mercoledì 24 aprile 2024

Uccelletto

In cima a un'antica pianta
nel roseo ciel del mattino,
un uccelletto piccino
(oh, come piccino!) canta.
Canta? Non canta: cinguetta.
Povera, piccola gola,
ha in tutto una nota sola
e quella ancora imperfetta.
Perché cinguetta?
Che cosa lo fa parer sì giulivo?
S'allegra d'esser vivo
in quella luce di rosa...
Arturo Graf

Non ti arrendere mai,


Quando neanche la fatica si fa sentire,
Quando neanche il tuo piede inciampa,
Neanche Quando i tuoi occhi bruciano,
Neanche Quando i tuoi Sforzi SONO IGNORATI,
Quando neanche la delusione ti avvilisce,
Quando Neanche
L'ERRORE TI SCORAGGIA,
Quando neanche il tradimento ti ferisce,
Neanche Quando il successo ti abbandona,
Quando neanche l'ingratitudine ti sgomenta,
Quando neanche l'incomprensione ti circonda,
Neanche Quando la noia ti atterra,
Quando neanche TUTTO HA L'ARIA DEL NIENTE,
Quando neanche il tuo peso dei peccati ti schiaccia.
Invoca il tuo Dio,
Stringi i pugni, Sorridi ...
E ricomincia!
dal web

martedì 23 aprile 2024

Beata Teresa 'Bettina' Manetti



da Campi Bisenzio (FI)
FONDATRICE DELLE SUORE CARMELITANE DI S. TERESA DI FIRENZE
Beatificazione: 19 ottobre 1986
Bettina da Campi B. Teresa Adelaide Cesira - ma per tutti sarà semplicemente "Bettina" - nasce il 2 marzo 1846 nella frazione campigiana di San Martino da un’umile famiglia. Il padre, Gaetano Manetti, pollaiolo, morirà appena tre anni dopo, lasciando Bettina e il fratellino alle cure della madre, Rosa Rigagli. Bettina cresce in estrema ma dignitosa povertà. Le prove della vita le serviranno a forgiare un carattere forte e volitivo da perfetta toscana, tanto che anni dopo lascerà significativamente scritto che "i santi non si fanno a pennello, ma a scalpello". A 19 anni, in seguito a un incidente che la costringe a letto per un lungo periodo, Teresa avverte, irresistibile, la chiamata di Dio e comincia a raccogliere intorno a sé alcune amiche. Il suo seguito cresce tanto velocemente che nel 1874 Teresa è costretta a lasciare il tetto paterno e prendere in affitto una casetta in riva al Bisenzio, subito ribattezzata “il conventino” dai compaesani, dove comincia ad accogliere adepte ed a prendersi cura delle orfanelle. Più tardi dirà: "Quando ero nel mondo, bastava che facessi una moda io, perché tutte le compagne mi imitassero. Dunque, pensai; se tutte vengono dietro a me nel fare il male, verranno anche nel fare il bene." Aveva ragione: il 12 luglio 1888 Teresa e le sue prime ventisette consorelle vestono l'abito delle Carmelitane, e Bettina si chiamerà Teresa Maria della Croce perché, disse, in una visione sarebbe stata Teresa d'Avila a chiederle di seguirla. Quando Bettina muore il 23 aprile 1910, consumata da un fibroma uterino, lascia aperte ben diciassette case in Toscana e tre in Medio Oriente. Beatificata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre 1986 nel corso della sua visita a Firenze, Teresa Maria della Croce è stata proclamata compatrona cittadina il 7 dicembre 1999 dal Consiglio Comunale di Campi Bisenzio, a seguito di una petizione popolare che aveva raccolto migliaia di firme.
Maddalena Delli

Persone a carico ????

 


lunedì 22 aprile 2024

6 ottobre S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe



Anna Maria Rosa Gallo, venerata come S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe dalla Chiesa cattolica

(Napoli, 25 marzo 1715 – Napoli, 6 ottobre 1791),
è stata una religiosa italiana.
È oggetto di una particolare devozione a Napoli dove è considerata la patrona dei Quartieri spagnoli e delle donne sterili e in gravidanza.
Nacque nei Quartieri spagnoli di Napoli, da Francesco Gallo e da Barbara Basinsi. Il padre, che gestiva un piccolo negozio di mercerie, aveva un carattere severo ed era molto avaro e irascibile, maltrattava spesso la figlia e la moglie, costringendole a lavorare duramente. La madre invece era molto dolce, devota e paziente. Fin da bambina manifestò una grande fede, tanto che nei Quartieri era soprannominata la "santarella", sia per la sua grande devozione alla Chiesa e ai sacramenti, sia per la sua docilità nell’accettare i maltrattamenti del padre e delle sorelle, offrendo a Dio tutte le sue sofferenze per la salvezza delle anime. In quel periodo frequentava la chiesa di Santa Lucia al Monte, annessa al convento dei frati alcantarini, ed ebbe come direttore spirituale Giovanni Giuseppe della Croce, che poi sarebbe stato canonizzato, e che ne avrebbe predetto già da allora la santità. Anche un altro santo, San Francesco Geronimo, quando Anna Maria Gallo aveva circa un anno, ne avrebbe predetto la santità. All'età di sedici anni, manifestò al padre il desiderio di entrare nel Terz'Ordine francescano alcantarino, ma questi glielo impedì, perché l’aveva promessa in sposa a un ricco giovane che ne aveva chiesto la mano. Solo qualche tempo dopo, nel settembre 1731 il padre si lasciò persuadere da un Frate Minore francescano, L'8 settembre 1731, Anna Maria pronunciò i voti assumendo il nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, per la particolare devozione che aveva verso la Passione di Cristo, San Francesco e la Madonna. Vestì l'abito religioso e continuò a vivere nella casa paterna, continuando ad essere maltrattata. A 38 anni andò, insieme ad un'altra terziaria, suor Maria Felice, a fare la governante nella casa del suo direttore spirituale, il padre Giovanni Pessiri, un sacerdote che viveva al secondo piano di un antico palazzo in vico Tre Re a Toledo, dove rimase per 38 anni fino alla morte. Morì a 76 anni il 6 ottobre 1791. Fu sepolta nella chiesa di Santa Lucia al Monte a Napoli. Il 6 ottobre 2001 le sue reliquie furono traslate nel santuario di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, ricavato nella casa di vico Tre Re dove era vissuta. Secondo i suoi seguaci, la donna possedeva il carisma della profezia. Avrebbe predetto molti eventi poi avvenuti a persone di fede che si rivolgevano a lei come guida e consigliera, come Francesco Saverio Maria Bianchi, di cui avrebbe predetto la santità. Pare anche che abbia predetto, molti anni prima, l'evento della Rivoluzione francese. Era considerata stigmatizzata come San Francesco e ogni venerdì e per tutta la durata della Quaresima riferiva di avvertire i dolori della Passione di Cristo. Venne dichiarata venerabile il 18 maggio 1803 dal Papa Pio VII, beatificata il 12 novembre 1843 da Papa Gregorio XVI e canonizzata il 29 giugno 1867 da Papa Pio IX. Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 6 ottobre. In particolare, all'interno del convento vi è una sedia ritenuta miracolosa dai fedeli. Essa è la sedia dove solitamente Maria Francesca sedeva per riposare e trovare sollievo mentre avvertiva i dolori della Passione. Oggi chi vuol chiedere una grazia alla santa, vi si siede e le rivolge una preghiera. Questo rituale è particolarmente seguito dalle donne sterili che desiderano il concepimento di un figlio. Nella casa convento è custodita un'ampia collezione di ex voto in argento che rappresentano neonati.

Suor Maria Rosa Guerrini

 


Suor Maria Rosa Guerrini

 


domenica 21 aprile 2024

Ho chiesto al tempo

 Ho chiesto al tempo

di restituirmi momenti,
mi ha detto che non può
e di frugare tra i ricordi,
tra le pagine della memoria
e i battiti del cuore,
dove tutto quello che è,
resta indelebile.
Ho detto al tempo
che ho parole da cancellare,
dolori da strappare,
attimi da rivivere,
abbracci dimenticati,
un bacio da dare.
Il tempo mi ha risposto
che nel tempo
tutto può ancora accadere,
e con il presente
il passato lo si riscrive,
a volte più bello
a volte più brutto,
ma nulla è rimpianto
finchè un solo granello di tempo
ci darà un'altra occasione
per raccontare, per rivivere
per sperare.
~ Silvana Stremiz ~

sabato 20 aprile 2024

CHE MONDO SAREBBE SENZA NUTELLA


Sembra che oggi nel 1964 sia uscito il primo vasetto di Nutella.
E giorni fa al TG dettero la graduatoria dei miliardari italiani ...indovinate chi è il primo della lista FERRERO!!!!
Nutella è il nome commerciale italiano di una crema gianduia a base di cacao e nocciole. Fu creata nel 1964 dall'industria dolciaria piemontese Ferrero di Alba (Cuneo), a partire da una precedente crema denominata Pasta Giandujot e poi SuperCrema. Il nome deriva dal sostantivo nut, che significa "noce" in inglese, e il suffisso italiano ella, per ottenere un nome orecchiabile. L'origine della Nutella è legata al cioccolato Gianduia, che contiene pasta di nocciole. Il Gianduia prese piede in Piemonte nel momento in cui le tasse eccessive sull'importazione dei semi di cacao cominciarono a scoraggiare la diffusione del cioccolato convenzionale. Pietro Ferrero possedeva una pasticceria ad Alba, nelle Langhe, area nota per la produzione di nocciole. Nel 1946 vendette il primo lotto, costituito da 300 kg di Pasta Giandujot. Si trattava di una pasta di cioccolato e nocciole, venduta in blocchi da taglio. Nel 1951 nasceva invece la Supercrema, conserva vegetale venduta in grandi barattoli. Nel 1963, Michele Ferrero, figlio di Pietro, decise di rinnovare la Supercrema, con l'intenzione di commercializzarla in tutta Europa. La composizione venne modificata, così come l'etichetta e il nome: la parola "Nutella" (basata sull'inglese "nut", "nocciola"), e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.
Il primo vaso di Nutella uscì dalla fabbrica di Alba il 20 aprile del 1964 . Il prodotto ebbe successo istantaneo, nel 1965 uscì in Germania dove riscosse subito un enorme successo, mentre l'anno successivo uscì in Francia. Rimane a tutt'oggi estremamente popolare e viene spesso citato in romanzi, canzoni e opere cinematografiche. Oggi la Nutella è probabilmente la crema spalmabile più diffusa al mondo. I dati riportati nell'ultimo rapporto dell'Ocse dichiarano che sono 350 000 le tonnellate prodotte ogni anno. Proprio l'Ocse, inoltre, ha definito la crema un prodotto esemplare nell'economia di globalizzazione: le 9 fabbriche sono distribuite in tutti i continenti e gli ingredienti utilizzati provengono da diverse parti del mondo. Questo tipo di crema è utilizzato soprattutto come accompagnamento per pane, biscotti e frutta, anche se negli anni sono state ideate numerose ricette che ne prescrivono l'uso in torte e crêpes.

venerdì 19 aprile 2024

CURIOSITA' sull'Amaranto:


L'amaranto è considerata una pianta sacra, l'etimologia del suo nome significa pianta che non appassisce mai ed è per questo che porta in sé il significato di amicizia, stima eterna, sentimenti eterni che non vengono intaccati dal tempo.

Per gli antichi romani era una pianta utilizzata per allontanare la cattiva sorte e l'invidia.
Nel periodo '600-'800
l'amaranto veniva utilizzato per ornare vestiti e abiti,
in quanto si pensava fosse in grado di donare benessere fisico.
FAMIGLIA:
Amarantacee
LUOGO D’ORIGINE:
India, dall’Oriente ed è stata introdotta in Europa nel 1500 circa.
l'Amaranto è una pianta erbacea annuale a foglie alterne, semplici, non dentate.
I suoi fiori si presentano come una lunga pannocchia arcuata pendente di colore rosso amaranto; l’altezza delle piante può essere variabile dai 50 cm al metro.
Vi sono numerose varietà di amaranto, che differiscono per statura e colore dei fiori.
Una versione chiamata Amaranthus tricolor salicifolius è una pianta a portamento esuberante, con fiori vistosi, in alcune varietà il fogliame presenta una colorazione vivace.
Una particolare varietà di grosse dimensioni presenta invece foglie verdi, strette e ondulate, che diventano di colore arancione sempre più scuro man mano che le piante invecchiano.
Dal momento che non tutte le foglie spuntano nello stesso periodo, sulla pianta si possono notare foglie di varie tonalità di colore.
L’amaranto in vaso deve essere posto in un luogo ben soleggiato, ama non in pieno sole, richiede un tipo di terra normale, da giardino.
Annaffiare copiosamente e frequentemente, in particolare, nei periodi caldi dell'anno annaffiare quotidianamente, il terreno deve sempre rimanere leggermente umido.
Pur essendo considerata un cereale dal punto di vista botanico, non lo è in quanto non appartiene alla famiglia delle Graminacee ma a quella delle Amarantacee. I suoi chicchi sono ricchi di proteine e fibre. Il suo sapore è gradevole, dolciastro, con sentori di nocciola. Non contiene glutine ed è quindi una valida alternativa per chi soffre di allergie o intolleranze ai cereali convenzionali. È uno tra i grani più antichi e produce grani sferici e brillanti racchiusi in bellissime spighe rosso porpora, particolarmente ricchi di apporti nutritivi: fibre, proteine e ferro.
PERIODO DI FIORITURA-Amaranto:
fine estate

Dudley Moore


(Dagenham, 19 aprile 1935 – Plainfield, 27 marzo 2002),

è stato attore, sceneggiatore e musicista inglese.
L'infanzia di Dudley non è stata semplice: nato da famiglia molto modesta si portava addosso il complesso della bassa statura (m. 1.59) alla quale si aggiunge l'essere venuto al mondo con un piede deforme. Si laurea ad Oxford nel 1958, mentre la carriera artistica comincia già alla metà degli anni sessanta con il film La cassa sbagliata al fianco del già conosciuto Michael Caine. La sua vena comica cominciava già a mostrarsi e Blake Edwards gli dà la parte di George Webber nella pellicola 10 al fianco della conturbante Bo Derek. Nel 1981 recita in Arturo, con Liza Minnelli dove ottiene la prima ed unica candidatura all'Oscar e suona personalmente il pianoforte sul set. Negli anni novanta è stato testimonial di una linea di snack e lo spot venne trasmesso anche in Italia. Pianista di solida formazione classica, ha al suo attivo numerose registrazioni audio-video, in buona parte tuttora visibili online, anche di carattere didattico sulla musica classica e la strumentazione orchestrale. In esse mostra felicemente riuniti il talento di musicista e di comico. Così come in una delle sue gag più celebri si produce nella parodia del pianista posseduto dallo spirito beethoveniano mentre esegue dal vivo una delle sue più celebri sonate, che sembra non riuscire ossessivamente a concludere. Si sposò ben quattro volte e negli ultimi anni si era ritirato a vita privata nella sua casa di Londra. Sofferente di una rara ed incurabile malattia degenerativa del cervello (la PSP, paralisi sopranucleare progressiva) è venuto a mancare nel marzo del 2002, dopo aver rilasciato un'intervista all'emittente BBC nella quale salutava i numerosi fans annunciando l'imminente scomparsa.

giovedì 18 aprile 2024

IL DISEGNO



Un bambino stava disegnando e l'insegnante gli disse: "È un disegno interessante, cosa rappresenta?".
"È un ritratto di Dio".
"Ma nessuno sa come sia fatto Dio".
"Quando avrò finito il disegno lo sapranno tutti".
Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sachi cominciò a chiedere ai genitori di lasciarla sola con il neonato. Si preoccupavano che, come quasi tutti i bambini di quattro anni, potesse sentirsi gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui dissero di no. Ma Sachi non mostrava segni di gelosia. Trattava il bambino con gentilezza e le sue richieste di essere lasciata sola si facevano più pressanti. I genitori decisero di consentirglielo. Esultante, Sachi andò nella camera del bambino e chiuse la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare e ascoltare. Videro la piccola Sachi andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma: "Bambino, dimmi come è fatto Dio. Comincio a dimenticarmelo".
I bambini sanno com'è fatto Dio, ma arrivano in un mondo che fa di tutto per farglielo dimenticare il più in fretta possibile.
B. Ferrero

Oreste Lionello


(Rodi, 18 aprile 1927 – Roma, 18 febbraio 2009)

è stato un attore, cabarettista, doppiatore, attore teatrale direttore del doppiaggio e adattatore italiano.
È considerato uno dei padri del cabaret italiano, dove si impose a partire dal secondo dopoguerra. Nato a Rodi, allora colonia italiana ma cresciuto a Reggio Calabria, Lionello ha mosso i primi passi su un palcoscenico all'età di 10 anni, quando, vestito da valletto, chiudeva il sipario del Teatro Francesco Cilea a Reggio Calabria. Nel 1953 entrò a far parte della Compagnia del Teatro Comico Musicale di Radio Roma della RAI. L'anno seguente approdò in televisione sulla nascente Rai. Nel 1956 fu protagonista nella trasmissione per ragazzi Il marziano Filippo; dopo essere stato nel 1962 nel cast dello sceneggiato televisivo Una tragedia americana, nel 1965 è stato poi interprete della serie televisiva Le avventure di Laura Storm,. Nel 1969 ha preso parte al varietà televisivo È domenica, ma senza impegno, Negli anni settanta ha preso parte ai programmi di varietà Dove sta Zazà e Mazzabubù. Nel 1970 fece un'esperienza come cantante partecipando al 18º Festival della canzone napoletana, dove propose le canzoni Casanova 70 e Tu m'è fatto murì. Dal 1983 al 1985 è inoltre il presentatore dello spettacolo Al Paradise, su Rai 1. Per quanto riguarda l'attività di doppiatore, Lionello ha prestato la sua voce, tra gli altri, per il doppiaggio di Charlie Chaplin nel 1972 di Il grande dittatore, di Groucho Marx in La guerra lampo dei fratelli Marx, di Dick Van Dyke in Mary Poppins, di Peter Sellers in Il dottor Stranamore, viene però ricordato soprattutto per essere stato la voce italiana di Woody Allen nei film del regista e attore americano. Dopo aver doppiato dal 1953 al 1970 per la Cooperativa Doppiatori Cinematografici, poi ha fondato la Cine Video Doppiatori, di cui è stato fino alla morte una voce in esclusiva, divenendone presidente dal 1990 alla scomparsa. È stato presente anche in molti film di Fellini, dove spesso dà voce a più personaggi nella stessa pellicola. Era padre dell'attore Luca e delle doppiatrici Cristiana e Alessia. È morto a Roma il 18 febbraio 2009 dopo una lunga malattia all'età di 81 anni. È sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma. In un'intervista Woody Allen ha dichiarato:
« Oreste Lionello mi ha reso per anni un attore molto migliore di quanto non fossi veramente. Ci siamo conosciuti personalmente e mi è sempre sembrato un uomo molto amabile.»
Nel 2008 vince il Delfino d'oro alla carriera (Festival nazionale adriatica cabaret).
A Chieti, il 10 maggio 2009, ha ricevuto il premio "Sorriso d'Oro" alla memoria .

martedì 16 aprile 2024

Fiori 🌷🌸🌺


Buongiorno Rosolaccio cos'ì tinto di rosso
avete tutti gli occhi dei fiorellini addosso.
Margheritina bianca, dal cuoricino d'oro,
con la testina bionda, voi siete un gran tesoro.
Non ci credete? Lo dicon tutti cicale e grilli
e la notte fanno un concerto di trilli.
Piccolo caro Nontiscordardime
perché vi nascondete tra l'erbetta?
Siete così modesto che somigliate ad una Viola,
all'ombra delle siepi, anch'ella è sempre sola!
Ma essa si tradisce col suo profumo sottile
e tutti le bisbigliano, che visetto gentile!
A voi signora Ginestra, chi lo ha regalato,
quel vestitino giallo, così bello e ricamato?
Forse una farfalletta? Forse una capinera?
Codesto vestitino fatto di primavera.
Campanelline azzurre, con la corolla fresca,
sembrate un paralume, nei giorni di gran festa.
Gaie Campanelline suonate a mattutino
per risvegliare i fiori di questo bel giardino.
Non so l'autore
La mia mamma non mi raccontava fiabe...ma poesie ❤ forse imparate a scuola forse tramandate e per questo non saranno perfette ☺️
Ps. Rosolaccio in toscana antica oggi è il Papavero.

Quanto tempo ci vuole per degradare


 

lunedì 15 aprile 2024

Viviamo......


 

Le cose piccoline son pur belle!



Le cose piccoline son pur belle!
Le cose piccoline son pur care!
Ponete mente come son le perle:
Son piccoline e si fanno pagare.
Ponete mente come l'è l'uliva:
L'è piccolina e di buon frutto piena.
Ponete mente come l'è la rosa:
L'è piccolina e l'è tanto odorosa.
Canto popolare toscano

Quando...


 

La nonna racconta.



Bambini accoccolati ad ascoltare la nonna che racconta: le nonne una volta non conoscevano le favole come le intendiamo noi, molte non sapevano nemmeno leggere e le storie le inventavano basandosi su fatti lontani, ricordi della loro giovinezza....io ho avuto la grande fortuna di avere una nonna abilissima raccontatrice e devo a lei la mia curiosità e la mia passione per le storie di un tempo.....

Dipinto di Eugenio Zampighi ( Modena 1859 - Maranello 1944)…

Nella vita ci sono molte lezioni da imparare

Nella vita ci sono molte lezioni da imparare

ma non lezioni che s'imparano a scuola sono lezioni della vita quotidiana.. ed è qui che si apprendono le materie più importanti.. ci si impara a socializzare, a giocare a ridere a volte a piangere e a soffrire a capire se stessi e agli altri a scoprire il valore dell'amicizia e a scoprire la meravigliosa vita che Dio ci ha donato.. a capire l'amore e tutti i suoi aspetti sia positivi che negativi.

Il libro più bello della vita è tutto da scoprire
ed è il più bello che abbia letto...
Web

domenica 14 aprile 2024

Il mio vocabolario.........Ovvero dove arriva la mia ignoranza.

Ciao Amici
scrivendo le origini della poesia mi sono imbattuta in questa parola:
-Metonìmia
mai sentita prima, posso solo pensare che si riferisca ad un modo di scrivere
nella poesia.
vediamo cosa dice il vocabolario:
-Metonìmia
Adesso sò un'altra parola in più
Dal greco metonymìa,"scambio di nomi" Consiste nell'indicare una cosa non con il
suo nome abituale ma con il nome di una altra cosa che è legata alla prima da un
rapporto di contiguità, cioè da una "vicinanza" di significato, da un'affinità di tipo logico o materiale.
In particolare la metonimia può indicare: - l'effetto per la causa
("guadagnarsi la vita con il sudore"
= con un lavoro pesante, che fa sudare);
-la causa per l'effetto
("sentire le campane"
= i rintocchi delle campane)
qualcosa ho capito ..per esempio ....
Piove = sento l'acqua che cade.
Lucia😎

Poveri Carabinieri.......


 

Sopra la porta di una scuola. (Ma non di adesso) 🥲



Entrate lietamente , o fanciulli:
_Qui s'insegna, non si tormenta.
_ Non faticherete per bugie, o vanità.
_Apprenderete cose utili per tutta la vita.
Pietro Giordani.... Piacenza 1774/Parma 1848.

sabato 13 aprile 2024

Vattene bella, vattene a dormire




Vattene bella, vattene a dormire:
il letto ti sia fatto di viole:
al capezzale ti possa venire
dodici stelle, e tre raggi di sole.
E ti possa venir la luna in fronte:
ricordati di me, figlia d'un conte.
E ti possa venire la luna in capo.
Ricordati di me, giglio incarnato.
E ti possa venir la stella a piedi;
ricordati di me quando ti levi.

Niccolò Tommaseo

A UNA FOGLIA

 

Foglia, che lieve a la brezza cadesti
sotto i miei piedi, con mite richiamo
forse ti lagni perch'io ti calpesti.
   Mentr' eri viva sul verde tuo ramo,
passai sovente, e di te non pensai;
morta ti penso, e mi sento che t'amo.
Tu pur coll'aure, coll'ombre, co' rai
venivi amica nell'anima mia;
con lor d'amore indistinto t'amai.
   Conversa in loto ed in polvere, o pia,
per vite nuove il perpetuo concento
seguiterai della prima armonia.
   E io, che viva in me stesso ti sento,
cadrò tra breve, e darò del mio frale
al fiore, all'onda, all'elettrico, al vento.
   Ma te, de' cieli nell'alto, sull'ale
recherà grato lo spirito mio;
e, pura idea, di sorriso immortale
sorriderai nel sorriso di Dio.

Niccolò Tommaseo

Inno al Mare



 
Né i tuoi profondi, o mare, la vita ardente
del sol si versa, quasi fiume in fiume:
galleggia in sulla lieta onda tacente
lieve la luna, quasi argentee spume:
e rifiorisce in te, mesto ridente
delle sottili nuvolette il lume:
e la remota stella in te scintilla,
qual rugiada al sol tremula stilla.

Voce di Dio sull'acque, il tuono echeggia
di nube in nube, il ciel lampeggia e l'onda.
Volvesi il fiotto audace, e rumoreggia,
come a vento autunnal selva profonda:
e, qual masso che rotola e si scheggia,
rompe superbo, e alla scogliosa sponda
manda un confuso suon d'ira e di pianto:
furor ne' baci. e gemito nel canto.

Quanto o divino, entro alle tue convalli
popol di piante e di guizzanti accolto!
quante memorie, e di dolor, di falli,
di sperane di naufragio in te sepolto!
Ma cresceran da' gracili coralli,
col tacito lavor di secol molto,
verdi isolette ove la gente pia
porrà sue case, e altari a te Maria.

Mille miglia lontano al monte aprico
i suoi vapori invia, messaggi fidi;
l'acque del monte al generoso amico
corron, cercando, i desiati lidi.
Tu pacier prepotente, e pio nemico,
stringi le umane genti e le dividi.
La bella libertà, che sul mar  nacque,
esule quindi e nuda erra per l'acque.
 
Niccolò Tommaseo

Niccolò Tommaseo

 



detto anche Nicolò
(Sebenico9 ottobre 1802 – Firenze1º maggio 1874),
è stato un linguistascrittore e patriota italiano.
Al suo nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana,
il Dizionario dei Sinonimi e il romanzo Fede e bellezza
 

Nato a Sebenico, in Dalmazia, dove in pochi anni, a seguito delle campagne napoleoniche, si erano avvicendate le dominazioni veneziana, francese e asburgica, al predominante sentimento italiano Tommaseo saprà affiancare un altrettanto genuino interesse per le culture popolari balcaniche, specialmente quelle illiriche e neogreche. La sua educazione, iniziata nel paese natale e proseguita a Spalato, fu di carattere umanistico e improntata, dai maestri Scolopi, a saldi principi religiosi. Laureato in legge a Padova nel 1822, visse alcuni anni fra Padova e Milano lavorando come giornalista e saggista. È di questo periodo anche l'inizio della collaborazione all'Antologia di Giovan Pietro VieusseuxTrasferitosi a Firenze nell'autunno del 1827, conobbe, tra gli altri, Capponi e divenne una delle più importanti voci dell'Antologia. Di questo periodo (1830) è anche la pubblicazione del Nuovo Dizionario de' Sinonimi della lingua italiana cui deve gran parte della sua fama. A causa delle proteste del governo austriaco contro un suo articolo in favore della rivoluzione greca, dovette autoesiliarsi a Parigi, mentre le rimostranze austriache portarono alla chiusura della rivista. Negli anni parigini pubblicò l'opera politica Dell'Italia (1835), il volume di versi Confessioni (1836), il racconto storico Il Duca di Atene (1837), il Commento alla Divina Commedia (1837) e le Memorie Poetiche (1838). Da Parigi si spostò in Corsica, dove con la collaborazione del magistrato e letterato bastiese Salvatore Viale, proseguì le ricerche di italianistica, contribuendo alla raccolta della copiosa tradizione orale còrsa e definendo la lingua isolana come il più puro dei dialetti italiani. Si stabilì a Venezia dove continuò a pubblicare numerose opere, fra cui le prime due stesure del romanzo Fede e bellezza considerato il suo capolavoro, precoce tentativo di romanzo psicologico. Sempre di questi anni è la pubblicazione dell'importante raccolta dei Canti popolari italiani, corsi, illirici, greci (1841); questo è il documento più schietto col quale l'Italia mostrava, grazie a Tommaseo, di avere decisamente compreso l'importanza scientifica delle raccolte di poesia popolare. Altrettanto importante pubblicazione sono le Scintille (1842), esempio unico di cosmopolitismo culturale dell'epoca. Nel 1847, tornato nuovamente nel mirino della polizia asburgica, venne arrestato a seguito di alcune dichiarazioni sulla libertà di stampa, che rivendicavano il diritto di vedere applicate leggi che non la limitassero; fu liberato il 17 marzo 1848, insieme con Daniele Manin, durante l'insurrezione di Venezia contro gli austriaci. Alla successiva proclamazione della Repubblica di San Marco, ottenne il maggior numero di voti dopo Manin e assunse importanti cariche nel nuovo stato. Esiliato a Corfù nel 1849, dopo l'entrata degli austriaci in Venezia, si ammalò agli occhi ma trovò comunque il modo di scrivere numerosi saggi, tra cui Rome et le monde in francese, in cui da cattolico dichiarava la necessità della rinuncia della Chiesa cattolica al potere temporale. Risale a questo periodo anche l'insofferenza del Tommaseo verso la via "moderata" all'unità d'Italia, da raggiungersi tramite l'unione al Piemonte sabaudoNel 1854, con la vista sempre più compromessa, si trasferì a Torino, poi a Firenze (1859), dove restò fino alla morte. A Firenze collaborò alla rivista periodica l'Imparziale Fiorentino, fondata nel 1857. La sua opposizione all'Italia riunita sotto i Savoia si andò radicalizzando, tanto da fargli rifiutare i riconoscimenti ufficiali, tra cui la nomina a Senatore del Regno. Ha scritto la lapide posta alla Casa Guidi dicendo che Elizabeth Barrett Browning ha fatto della sua poesia un 'aureo anello' fra Italia e Inghilterra. Negli ultimi anni, oltre a una ininterrotta pubblicazione di saggi, edizioni critiche e poesie, si dedicò al monumentale Dizionario della lingua italiana in otto volumi, completato solo dopo la sua morte avvenuta nel 1874La popolarità di cui godette è dimostrata anche dall'intitolazione a suo nome di moltissime vie, piazze e scuole in città italiane tra le quali la Scuola elementare Niccolò Tommaseo a Roma S.Paolo, il cui edificio è ora occupato dall'Università Roma Tre.

 

Se fossi


 

13 aprile San Martino I°

 



Papa e martire
Todi, sec. V - Chersonea, Crimea, 16 settembre 655
Etimologia: Martino = dedicato a Marte
Emblema: Palma

Originario di Todi e diacono della Chiesa romana, Martino fu eletto al soglio pontificio dopo la morte di papa Teodoro (13 maggio 649) e mostrò subito una mano molto ferma nel reggere il timone della barca di Pietro. Non domandò né attese infatti il consenso alla sua elezione dell'imperatore bizantino Costante II che l'anno precedente aveva promulgato il Tipo, un documento in difesa della tesi eretica dei monoteliti. Per arginare la diffusione di questa eresia, tre mesi dopo la sua elezione, papa Martino indisse nella basilica lateranense un grande concilio, al quale furono invitati tutti i vescovi dell'Occidente. La condanna di tutti gli scritti monoteliti, sancita nelle cinque solenni sessioni conciliari, provocò la rabbiosa reazione della corte bizantino. L'imperatore ordinò all'esarca di Ravenna, Olimpio, di recarsi a Roma per arrestare il papa. Olimpio volle assecondare oltre misura gli ordini imperiali e tentò di fare assassinare il papa dal suo scudiero, durante la celebrazione della Messa a S. Maria Maggiore. Nel momento di ricevere l'ostia consacrata dalle mani del pontefice, il vile sicario estrasse il pugnale, ma fu colpito da improvvisa cecità. Probabilmente questo fatto convinse Olimpio a mutare atteggiamento e a riconciliarsi col santo pontefice e a progettare una lotta armata contro Costantinopoli. Nel 653, morto Olimpio di peste, l'imperatore poté compiere la sua vendetta, facendo arrestare il papa dal nuovo esarca di Ravenna, Teodoro Calliopa. Martino, sotto l'accusa di essersi impossessato illegalmente dell'alta carica pontificia e di aver tramato con Olimpio contro Costantinopoli, venne tradotto via mare nella città del Bosforo. Il lungo viaggio, durato quindici mesi, fu l'inizio di un crudele martirio. Durante i numerosi scali, a nessuno dei tanti fedeli accorsi a incontrare il papa fu concesso di avvicinarlo. Al prigioniero non era data neppure l'acqua per lavarsi. Giunto il 17 settembre 654 a Costantinopoli, il papa, steso sul suo giaciglio sulla pubblica via, venne esposto per un giorno intero agli insulti del popolo, prima di venire rinchiuso per tre mesi in prigione. Poi iniziò il lungo ed estenuante processo, durante il quale furono tali le sevizie da far mormorare all'imputato: "Fate di me ciò che volete; qualunque morte mi sarà un beneficio". Degradato pubblicamente, denudato ed esposto ai rigori del freddo, carico di catene, venne rinchiuso nella cella riservata ai condannati a morte. Il 26 marzo 655 fu fatto partire segretamente per l'esilio a Chersonea in Crimea. Patì la fame e languì nell'abbandono più assoluto per altri quattro mesi, finché la morte lo colse, fiaccato nel corpo ma non nella volontà, il 16 settembre 655.

  

Autore: Piero Bargellini


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