sabato 13 aprile 2024

Inno al Mare



 
Né i tuoi profondi, o mare, la vita ardente
del sol si versa, quasi fiume in fiume:
galleggia in sulla lieta onda tacente
lieve la luna, quasi argentee spume:
e rifiorisce in te, mesto ridente
delle sottili nuvolette il lume:
e la remota stella in te scintilla,
qual rugiada al sol tremula stilla.

Voce di Dio sull'acque, il tuono echeggia
di nube in nube, il ciel lampeggia e l'onda.
Volvesi il fiotto audace, e rumoreggia,
come a vento autunnal selva profonda:
e, qual masso che rotola e si scheggia,
rompe superbo, e alla scogliosa sponda
manda un confuso suon d'ira e di pianto:
furor ne' baci. e gemito nel canto.

Quanto o divino, entro alle tue convalli
popol di piante e di guizzanti accolto!
quante memorie, e di dolor, di falli,
di sperane di naufragio in te sepolto!
Ma cresceran da' gracili coralli,
col tacito lavor di secol molto,
verdi isolette ove la gente pia
porrà sue case, e altari a te Maria.

Mille miglia lontano al monte aprico
i suoi vapori invia, messaggi fidi;
l'acque del monte al generoso amico
corron, cercando, i desiati lidi.
Tu pacier prepotente, e pio nemico,
stringi le umane genti e le dividi.
La bella libertà, che sul mar  nacque,
esule quindi e nuda erra per l'acque.
 
Niccolò Tommaseo

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