venerdì 30 settembre 2022

All’angelo mio

 


Angelo mio, che i sogni innamorati
Soavemente riconforti e bei,
Che sorridi pietoso a’ lagni miei
E ridesti la mente ai dì beati,

Nume che i miei pensier distruggi o crei
Sol che mi volga i lumi addolorati,
O mi fuggi, o t’involi… e tempi e fati
Mio ti disser nascendo, e mio tu sei!

Amarti!… Oh se potessi, angelo mio,
Un istante seguirti oltre le sfere
Che mi contende questa fral natura,

Perennemente assorta in tuo pensiere,
Ritornerei l’eletta creatura
Inebrïata all’alito di Dio!

   Mariannina Coffa Caruso

Animali spiegati da Ramon Gomez de la Serna


Se si guardano di giorno gli occhi dei gatti, sembra che si siano dimenticati di spegnere la luce in camera da letto.
I gabbiani sono nati dai fazzoletti che si dicono addio nei porti di mare.
La rondine arriva da tanto lontano perché è freccia ed arco. Contemporaneamente.
I pinguini sono bambini scappati da tavola col bavaglino addosso e macchiato d'uovo.
Le farfalle le fanno gli angeli durante l'orario d'ufficio.
Le serpi sono le cravatte degli alberi.
Un gatto salito su un albero crede di essersi reso indipendente dal mondo.
All'imbrunire passa in volo rapido una colomba che porta la chiave con cui chiudere il giorno.
Il pavone è come quei bambini che si vestono di carnevale quando non è carnevale.
Il leone ha sulla punta della coda il pennello da barba.
L'aragosta invece degli occhi ha dei binocoli da teatro.
L'orso bianco sta sempre avvolto nel suo accappatoio da bagno.
Il polpo è la mano che cerca tesori nel fondo del mare.
La posizione della cicogna su una zampa sola si deve alle lunghe attese prima che nascano i bambini.
Le sardine sono le lamette da barba del mare.
La chiocciola sta sempre salendo su per la sua scala.
Ciò che più fa arrabbiare la balena è che la chiamino cetaceo.
I granchi sono mani di pianisti inesperti che suonano barcarole.

Ramon Gomez de la Serna


giovedì 29 settembre 2022

Che cosa accade con la Luna piena?

 

Nascono più bambini? Si dorme male? Si perde la ragione? I miti della Luna piena spiegati (o sfatati) dalla scienza.
Nascono più bambini? No.
Eppure è una credenza diffusa nei reparti di maternità: con la Luna piena si partoriscono più figli rispetto alla media. La spiegazione che viene proposta è che, proprio come accade per mari e oceani, l’attrazione gravitazionale della Luna influisca anche su alcuni aspetti della vita degli umani... Il nostro corpo non è formato forse in gran parte d’acqua?
Ma si tratta di una bufala, e per diversi motivi. In primo luogo, l’effetto della Luna sull’acqua della Terra sembra grande, ma non lo è. Nella maggior parte dei laghi, per esempio, la differenza tra alta e bassa marea è troppo piccola perché possa essere rilevata. Le maree, inoltre, non dipendono dalle fasi lunari, ma dalla distanza tra il nostro pianeta e il suo satellite, e la Luna piena non si verifica soltanto nelle notti in cui è più vicina alla Terra.
In ogni caso gli studi statistici dimostrano, con i numeri, che con la Luna piena nascono tanti bambini quanti ne nascono con altre fasi lunari.
Si diventa un po' Pazzi? No.
Anche se lunatic, parola inglese per “folle”, deriva dal latino Luna.
E infatti, nel 1800, gli avvocati inglesi potevano chiedere l’assoluzione dei propri clienti se riuscivano a mettere in relazione i loro crimini “by reason of the full Moon”, cioè con l’influenza della Luna piena.
Tuttavia diversi studi hanno ormai dimostrato che il nostro satellite non ha alcun potere sull’insorgere di problemi psichiatrici. I ricercatori della Mayo Medical School, nel Minnesota, per esempio, hanno esaminato le cartelle cliniche dei pazienti che tra il 1997 e il 2001 sono stati ricoverati d’urgenza durante la notte al reparto psichiatrico della Mayo Clinic, mettendo in relazione i loro dati con le varie fasi lunari. Qual è stato l’esito della ricerca? Che si tratti di una Luna piena o no, si può impazzire allo stesso modo.
Porta sfortuna? La Luna piena è pericolosa...
Così affermavano i ricercatori della California School of Professional Psychology nel 1982. Dicevano che durante la Luna piena si verificano più incidenti rispetto al resto del mese. Ma la ricerca si è rivelata priva di senso. Per puro caso, durante il lungo periodo preso in esame la Luna piena era relativamente frequente nei fine settimana, e in America la maggior parte degli incidenti stradali avviene appunto nei fine settimana. Così l’impatto del weekend ha gonfiato i numeri. In altri studi non è stata trovata alcuna relazione. Nel 1990, ricercatori dell’università del Saskatchewan, in Canada, hanno preso in esame 634 incidenti in tutto il mondo e le fasi della Luna. Non è stata trovata alcuna correlazione.
Si dorme male?
Non tutto quello che si dice a proposito della Luna piena è una favola. Nel 2013, è stata pubblicata una ricerca dell’università di Basilea nella quale si dimostra che si dorme peggio poco prima, durante e poco dopo la fase di Luna piena. Per il loro studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati di una ricerca del 2002 svolta su 33 soggetti, confrontandoli con quelli attuali delle stesse persone. Alcuni di loro avevano dormito male nelle notti di luna piena: esaminati, si è visto che avevano in corpo meno melatonina, l’ormone che favorisce il sonno, rispetto al resto del mese. Risultato: in media impiegavano 5 minuti in più ad addormentarsi e in totale dormivano mediamente 20 minuti in meno. Il mattino seguente davano un giudizio sulla qualità del sonno inferiore.
Web

Buona giornata🌧⛈🍀🐞

 


lunedì 26 settembre 2022

Credenze popolari

 



L'ago e la spilla

Pare fosse assolutamente vietato regalare un ago o una spilla; se ciò avveniva sembra che, fra le persone coinvolte nel gesto, subentrassero forti discordie. Se poi questi oggetti venivano chiesti in prestito, a scanso di equivoci, bisognava pungere con l'ago o la spilla il dito della richiedente. In questo modo si esauriva la carica negativa presente in questi oggetti apparentemente innocui.

I chicchi del Melogano.

 


Gesù saliva faticosamente la via del Calvario. Dalla fronte, trafitta di spine, cadevano gocce di sangue. Gli apostoli, timoroso, lo seguivano da lontano, uno di loro, dopo che il mesto corteo era passato, raccolse i sassolini arrossati dal sangue di Gesù mettendoli in un sacchetto. A sera gli apostoli si radunarono tristi nel Cenacolo, l'apostolo pietoso trasse di tasca il sacchetto per mostrare ai compagni le relique del sangue di Gesù; ma nel sacchetto trovò un frutto mai visto prima, dalla buccia spessa e aspra dentro la quale c'erano tanti chicchi rossi come il sangue di Gesù. Era nato il Melograno.

Autunno, dolce autunno...


 

Autunno


 

domenica 25 settembre 2022

Non stancarti di andare



Non lasciare che passi un solo giorno senza che si sia levato un raggio di felicità su un cuore triste.
Non stancarti di andare Chi, nel cammino della vita, ha acceso anche solo una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano.
In ogni avvertimento passa un sentiero che porta a Dio.
Non stancarti di andare
Se qualcuno ti chiede di andare con lui per un miglio, va’ insieme per due miglia.
Non stancarti di andare
Quando uno sarà stanco, l’altro l’aiuterà a non fermarsi, e quando uno smarrirà per un istante il cammino, l’altro sarà pronto a dare la vita per lui.
Cammina con qualunque tempo: il grano matura con il sole e con la pioggia.
Santa Madre Teresa

 

Vedere un mondo......


 

sabato 24 settembre 2022

Ai nostri giovani del 2000

 


Amo i nostri giovani del duemila
comprendo
le loro inquetudini,
le loro sospirate attese,
le loro speranze;
nostri amati eredidi un mondo
inquinato, ingiusto,
violento, crudele.
Amo questi giovani del duemila,
non mancano di nulla
e mancano di tutto.
Nell'intimo del mio cuore
sento la certezza
del loro coraggio,
della loro forza,
della loro caparbietà,
col desiderio sincero
e la voglia di cambiare
questa incerta realtà.
Amo i nostri giovani del duemila,
credo fermamente
nelle loro capacità
di edificare un fututo
mondo migliore;
unica, nostra "ARCA di SALVEZZA".
 
W.M.Poldemengo

Io son l'Autunno


 

Se un giorno....


 

La donna......


 

In bicicletta con Dio


In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio:”Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?”..
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse:
- “Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch’io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande.
Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti.
Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem.
E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare.
Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa.
Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante.
Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti?
Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada.
Era piuttosto noiosa e prevedibile.
Era sempre la distanza più breve tra due punti.
Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella!
Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire:
«Pedala, pedala!».
Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?».
Egli si limitava a sorridere e non rispondeva.
Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi.
Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell’avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura…», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura.
Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di amore e gioia.
Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio.
E ripartimmo.
Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso».
Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero.
Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita.
Pensavo che l’avrebbe condotta al disastro.
Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi.
E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore.
E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice:
«Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»”.

 

Lavorare senza amore è una schiavitù

 

 


Lavorare senza amore è una schiavitù
«Puoi consumarti di lavoro,
ti ci puoi anche ammazzare ma,
se non è mescolato all'amore, è inutile.
Lavorare senza amore è una schiavitù».

Madre Teresa

Madre Teresa sosteneva che « la pienezza del nostro cuore traspare dalle nostre azioni».
E precisava: «Ci sono interi continenti in cui la povertà è più spiritua­le che materiale, una povertà fatta di solitudine, di prostrazione, di mancanza di senso».
Quanto amore investiamo nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, nei confronti degli altri in generale?
Perché siamo tiepidi nei nostri impegni, quando invece potremmo essere «incandescenti»?
Perché siamo sempre al di qua di dove potremmo essere?
«La virtù», ha scritto Jacqueline Kelen, «è il coraggio di diventare ciò che di più bello siamo».
Cerchiamo di armarci di questo coraggio e tutte le nostre battaglie acquisteranno senso e meriteranno di essere vissute, perché saran­no, più o meno, battaglie d'amore.

ANONIMA


Lei era un libro chiuso,
una parente stretta.
Quasi la stessa età
del secolo.
Una volta ho sentito
che portava messaggi,
comunicazioni, logori
documenti,
traghettando la rivolta
negli angoli remoti
di Haddington Road
e O’Connell Street.

Nelle notti fredde
quando la nebbia arriva
dall’oceano
da qualche parte vicino a Clontarf
mi pare di vederla camminare,
tenendo stretto
un messaggio ripiegato
l’ordine in un dispaccio.
Allora mi chiedo,
cos’è che so io?
La nebbia della sera si dispiega.
È vuoto. Quella
è storia. Questa
è solo poesia.

Eavan Boland

LA DORATRICE DEL FUOCO

 

Amava l’argento, amava l’oro,
mia madre. Parlava dell’influenza
dei metalli, della congruenza degli atomi,
delle lezioni d’arte dove imparava
queste cose: pensa
diceva mentre mi raccontava che
per dorare una superficie un mastro artigiano
doveva fondere l’oro col mercurio,
doveva scaldarli entrambi per renderne uno volatile,
l’altro no
e per farlo bene
doveva separarli e poi
bruciare, bruciare, bruciare il mercurio
finché non scappava e lasciava
una pellicina di luce. L’unica cosa, aggiungeva –
ma cosa fosse quella cosa l’ho dimenticato.

Ciò che lei passò una vita a dimenticare
potrebbe essere il mio argomento:
le cittadine cintate di Leinster,
i paesini costieri dove la lingua
del mare era tramandata,
le espressioni contuse dalle tempeste,
dai naufragi. Ma non lo è.
Il mio argomento è il ruolo che il desiderio ha
nel modo in cui i paesini vengono fatti
svanire, nel modo in cui io ho imparato
a separare memoria da conoscenza,
per renderne una volatile, l’altra no
e come ho iniziato a scrivere,
bruciando la luce,
costruendo calore finché d’un tratto
io ero la doratrice del fuoco
pronta a fissare radiosità,
pronta a decorare un è successo
con un non è mai successo quando
d’un tratto mi torna in mente
ciò che lei diceva: l’unica cosa è
che è estremamente pericoloso.

Eavan Boland

Eavan Boland



Il padre, Frederick Boland, era un diplomatico e la madre, Frances Kelly, una nota pittrice. Quando aveva sei anni, il padre fu nominato ambasciatore irlandese nel Regno Unito; la famiglia lo seguì a Londra, dove la Boland ebbe le sue prime esperienze di atteggiamenti e sentimenti anti-irlandesi. Questa ostilità rafforzò il suo sentirsi irlandese. Parlò di questo in "An Irish Childhood in England: 1951". A 14 anni, tornò a Dublino per frequentare la Holy Child School a Killiney. Frequentò poi il Trinity College di Dublino, pubblicando nel suo primo anno, nel 1962, un opuscolo di poesie ("23 Poesie") e laureandosi con lode in letteratura e lingua inglese nel 1966. Da allora ricoprì numerosi incarichi di insegnante e pubblicato poesie, critiche in prosa e saggi. Ha insegnato al Trinity College di Dublino, all'University College di Dublino e al Bowdoin College ed è stata membro dell'International Writing Program presso la University of Iowa. Dal 1996 è stata docente di letteratura inglese presso la Stanford University, dividendo il suo tempo tra Palo Alto e la sua casa a Dublino. Ebbe sempre a cuore l'identità nazionale irlandese e il ruolo delle donne nella storia del suo paese. Un certo numero di poesie della sua produzione sono tuttora studiate da studenti irlandesi che prendono il Leaving Certificate. Ha ricevuto nel 1994 il Lannan Literary Award for Poetry e nel 2020 un Costa Book Award nella categoria "Poesia" per la raccolta The Historians.

Morì a 75 anni, per un ictus.

 

Perderai molte persone nel tuo cammino.

 
Certe lentamente, senza accorgertene.
Una telefonata in meno, un messaggio dimenticato.
Altre per scelta, tua o non tua.
Alcune però ti rimarranno addosso.
Basterà una foto dimenticata tra un libro,
una canzone alla radio
ed ecco che te ne ricorderai.
Sorriderai.
Magari ti chiederai come stanno
affrontando le loro battaglie.
Se sono felici.
E forse ti commuoverai pensando
a come le avete affrontate voi
insieme le battaglie.
Poserai la foto, spegnerai la radio
e di nuovo continuerai la tua giornata
cercando di scrollarti di dosso
quella sensazione di aver perso
insieme a loro almeno un po' di te.
 
(Gabriel Garcia Marquez)

Saluto Autunnale

Addio campagne che il sol vagheggia,
finì l'estate, parte la greggia.
Ci rivedrete quando l'agnello
chiama svernando il sol novello,
quando rinasca l'amor del canto,
quando la valle rinnovi il manto,
quando quel tempo caro ai pastori
guidi i ruscelli per vie di fiori.
Addio campagne che il sol vagheggia,
finì l'estate, parte la greggia.
 
Federico Schiller

venerdì 23 settembre 2022

Salve, Regina,🙏


 
Salve, Regina,
madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo,
esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e
piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi
tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo Seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!
Amen🙏

 

Aldo Moro


(Maglie, 23 settembre 1916Roma, 9 maggio 1978)
fu un politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri
e presidente del partito della Democrazia Cristiana.Fu rapito il 16 marzo 1978
e ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista
denominato Brigate Rosse.
 

Nacque a Maglie, in provincia di Lecce, da genitori originari di Gemini, frazione di Ugento. Conseguì la Maturità Classica al Liceo "Archita" di Taranto. Si iscrisse presso l'Università degli studi di Bari alla Facoltà di Giurisprudenza, dove prese la laurea. In seguito, nel 1939, pubblicò la tesi e ottenne la docenza in filosofia del diritto e di politica coloniale alla stessa università nel 1941. L'anno successivo svilupperà la sua seconda opera "la subiettivazione della norma penale" e otterrà così la cattedra di professore di diritto penale. Nel 1942 entra a far parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, come presidente dell'Associazione. Mantenne l'incarico sino al 1942. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel 1943 a Bari, con alcuni amici, il periodico «La Rassegna» che uscì fino al 1945. Nel 1945 sposò Eleonora Chiavarelli (Montemarciano, 25 settembre 1915Roma, 17 luglio 2010), con la quale ebbe quattro figli: Maria Fida 1946), Anna (1949) Agnese (1952), e Giovanni 1958). Nei primi anni cinquanta fu nominato professore ordinario di diritto penale presso l'Università di Bari. Nel 1963 ottenne il trasferimento all'Università di Roma, in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze Politiche. Tra il 1943 e il 1945 Aldo Moro aveva iniziato a interessarsi di politica; in un primo tempo mostrò particolare attenzione al partito socialista, successivamente però il suo forte credo cattolico lo spinse verso il costituendo movimento democristiano. Nella DC mostrò subito la sua tendenza democratico-sociale. Nel 1945 divenne direttore della rivista Studium e fu eletto presidente del Movimento Laureati dell'Azione Cattolica. Nel 1946 divenne vicepresidente della Democrazia Cristiana e fu eletto all'Assemblea Costituente, dove entrò a far parte della Commissione che si occupò di redigere il testo costituzionale. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni del 1948, fu nominato sottosegretario agli esteri nel gabinetto De Gasperi fino al gennaio 1950). Nel 1953 fu rieletto alla Camera, ove fu eletto presidente del gruppo parlamentare democristiano. Nel 1955 fu ministro di Grazia e Giustizia nel governo Segni I e l'anno dopo risultò tra i primi eletti nel consiglio nazionale del partito durante il VI congresso nazionale della DC. Ministro della Pubblica Istruzione nei due anni successivi, introdusse lo studio dell'educazione civica nelle scuole. Nel 1959, al VII congresso nazionale DC conquistò la segreteria del partito. Nel dicembre 1963 divenne, a soli 47 anni, presidente del Consiglio. Formò il suo primo governo con una coalizione inedita: DC, PSI, PSDI e PRI; fu il primo governo del centro-sinistra. La coalizione resse fino alle elezioni del 1968. Il governo Moro III (23 febbraio 1966-5 giugno 1968) batté il record di durata (833 giorni) e rimase uno dei più longevi della Repubblica. Dal 1969 al 1974, assunse l'incarico di ministro degli Esteri. Dopo la caduta del V governo Rumor, riprese la guida di palazzo Chigi, dove rimase fino alle elezioni anticipate del 1976. Nel 1975 il suo governo conclude il Trattato di Osimo, con cui si sanciva l'appartenenza della Zona B del Territorio Libero di Trieste alla Jugoslavia. Nel 1976 fu eletto Presidente del Consiglio Nazionale del partito. Aldo Moro «era un cattolico osservante e praticante e la sua fede in Dio si rispecchiava nella sua vita politica». All'inizio degli anni sessanta Moro fu un convinto assertore della necessità di un'alleanza tra il suo partito e il Partito socialista italiano, per creare un governo di centro-sinistra. Nel congresso democristiano di Napoli del 1962 riuscì a portare su questa posizione l'intero gruppo dirigente del partito. La stessa cosa avvenne all'inizio del 1978 (poco prima del rapimento), quando riuscì a convincere la DC della necessità di un "governo di solidarietà nazionale", con la presenza del PCI nella maggioranza parlamentare. Negli anni settanta e soprattutto dopo le elezioni del 1976, che videro un'avanzata del Pci sulla Dc, Moro concepì l'esigenza di dar vita a governi di "solidarietà nazionale", che avessero una base parlamentare più ampia, comprendente anche il PCI. Questo fatto rese Moro oggetto di aspre contestazioni: i critici lo accusarono di volersi rendere artefice di un secondo “compromesso storico”, più clamoroso di quello con Nenni in quanto prevedeva una collaborazione di governo con il Partito Comunista di Enrico Berlinguer, che ancora faceva parte della sfera d'influenza sovietica.
Aldo Moro fu uno dei leader politici che maggiormente prestarono attenzione al progetto di Berlinguer, che con lo «strappo da Mosca» si era reso accettabile a una parte degli elettori della Democrazia cristiana.  All'inizio del 1978 Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana fu l'esponente politico più importante fra coloro che ritennero percorribile una strada per un governo di "solidarietà nazionale", che includesse anche il PCI nella maggioranza, sia pure senza fare entrare direttamente nel Governo, in una prima fase, dei ministri comunisti.   Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, la Fiat 130 che trasportava Moro, dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Mario Fani e Via Stresa. Gli uomini delle BR uccisero, in pochi secondi, i 5 uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni il corpo di Aldo Moro, fu ritrovato il 9 maggio nel baule posteriore di un'automobile Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani.Fu sepolto nel comune di Torrita Tiberina, piccolo paese della provincia romana ove lo statista amava soggiornare. Aveva 61 anni. Papa Paolo VI officiò una solenne commemorazione funebre pubblica per la scomparsa di Aldo Moro, amico di sempre e alleato, a cui parteciparono le personalità politiche e trasmesso in televisione. Questa cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro, rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma privata. Rinchiuso dalle Brigate Rosse nella "prigione del popolo", Aldo Moro scrisse moltissime lettere, indirizzate perlopiù ai familiari e alla dirigenza della Democrazia Cristiana, più precisamente a Benigno Zaccagnini. Non si sa ancora se le lettere, che degli esami grafologici hanno attribuito come scrittura al politico, siano state pensate da Moro o dettate dalle Brigate Rosse.  Dall'anno seguente alla sua uccisione, l'esponente della Democrazia Cristiana viene ogni anno ricordato con messaggi e cerimonie presenziate dalle cariche istituzionali. In questi anni, ad Aldo Moro sono state dedicate diverse trasmissioni televisive. Il 4 maggio 2007, il Parlamento ha votato e approvato una legge con il quale si istituisce il 9 maggio il "Giorno della memoria" in ricordo di Aldo Moro e di tutte le vittime del terrorismo. A lui è dedicato il Ponte Aldo Moro di Taranto conosciuto anche come Ponte Punta Penna Pizzone.

 

Dice la Boucanville



«Io ho un nome nobile. E vengo da un paese lontano al di là dell'oceano », disse con orgoglio una pianta fiorita di boucan­ville che splendeva al sole sulla facciata della casa e guardava con condiscendenza un papavero.
«E perché hai un nome nobile e vieni da lontano? », domandò il papavero che era cresciuto nel giardinetto davanti alla casa insieme al sedano e alla menta.
«Vedi», riprese con sussiego la bou­canville, « nel secolo scorso il barone di Boucanville, un nobile francese, mi scoprì in Australia e mi trovò così bella che volle trapiantarmi in Europa e mi diede il suo nome. Perciò, come vedi, appartengo alla nobiltà » .
«Io non ho un nome nobile e non vengo d'oltre oceano », rispose il papavero. «Non ho mai viaggiato. Ma sono così felice del mio bel colore rosso-fiamma che rallegra il prato del giardino insieme al sedano e alla menta. Anche se non so che cos'è la nobiltà.
La grande nobiltà dell'uomo è il suo mondo interiore.., che ne fa il «signore» del creato.
Web

 

Ciao Estate!⛱🍂🍁


Ci l'asci a giornate più corte,
qualche brivido in più,
e un pò di tristezza...
Ma non sentiamoci tristi perchè i giorni di mare
sono finiti e il sole diventa più pallido,
ed è ora di indossare qualche manica lunga!
L’autunno è una stagione meravigliosa,
dedicata soprattutto
a chi sa apprezzarne i colori e la poesia.
Fra pochi giorni in quei campi fioriti
noterete delle sfumature di colore incredibili
che vanno dal rosso al color ruggine,
dal verde delicato all’ingiallito.
Tutte le stagioni hanno il suo fascino.
Lucia.🐞

 

Il prezzo della pace

 

Il mondo ha sete di pace, ma quantunque la desideri, non può ottenerla perchè non è pronto a pagarne il prezzo.
Il prezzo della pace è volere e lavorare per il bene dell'uomo.
Il prezzo della pace è rispetto per l'unicità e l'autonomia di tutti i gruppi etnici e culturali, rinunciando ai falsi dogmi di tutte le autarchie e gli assolutismi, di tutte le forme di nazionalismo e di imperialismo.
Il prezzo della Pace è accettare una legge morale esterna che è sopra e oltre la volontà di qualsiasi gruppo.
Quando ci saranno persone di buona volontà disposte ad introdurre questi principi nei pensieri, nelle parole e nei fatti, allora l'umanità godrà della pace che tutti desideriamo.
Joseph Folliet

Equinozio autunno 23 sett 2022🍂🍄🌰


L’equinozio segna l’inizio dell’autunno 2022: perché quest’anno non cade il 21 settembre?
Quest’anno l’equinozio d’autunno cadrà il 23 settembre (03:03 italiane), data che segna l’egual durata di giorno e notte nonché l’inizio della stagione autunnale. Spesso siamo convinti che solstizi ed equinozi cadano sempre il 21 del mese, ma non è così, anzi: la data di equinozi e solstizi non è infatti una data fissa, ma varia di anno in anno. L’equinozio segna un momento preciso, in cui l’asse di rotazione terrestre si trova perpendicolare alla direzione dei raggi solari (il percorso apparente del sole nel cielo), il Sole appare perfettamente allo zenit per un osservatore posto all’equatore, e la durata del giorno è pari a quella della notte: 12 ore esatte. Ed infatti lo dice il nome stesso: “equinozio” deriva dal latino aequus–nox, ossia notte uguale al giorno.
Cosa fa cambiare la data di solstizio ed equinozio?
La data dell’equinozio d’autunno, così come dell’equinozio di primavera e dei solstizi, non è una data prestabilita, ma cambia a seconda dell’inclinazione dell’asse terrestre e allo “spostamento” sul calendario causato dall’introduzione degli anni bisestili.
A dire il vero, l’equinozio di settembre non cadrà il 21 per almeno i prossimi 70 anni.
Incredibile pensarci, ma la prossima volta che succederà sarà il 21 settembre sarà nel 2092, alle 23.41. Fino ad allora l’equinozio cadrà tra il 22 o il 23 settembre.

 

giovedì 22 settembre 2022

La vita è lunga: camminiamo insieme.

 


Non si arriva ad una meta
se non per ripartire
e là dove siamo ora
non è che una tappa del nostro cammino
con la certezza che ogni sera
è la promessa di un’aurora
conta i fiori del tuo giardino
mai le foglie che cadono
conta le ore della tua giornata
dimentica le nuvole
conta le stelle delle tue notti
non le tue ombre
conta i sorrisi della tua vita
non le lacrime
e ad ogni compleanno
conta con gioia la tua età
dal numero degli amici
non da quello degli anni
che piccola cosa è una vita
la mia, la tua, come tutte
è una goccia
e che si perda in un mare d’amore
è l’unica via
altrimenti è una goccia sprecata
troppo piccola per essere felice da sola
troppo grande per accontentarsi del “nulla.
 
Anonimo



Se vai.......