’erba folta:
forse un angelo è passato;
mai si videro nel prato
tanti fiori in una volta.
Tanti e tutti così belli
che farfalle e farfallini
stupefatti fanno inchini
ora a questi ed ora a quelli.
E se poi deve passare
svolazzando qua e là,
sai la brezza cosa fa?
Chiude l’ali e sta a guardare.

Dina Rebucci

Alla Mamma


Rebucci Dina



REBUCCI Mc. ARTHUR, Dina.
Prolifica  scrittrice  di libri per ragazzi, racconti e libri per le scuole,poetessa
molto  apprezzata  primi  del  900/950.
Uno   tra   i   tanti   libri   da   lei   scritti La vocina della capanna: racconti per i
bimbi buoni.
; Seconda edizione.  La scuola, Brescia. 1951.

venerdì 11 gennaio 2019

La Mamma





Dio prese la Bontà
e la mescolò pazientemente con l’Amore,
le condì con la Pazienza e la Dedizione,
vi sparse gocce di Serenità
e aggiunse tanta tanta Dolcezza.

Ecco la Mamma era pronta.

Non ebbe bisogno di un forno per la cottura
perché nel petto delle Mamme
brucia una grande fornace
che non si spegne mai
neanche con i getti gelati delle delusioni
che tante volte inondano il loro tenero cuore.

Sono gli unici esseri che sanno indossare
sempre lo stesso vestito
e che portano ai piedi scarpe scolorite.
Possono farlo …

Nessuno al mondo le può uguagliare in bellezza
perché il loro vestito è intessuto di luce
e con i loro passi nelle scarpe consumate
sanno tracciare le strade della vita dei loro figli
con regalità e nobiltà.

I loro pensieri non hanno confini e sanno percorrere
le strade del sogno ….
Sono sempre pensieri stupendi
che solo loro sanno fare
con la loro grande forza d’amare!

Anche se logora, vecchia e stanca
una mamma non potrà mai dimenticare
che Dio l’ha creata per le sue creature
e che per le sue creature per sempre vivrà
anche quando sarà nell’eternità!

dal web

giovedì 10 gennaio 2019

Camminavo lungo un sentiero coperto d'erba




Camminavo lungo un sentiero coperto d'erba, quando all'improvviso udii una voce alle mie spalle: "guarda, mi riconosci?" Mi volsi e la guardai e le dissi: "non riesco a ricordare il tuo nome".
Lei disse: "sono il primo grande dolore che incontrasti nella tua giovinezza". I suoi occhi sembravano un mattino la cui rugiada è ancora nell'aria.
Rimasi per un poco in silenzio e poi dissi: "hai perduto tutto il tuo grande fardello di lacrime?" Lei sorrise e non disse nulla. Capii che le sue lacrime avevan avuto il tempo di imparare il linguaggio del sorriso.
"Una volta" mormorò "dicevi che avresti avuto cara per sempre la tua pena". Arrossendo risposi: "son passati degli anni ed ho dimenticato". Poi presi la sua mano nella mia e dissi: "anche tu sei cambiata".
"Quello che un tempo era dolore" disse: "ora è diventato pace..."
TAGORE

mercoledì 9 gennaio 2019

Il ritorno a scuola...



 
In una classe, dopo le vacanze natalizie, il professore vuole saggiare il grado di conoscenza religiosa dei suoi alunni. Come è solito fare, pensa opportuno dare loro un tema da svolgere nel corso della settimana dopo la festa dell'Epifania: "I tre Re Magi hanno portato a Gesù tre doni: oro, incenso e mirra. Secondo voi, quale dei tre è il dono più prezioso? E perché?".

Dopo una settimana i temi sono consegnati e le risposte, come si poteva supporre, sono le più varie e disparate. Chi dice che la mirra è il dono più prezioso perché sottolinea come la sofferenza e la morte in croce di Gesù siano il segno più grande del suo amore per ogni uomo. Chi invece sostiene che il dono dell'incenso mette molto bene in risalto la funzione sacerdotale di Gesù, quale ponte tra cielo e terra che ha unito Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Altri studenti invece - la maggior parte - decisamente scelgono il dono dell'oro come segno di colui che, Re del cielo e della terra, è proprietario di tutte le ricchezze che sono state, sono e saranno.
Il professore, dopo essersi congratulato con gli alunni e per il tema svolto, e per la saggezza delle argomentazioni che hanno motivato le diverse scelte e le varie preferenze dei doni, non può però non constatare: "Devo rammaricarmi con lo studente ritenuto il più bravo, che ha consegnato il quaderno, senza scrivere una riga sul tema proposto. Perché?".
Roberto, stranamente sereno e sicuro di sé, si aspettava il rimprovero o almeno una richiesta di giustificazione, e risponde semplicemente che, a suo giudizio, nessuno dei tre doni è importante. "Secondo me, signor professore, il dono più grande che i tre Re Magi hanno fatto a Gesù è stato il loro prostrarsi per adorarlo. Mi pare - continuò il saggio studente - che Gesù abbia gradito dai Magi più l'offerta che hanno fatto di se stessi, che non quanto essi avevano in mano".

Quale sarà il mio posto


Quale sarà il mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo.
Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?
Tu fai cose inaspettate, gloriose. Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza. Importante è trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi.
E io, per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della tua gloria.

martedì 8 gennaio 2019

Saggezze Indiane


"Questa guerra non viene dalla nostra terra, questa guerra è stata portata su noi e i nostri figli dal Grande Padre che sono venuti a prendere la nostra terra senza riconoscerle un prezzo limitandosi a fare cose malvagie. Questa guerra è solo una rapina, un furto della nostra terra."
Coda Maculata


Non si inizi nessun discorso senza mostrare per prima cosa umiltà. "Io sono ignorante, un pover'uomo", è così che cominciano tutti i discorsi. "Io non so nulla più di voi che siete seduti intorno a me, ma io vorrei offrirvi il mio umile parere".
Allen C. Quetone, Kiowa


"Attendetevi che i fiumi scorrano all' incontrario allo stesso modo che ogni uomo nato libero sia contento d' essere rinchiuso entro limiti precisi senza la libertà di andare dove vuole".
Capo Giuseppe

domenica 6 gennaio 2019

Arrivarono solo in tre



Forse non tutti sanno che un tempo, quando non esistevano i computer, tutto il sapere del mondo era concentrato nella mente di sette persone sparse nel mondo: i famosi Sette Savi, i sette sapienti che conoscevano i come, i quando, i perché, i dove di ogni cosa che accadeva. Erano talmente importanti che erano considerati dalla gente dei re, anche se non lo erano; per questo erano chiamati Re Magi.

Nell'anno 0, studiando le loro pergamene segrete, tutti e sette i Magi giunsero ad una strabiliante conclusione: proprio in una notte di quell'anno sarebbe apparsa una straordinaria stella che li avrebbe guidati alla culla dei Re dei re. Da quel momento passarono ogni notte a scrutare il cielo e a fare preparativi, finché davvero una notte nel cielo apparve una stella luminosissima; i Sette Savi partirono dai sette angoli del mondo dove si vivevano e si misero a seguire la stella che indicava loro la strada. Tutto quello che dovevano fare era non perderla mai di vista.

Ognuno dei sette Magi, tenendo gli occhi fissi sulla stella, che poteva vedere giorno e notte, cavalcava per raggiungere il Monte delle Vittorie, dove era stabilito che i sette savi dovevano incontrarsi per formare una sola carovana.

Olaf, re Mago della Terra dei Fiordi, attraversò le catene dei monti di ghiaccio e arrivò presto in una valle verde, dove gli alberi erano carichi di frutti squisiti e il clima dolce e riposante; il mago vi si trovò così bene che decise di costruirsi un castello. Così, ben presto, si scordò della stella.

Igor, re Mago del Paese dei Fiumi, era un giovane forte e coraggioso, abile con la spada e molto generoso. Attraversando il regno del re Rosso, un sovrano crudele e malvagio, decise di riportare la pace e la giustizia per quel popolo maltrattato; così divenne il difensore dei poveri e degli oppressi, perse di vista la stella e non la cercò più.

Yen Hui era il re Mago del Celeste Impero, era uno scienziato e un filosofo, appassionato di scacchi. Un giorno arrivò in una splendida città dove uno studioso teneva una conferenza sulle origini delll'universo; Yen Hui non riuscì a resistere, lo sfidò ad un dibattito pubblico, si confrontarono su tutti i campi del sapere e per ultimo iniziarono una memorabile partita a scacchi che durò una settimana. Quando si ricordò della stella era troppo tardi: non riuscì più a trovarla.

Lionel era un re Mago poeta e musicista, che veniva dalle terre dell'Ovest e viaggiava solo con strumenti musicali. Una sera fu ospitato per la notte da un ricco signore di un pacifico villaggio. Durante il banchetto in suo onore, la figlia del signore danzò e cantò per gli invitati e Lionel se ne innamorò perdutamente; così finì per pensare solo a lei e nel suo cielo la stella miracolosa scomparve piano piano.

Solo Melchior, re dei Persiani, Balthasar, re degli Arabi e Gaspar, re degli Indi, abituati alla fatica e ai sacrifici, non diedero mai riposo ai loro occhi, per non rischiare di perdere di vista la stella che segnava il cammino, certi che essa li avrebbe guidati alla culla del Bambino, venuto sulla terra a portare pace e amore. Così ognuno di loro arrivò puntuale all'appuntamento al Monte delle Vittorie, si unì ai compagni e insieme ripresero la loro marcia verso Betlemme, guidati dalla stella cometa, più luminosa che mai.

Soltanto i Magi che hanno davvero vigilato non hanno perso l'appuntamento più importante della loro vita. Ogni cristiano, come una sentinella, deve stare all'erta e non lasciarsi prendere dalla pigrizia o dal torpore, perché il Signore ci aspetta alla Sua culla.
WEB.

mercoledì 2 gennaio 2019

La devozione quotidiana





E' più necessaria del cibo d'ogni giorno.
Un Indiano si alza presto,
calza i suoi mocassini e va al fiume.
Si bagna il viso con l'acqua fredda,
quindi si tuffa completamente.
Dopo il bagno, rimane eretto
davanti allo spuntare dell'alba, il viso
al sole che danza sopra l'orizzonte,
ed offre la sua preghiera muta.
La sua compagna può averlo preceduto
o può seguirlo nella sua devozione,
ma non l'accompagna mai.
Ogni anima deve incontrarsi da sola
con il sole del mattino,
il grande silenzio!
Davanti alla bellezza della natura,
l'indiano si ferma in contemplazione
e non vede il bisogno di distinguere
un giorno tra i sette per farlo santo,
poiché per lui tutti i giorni
sono di Dio.

(Ohiyesa Santee)

martedì 1 gennaio 2019

Bandiere di Piccadilly,



Bandiere di Piccadilly,
Dove ho postato su e giù,
E mi desideravo così spesso
Ben lontano da te e dalla città--

Le persone camminano tranquillamente
E fermi in piedi,
Cabine e omnibus che si muovono
Proprio come al solito in strada?

Le case sembrano diritte
Come un tempo erano,
E nulla sembra influenzato
Dal lancio del mare?

Attraverso le ringhiere di ferro del Green Park
I pedoni veloci passano?
I bambini giocano
Intorno al platano nell'erba?

Questo squallido selvaggio nordovest
Con il quale la nostra nave combatte,
Serve semplicemente con te
Portare degli aquiloni di carta?

Bandiere di Piccadilly,
Che odiavo così, lo giuro
Potrei augurare con tutto il mio cuore
Adesso eri sotto di me!

Tutto bene


Tutto bene
Per quanto sogni, con il dubbio posseduto,
Tieni, tienilo stretto al petto,
E rilassati e riposati;
E quando ti svegli, per lavorare di nuovo,
Il vento soffia, la nave va,
E dove e dove, nessuno lo sa.

'Va bene tutto bene: non c'è bisogno di cure;
Anche se come e quando, e dove,
Non possiamo vedere e non possiamo dichiarare.
Nonostante i sogni, nonostante il pensiero,
'Non è invano, e non per nulla,
Il vento soffia, la nave va,
Sebbene dove e dove, nessuno lo sa.

Arthur Hugh Clough




Arthur Hugh Clough
(Liverpool 1º gennaio 1819 – Firenze 13 novembre 1861)
è stato un poeta inglese, fratello di Anne Jemima Clough ed assistente di Florence Nightingale.

Fratello maggiore di Anne Clough - una delle prime suffragette inglesi e promotrice dell'istruzione superiore per le donne (morì in circostanze misteriose, secondo le indagini più recenti avvelenata da un amante che aveva lasciato e che si era voluto vendicare) - è figlio di un importatore di cotone dall'America. Clough è allievo prediletto di Thomas Arnold, preside che aveva riformato gli studi secondari in Inghilterra. La sua esistenza intellettuale è tormentata dalla malattia che avrebbe dovuto portarlo precocemente alla tomba: problemi religiosi, conflitti e insoddisfazioni si intrecciano e fanno di lui una personalità che anticipa la rivolta all'epoca vittoriana.  Clough fu compartecipe della cause della libertà italiana e i suoi versi ne sono testimonianza. Arthur Hugh Clough muore a Firenze, di ritorno da un viaggio in Grecia.

Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.


Felice seguirò la mia strada.
Felice invocherò le grandi nuvole cariche d'acqua.
Felice invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice invocherò i germogli sulle piante.
Felice invocherò polline in abbondanza.
Felice invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e nell'armonia.
La bellezza e l'armonia siano davanti a me.
La bellezza e l'armonia siano dietro di me.
La bellezza e l'armonia siano sotto di me.
La bellezza e l'armonia siano sopra di me.
Che la bellezza e l'armonia siano ovunque,
sul mio cammino.
Nella bellezza e nell'armonia tutto si compie.Non si può imbrigliare il vento!

1° GENNAIO Maria Santissima Madre di Dio


La solennità di Maria SS. Madre di Dio è la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale. Origina riamente la festa rimpiazzava l" uso pagano delle "strenae"(strenne),i cui riti contrastavano con la santità delle celebrazioni cristiane. Il "Natale Sanctae Mariae" cominciò ad essere celebrato a Roma intorno al VI secolo,probabilmente in concomitanza con la dedicazione di una delle prime chiese mariane di Roma: S. Maria Antiqua al Foro romano, a sud del tempio dei Castori. La liturgia veniva icollegata a quella del Natale e il primo gennaio fu chiamato "in octava Domini":in ricordo del rito compiuto otto giorni dopo la nascita di Gesù, veniva proclamato il vangelo della circoncisione, che dava nome anch"essa alla festa che inaugurava l"anno nuovo. La recente riforma del calendario ha riportato al 10 gennaio la festa della maternità divina, che dal 1931 veniva celebrata l"11 ottobre, a ricordo del concilio di Efeso (431), che aveva sancìto solennemente una verità tanto cara al popolo cristiano: Maria è vera Madre di Cristo, che è vero Figlio di Dio. Nestorio aveva osato dichiarare: "Dio ha dunque una madre? Allora non condanniamo la mitologia greca,che attribuisce una madre agli dèi "; S. Cirillo di Alessandria però aveva replicato: "Si dirà: la Vergine è madre della divinità? Al che noi rispondiamo: il Verbo vivente, sussistente,è stato generato dalla sostanza medesima di Dio Padre, esiste da tutta l'eternità....... Ma nel tempo egli si è fatto carne, perciò si può dire che è nato da donna".Gesù, Figlio di Dio, è nato da Maria è da questa eccelsa ed esclusiva prerogativa che derivano alla Vergine tutti i titoli di onore che le attribuiamo, anche se possiamo fare tra la santità personale di Maria e la sua maternità divina una distinzione suggerita da Cristo stesso: "Una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: " Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" In realtà," Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e, abbracciando con tutto l"animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all"opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (Lumen Gentium, 56).
 
 
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Piero Bargellini.

Se vai.......