Quale sarà il
mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura,
non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché tu sei
fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il
primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo
rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante,
ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo.
Cosa farai di
questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e
che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza
invincibile del tuo amore trasfigurante?
Tu fai cose
inaspettate, gloriose. Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare
la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che
sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti
guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza. Importante è
trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi.
E io, per
quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia
felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio,
per essere tempio della tua gloria.
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