martedì 30 giugno 2020

Tanti Auguri a Tony Dallara


pseudonimo di Antonio Lardera (Campobasso, 30 giugno 1936), è un cantante e personaggio televisivo italiano.
È il più anziano cantante vivente ad aver vinto il Festival di Sanremo come solista (edizione 1960)

Preghiera


 
Non chiedermi tenerezza
quando
nel nero dell’anima
Si torce
un fuoco sanguigno
che nessuno può bagnare
o tu
soltanto
forse.
Una mattina
Fiorirà dietro le dita
abili a carezzare
un tessuto di istanti vivi?
la preghiera sale
dalla valle delle spade
e subito un pettirosso
risponde
colorandosi il petto
di un chicco di gioia.
 
Stanislao Nievo

Sassate al cuore



(terremoto a Colloredo)
 
Lampi di luce rompono la notte
il vento esce dalla terra
urlano vespe furibonde
le case tramontano con un guaito immenso
gli uomini si fermano
con le stelle inchiodate sul viso
la gola respira calce
la grande carrozza rotola
sull’enorme velluto di pietre
la luna
guarda la nuova aria
apparsa sui monti
arati
così nasce la storia di un paese.
 
Stanislao Nievo

Stanislao Nievo


Era il secondo dei quattro figli di Antonio, proprietario di una fabbrica di bottoni, e della nobile Xavierine Nasalli Rocca. Da entrambi i genitori poteva vantare un parentado illustre in ambito culturale: per parte di padre discendeva da Erasmo di Valvasone, Ciro di Pers, Ermes di Colloredo e Ippolito Nievo, per parte di madre da Joseph e Xavier de Maistre. A causa della grande depressione del 1929 l'impresa familiare entrò in crisi sicché i Nievo si trasferirono a Borgo Montello, nell'agro Pontino. Vi rimasero sino al 1946, inframmezzandovi però alcuni soggiorni a Roma e nel castello di Colloredo di Monte Albano, di cui erano proprietari. Dopo il liceo classico e una laurea in scienze naturali, Stanislao fece diversi viaggi all'estero, dall'Europa centrale al profondo Nord, svolgendo svariati mestieri: scaricatore portuale, mozzo su una nave, raccoglitore di frutta, operaio metallurgico e insegnante d'italiano. Verso la metà degli anni cinquanta iniziò l'attività giornalistica. Collaborò come inviato del «Giornale d'Italia», un'attività che poi lo portò a collaborare per diversi quotidiani, tra cui «la Repubblica» (1976), «La Stampa» (1978), «Il Tempo» (dal 1987 al 1990), «L'Indipendente» (1994) e «Il Giornale». Durante questo periodo scrisse diversi romanzi, racconti e poesie, e con i romanzi Il prato in fondo al mare e Le isole del Paradiso si aggiudicò rispettivamente, il Premio Campiello nel 1975 e il Premio Strega nel 1987. Molto espressive sono le sue raccolte di poesie tratte da brani letterali: Viaggio verde (1976), Canto di pietra (1989), e l'ultima Barca solare (2001). Lo scrittore si cimentò anche nelle traduzioni di Kipling e Defoe; fu il curatore di E Dio creò le grandi balene, un'antologia di poesie e racconti sulle balene scritti in ogni tempo e paese e tradotti in italiano. Ha lavorato anche nella radio, come conduttore di rubriche radiofoniche per la Rai dal 1979 al 1985. Fu anche regista di due lungometraggi: Mal d'Africa (1967) e Germania, sette donne a testa ( 1972). Fu inoltre responsabile dell'organizzazione nel controverso ma apprezzatissimo successo mondiale Mondo cane (1962) di Jacopetti, Cavara e Prosperi, oltre che di Africa addio (1966) di Jacopetti e Prosperi. Nievo, amante della natura, verso la quale nutriva un grande rispetto, con un'innata propensione a confrontarsi giorno per giorno, è stato uno dei soci fondatori del WWF e della "Foresta Ideale". È pronipote dello scrittore Ippolito Nievo, autore di Le confessioni di un italiano. Inoltre ha presieduto per molti anni la Fondazione Ippolito Nievo. Ha ideato il progetto dei Parchi Letterari. Nel 2003 gli è stato conferito il Premio Eugenio Montale per il giornalismo di viaggio.

Angelo bambino


Impariamo


L'ignoranza


Un motivo ci sarà..........


Riflessioni giuste


lunedì 29 giugno 2020

Leopardi, Operette morali


La sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.
G. Leopardi

LA GINESTRA,


E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Nè sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.

(G. Leopardi )

ALLA LUNA

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
 
G. Leopardi

Flo Sandon's,



nome d'arte di Mammola Sandon
(Vicenza, 29 giugno 1924Roma, 16 novembre 2006),
è stata una cantante italiana in auge nell'immediato dopoguerra.

La sua carriera di cantante iniziò nel 1944, con il debutto in uno spettacolo per la Croce Rossa organizzato durante il periodo bellico. L'originale nome d'arte Sandon's nacque da una svista tipografica. La popolarità le arrivò nel 1952 grazie al film Anna, diretto da Alberto Lattuada e interpretato da Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Raf Vallone. La Sandon non compariva nel film, ma doppiava la voce della Mangano in due motivi della colonna sonora, T'ho voluto ben e El negro Zumbon. Entrambe le canzoni ebbero grande successo. T'ho voluto ben piacque anche a Nat King Cole, che qualche anno dopo decise di inciderla con il titolo Non dimenticar. Nel 1953 Flo Sandon's partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo, e lo vinse con la canzone Viale d'autunno interpretata in coppia con Carla Boni. In seguito Flo Sandon's si presentò ad altre cinque edizioni del Festival di Sanremo - fino al 1963 -, ma non riuscì più a bissare il successo della prima partecipazione, classificandosi al quinto posto nel 1954 con Non è mai troppo tardi. Ottenne invece il primo posto al Festival di Napoli nel 1960, con il brano Serenata a Mergellina. Altre canzoni celebri del repertorio della Sandon furono Vorrei volare, Kiss me, I love Paris, Passa il tempo, Concerto d'autunno, Verde luna, Domani, Que sera sera, Bevi con me. Nel 1955 Flo Sandon's - che ebbe modo di cantare anche insieme al Quartetto Radar - sposò il cantante Natalino Otto. Dal loro matrimonio nasce una figlia Silvia, che costringe  "Flo" ad una pausadi ben due anni. Ritornata alle scene per diversi anni si esibì in coppia con il marito, in Italia e all'estero. Alla coppia va anche il merito di aver scoperto uno dei più grandi talenti della musica italiana, Mina. Era il 24 settembre 1958, e in una sala da ballo di Cremona suonava un complesso di studenti di ragioneria. Otto e la Sandon, presenti in sala, rimasero molto colpiti dalla voce solista del gruppo, e vollero conoscerla per proporle un provino discografico. Un mese dopo, usciva il primo disco di Mina. Nel 1969 muore Natalino Otto e lei abbandona le scene,limitandosi a qualche sporadica apparizione televisiva,tuttavia dieci anni dopo, nel 1979, torna in sala d'incisione per realizzare un piacevole album in cui rivisita i suoi grandi successi di respiro internazionale.Negli ultimi anni ha dedicato buona parte del suo tempo alla memoria del marito, amareggiata che Natalino Otto non abbia  attenzione e il giusto riconoscimento storico di innovatore della canzone italiana. Nel 1980 chiude pure il negozio di dischi, avendo grossi problemi economici. La morte la coglie nella casa di cura per anziani ammalata e sola e dimenticata da tempo.
 

Il nostro Angelo


Quando punti il dito


San Pietro e Paolo


29 giugno 1900 nascita della Fondazione Nobel


domenica 28 giugno 2020

PAOLO Auguri !


Oggi 29 giugno chi ha questo nome festeggia l'onomastico.

Nome di origine antichissima derivato dall'aggettivo paulus, che significa 'poco grande', cioè 'piccolo'. Paolo viene per tradizione festeggiato il 29 giugno in memoria dell'apostolo Paolo. A questo proposito si racconta che San Paolo, il quale si chiamava Saul ed era un feroce persecutore dei cristiani, si convertì quando vide apparire Gesù sulla strada di Damasco e da quel giorno la sua vita cambiò. Scelse un nome di grande modestia cristiana, Paolo, e divenne apostolo di Cristo. Il Santo è patrono dei tappezzieri, dei conciatori, della Grecia, di Malta, di Roma e di altre numerose città d'Italia. Si invoca contro i morsi di vipera e altri animali velenosi. Paola invece viene festeggiata il 26 gennaio in memoria di Santa Paola vedova, matrona romana della famiglia degli Scipioni
Diffusione: In Italia ci sono circa 530.359 persone di nome Paolo. Suddivisione: Lombardia (17%), Emilia (10%), Veneto (9%), ..

Caratteristiche: ha una personalità particolare, che può anche risultare antipatica ad alcuni. Ha sbalzi di umore frequenti: picchi di felicità ed esuberanza si alternano spesso a momenti bui e infelici che destabilizzano la sua persona.

Curiosità: Paolo è un nome piuttosto famoso soprattutto perché è uno degli apostoli di Gesù e diversi papi hanno adottato questo nome, come Paolo VI e Paolo III.

Significato: Piccolo di statura
Onomastico: 29 giugno (san Paolo apostolo)
Origine: Latina
Segno corrispondente: Cancro
Numero fortunato: 5
Colore: Rosso
Pietra: Rubino
Metallo: Oro
Varianti maschili: Paolino, Lino, Lillo, Polo
Varianti femminili: Paola, Paolina, Paoletta
Varianti estere / Maschili: Paul (inglese, francese e tedesco); Pablo (spagnolo); Pawel (polacco)
Femminili: Paule o Paulette (francese); Paula (inglese, tedesco e spagnolo)

PIETRO Auguri !



Oggi 29 giugno chi ha questo nome festeggia l'onomastico.
Il nome maschile Pietro, usato anche nella variante Piero, deriva dall'ebraico Kephas e significa 'sasso squadrato'. Sono circa 100 i Santi portatori di questo nome e inoltre con i suoi 643 toponimi è in assoluto il nome geograficamente più diffuso. L'onomastico di Pietro, ma anche di Piero, viene festeggiato il 29 giugno in onore di San Pietro, apostolo e primo pontefice, morto nel 66. San Pietro si chiamava Simone, ma Gesù gli cambiò il nome dicendogli: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa'. San Pietro è patrono dei mietitori, degli orologiai, dei pescatori, dei pescivendoli, dei fabbri di Roma, di Argentera e di Arluno.
Diffusione: In Italia ci sono circa 471.013 persone di nome Pietro. Suddivisione: Lombardia (19%), Puglia (11%), Sicilia (8%), ..

Caratteristiche: è una persona innovativa, con tante idee per la testa. Abile nelle attività manuali, ha una propensione naturale verso l'artigianato e la chirurgia. Ama stare all'aria aperta e fare lunghe passeggiate ed escursioni.
Curiosità: Pietro è stato il nome di un apostolo di Gesù, san Pietro.
Significato: roccia, pietra
Onomastico: 29 giugno
Origine: Greca
Segno corrispondente: Leone
Numero fortunato: 8
Colore: Giallo
Pietra: Diamante
Metallo: Oro
Varianti maschili: Piero, Pietrino
Varianti femminili: Pietra, Piera, Pietrina, Pieronella
Varianti estere / Maschili: Pierre (francese); Peter (inglese); Pedro (spagnolo)
Femminili: Petra (inglese, tedesco, spagnolo); Pierrette (francese)

29 giugno San Pietro e Paolo





Apostoli


San Pietro
Patronato:
Papi, Pescatori
Etimologia:
Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Emblema:Chiavi, Croce rovesciata, Rete da pescatore 

San Paolo
Patronato:
Vescovi, Missionari, Rover e Scolte
Etimologia:
Paolo = piccolo di statura, dal latino
Emblema: Spada



La  festa, o  più  esattamente la solennità,dei  Santi  Pietro  e Paolo  è una delle più antiche  e  più  solenni  dell'anno  liturgico. Essa   venne  inserita  nel santorale  ben prima  della  festa del Natale e  vi  era già nel secolo  IV la costumanza di celebrare in  questo  giorno  tre S. Messe: la prima nella basilica di S. Pietro  in  Vaticano, la seconda  a S. Paolo   fuori  le  Mura  e la terza nelle  catacombe di  S. Sebastiano, dove le reliquie dei due apostoli dovettero essere  nascoste  per qualche tempo per  sottrarle  alle  profanazioni. C'è  un'eco di quest' abitudine  nel  fatto  che  oltre  alla Messa del giorno è previsto un formulario per la Messa vespertina della vigilia.Dopo la Vergine  SS. sono  proprio S. Pietro e S. Paolo, insieme  a S.Giovanni Battista, i santi ricordati più  frequentemente e con maggiore solennità nell'anno liturgico:oltre alla  festa  del  29 giugno ci sono infatti le ricorrenze del 25 gennaio ( conversione di San Paolo), 22  febbraio ( cattedra di San Pietro) e 18 novembre ( dedicazione delle basiliche dei Ss. Pietro&Paolo).Per lungo tempo si ritenne  che il 29 giugno fosse il giorno nel quale, nell'anno  67, San Pietro sul colle Vaticano e S.Paolo nella località ora denominata Tre Fontane testimoniaro-no  la  loro fedeltà a Cristo con l'effusione del sangue. In realtà, anche se il fatto del martirio  è  un  dato storico inoppugnabile, ed  è  inoltre  storicamente  garantito che esso avvenne a  Roma  durante l a perse- cuzione neroniana, è  incerto  non solo il giorno, ma persino l'anno della  morte dei due  apostoli. Mentre  infatti per S. Paolo vi  è  una  certa  concordanza  di testimo- nianze antiche per l'anno 67,per S. Pietro vi sono pareri discordi, e gli studiosi sembrano preferire ora il 64,l'anno in cui,come attesta anche  lo  storico  pagano  Tacito, "un' ingente  moltitudine" di  cristiani  perì nella  persecuzione seguita all'incendio di Roma. Sembra  poi  che  la  festa  del 29 giugno sia stata la " cristianizzazione "di una  ricorrenza  pagana  che esaltava la figura  di  Romolo  e  Remo, i  due mitici fondatori della Città Eterna. San Pietro e S. Paolo, infatti, pur non  essendo stati i primi  a  portare  la  fede  a  Roma, sono realmente  i  " fondatori " della Roma cristiana: l'antico inno liturgico "Decora lux aeternitatis"li definiva "Romae parentes",procreatori di Roma, e uno degli inni del nuovo   breviario   parla   di   Roma  che, "fundata tali sanguine","celsum verticem devotionis extulit". La parola e il sangue sono il seme con cui i Ss. Pietro&Paolo uniti a Cristo,hanno generato e generano la  Roma  cristiana  e  la  Chiesa  intera

Autore: Piero Bargellini

L'amore guardò il tempo e rise


Il globo


Ecco il globo: una palla di cartone,
che gira attorno a un asse interno. Gira…
Tracciato di color varii, si mira
il confin proprio d’ogni nazione.
Questo, l’Oceano Atlantico; ed è mare
quanto azzurro si vede. Questa soma
di grinze qui, montagne: le Alpi. Roma
è questo punto che pare e non pare.
Chi lo direbbe a prima giunta? Eppure
vi son uomini grandi, anzi immortali,
in questo baloccuccio; grandi mali
e grandi beni e grandi affetti e cure…
Io però me lo tengo tra le mani,
e lo faccio girare con un dito.
Stupido giuoco! Lo facciam finito?
reparo il finimondo per dimani.

Luigi Pirandello

La fune


Mastri funaj, faccenda curïosa
la vostra: andar cosí sempre all’indietro,
con quella fune che da la callosa
mano vi nasce; e non mutar mai metro.
Però, a pensarci, tutti quanti poi,
mordano i soli, piangano le lune,
modo diverso non teniam da voi:
facciam la vita come voi la fune.
La ruota, onde s’attorce il non sicuro
fil che ci regge, è sempre nel passato;
e con le spalle andiam verso il futuro,
se nulla mai di antiveder ci è dato.
Mastri funaj, rapida troppo gira
la ruota mia, troppo s’attorce questa
mia fune e troppo la mia man la tira.
Ne faccio un cappio e vi caccio la testa.

Luigi Pirandello

AENNE BURDA





 (Offenburg /Baden /Germania 28 luglio 1909 - 3 novembre 2005)
Nacque come Anna Magdalene Lemminger, era la figlia di un macchinista del treno e sua madre era una casalinga. Già da bambina non desiderava una “casa e un focolare umili” e la vita di una casalinga non era qualcosa che desiderava. Voleva. Il desiderio di Anna di "qualcosa di meglio" Alla sua prima Comunione nel 1919 ad Anna fù negato di arrivare in chiesa in una carrozza trainata da cavalli a causa delle spese extra che avrebbero dovuto avere i suoi genitori. Ma il rifiuto non ha impedì ad Anna, di rinunciare a questo privilegio delle famiglie ricche o benestanti. Riuscì ad ottenere abbastanza soldi con dei piccoli lavoretti, insieme alla figlia del fornaio vicino, per arrivare con stile come i bambini ricchi. Quando Anna aveva 17 anni aveva un taglio a caschetto quando tutte le altre ragazze avevano i capelli lunghi intrecciati, ha anche cambiato il suo nome in "Aenne" come l'eroina nella sua canzone preferita "Annchen von Tharau". Lasciò anche la sua Convent High School e divenne cassiera presso la compagnia elettrica di Offenburg. Attraverso quel lavoro  conobbe Burda, la società di stampa ed editoria locale. Lì incontrò il figlio del proprietario, il Dr. Franz Burda. Aenne e Franz si sposarono il 9 luglio 1931, durante la sua vita Aenne ebbe tre figli, Franz (1932), Friedrich (1936) e Hubert (1940). 
Aenne chiese presto una tata e una cameriera, poiché voleva essere sollevata dalle faccende domestiche e dalle mansioni materne. Adorava i suoi figli e le piaceva stare a casa con loro. Ma ha ammesso che rifare i letti e cose del genere non era qualcosa che le piaceva fare. Fu solo quando Aenne compì quarant'anni che iniziò la sua fantastica carriera. Fu durante questo periodo che il marito di Aenne le diede una società di stampa ed editoria quasi fallita nel vicino villaggio di Lahr. La compagnia contava 48 dipendenti ed era in buone condizioni, ma senza successo. Aenne ha trasformato l'azienda nel successo del "Burda Moden". Aenne Burda non dimenticò mai le sue radici e rimase sempre vicino a Offenburg.. Se fosse vissuta oggi avrebbe festeggiato il suo 100 ° compleanno insieme con il 60 ° compleanno del Burda Moden Casa Editrice. Aenne Burda è riuscita a trasformare un piccolo modello di cucito in un intero impero della moda. La sua rivista di modelli di cucito è oggi venduta in oltre 120 paesi e puoi trovarla in molte lingue diverse. I modelli sono per sarti amatoriali e persone normali che vogliono fare i propri vestiti. Il "Burda Moden" di Aenne ha ispirato artisti, Martin Sandler e Ana Vidigal, in tutto il mondo con l'idea di aiutare le donne a diventare più sicure di sé rendendole più attraenti. Aenne ha regalato alle donne del mondo una rivista con motivi per abiti e abiti alla moda, indossabili e che si adattano perfettamente. La rivista fornisce anche al lettore una descrizione completa di come realizzare l'abbigliamento sui modelli di cucito, dagli schizzi al prodotto finito. Ci sono libri scritti sulla vita di Aenne, ma pochi sono in un'altra lingua rispetto al tedesco.


Sono una piccola matita.........



Sono una piccola matita nelle mani di Dio..
..e la mia mina continua a tracciare disegni.
Disegni d'amore. Disegni di sorrisi.
Disegni di speranza.
Non c'è matita più perfetta della punta del nostro cuore.
Non c'è disegno più bello di quello che l'amore dipinge negli occhi di chi riceve il nostro affetto.
Non c'è quadro più incantevole del nostro donarci agli altri senza chiedere nulla in cambio.
Non c'è dipinto più bello di un sorriso o di una lacrima che nasce dal cuore.
Non vi stancate mai di immergere le mani nei colori dell'arcobaleno e colorare il mondo con il vostro amore... 

Madre Teresa di Calcutta.

Lo specchio di chi ama


Chi è buono dona un poco,
chi ama vive per donare.
Chi è buono sopporta l'offesa,
chi ama dimentica.
Chi è buono ha compassione,
chi ama aiuta.
Chi è buono sorride,
chi ama fa sorridere.
Chi è buono comincia e finisce,
chi ama comincia per non finire mai.
Chi è buono fa quel che può,
chi ama fa l'impossibile.
Chi è buono aiuta chi sta vicino,
chi ama sempre sta vicino per aiutare.
Chi è buono misura il suo aiuto,
chi ama aiuta senza misura.

Carlo De Ambrogio

Stornellata Giugnaiola

FIORE di cigno
 adesso vi racconto un pò di Giugno
 Fiore di mare
 silenzio e statemi ad ascoltare!
 fiore del mare!
  
 
 Fiorin di more
 le bionde spighe son tutte mature
 i mietitori si recano a falciare
 fiorin di more!
  
 
  Fior di mimosa
 appena l'alba il ciel tinge di rosa,
 gira la trebbiatrice senza posa,
 fior di mimosa!
 
  
 Fior di melone
 ora che son finite le sue pene,
 il contadino pensi al bianco pane,
 fior di melone!
  
 
 Fiorin di pero
 i mietitori lasciano il lavoro,
 ed i covoni son filoni d'oro
 fiorin di pero!
 
  
 Fior di viole
 ci ritiriamo a casa per dormire,
 ci rivedremo domani con il sole,
 fior di viole!
  
 
 Fior d'amaranto
 si vedono le stelle  a cento a cento,
 e in mezzo a lor la luna tutt'argento,
 fior d'amaranto!

iul tempo che fù........




Paese delle vacanze


Non dire mai........


IRENEO Auguri !



Oggi 28 giugno chi ha questo nome festeggia l'onomastico.
Il nome ha origine greca e significa 'pace'. Ireneo è festeggiato il 28 giugno in memoria di Sant'Ireneo vescovo di Lione ucciso nel 202, discepolo del beato Policarpo, commemorato dalla Chiesa Greca il 23 agosto. Irene era la dea della pace e il nome fu mantenuto anche dai primi cristiani viene festeggiata il 1° aprile in memoria di Santa Irene di Tessalonica, martirizzata nel 304, due giorni dopo le sue tre sorelle, Agape, Chionia e Filippa, che avevano già subito la sua stessa sorte.
Diffusione: In Italia ci sono circa 1.902 persone di nome Ireneo. Suddivisione: Lombardia (17%), Veneto (16%), Sardegna (11%), .. 

Caratteristiche: è un tipo allegro e vitale, una delle cose che più gli piace fare è mangiare. Ha una vera e propria passione per il cibo e la cucina, dove si diletta a sperimentare piatti sempre diversi. E' un amico sincero e un marito fedele.

Significato: pace, pace celestiale
Onomastico: 28 giugno
Origine: Greca
Segno corrispondente: Scorpione
Numero fortunato: 6
Colore: Giallo
Pietra: Topazio
Metallo: Oro

sabato 27 giugno 2020

L’amica lasciata




…sono le prime luci
nei cortili delle caserme,
il mondo appena inizia
a conversare con le sue frasi fatte;
ci fu qualcosa fra noi
sconosciuto e tenero in silenzio
che forse il clamore ha impedito
o l’averne parlato a voce troppo alta…
dimenticarsi a forza è impossibile,
bisogna pensarsi lungamente finchè
il pensiero non prenda quella stanchezza
che anche la vita, mentre non sai, consuma

Alberto Bevilacqua

Anima amante




Anima amante mia per sbaglio
segnata
come una data
in un estraneo anno domini
io ti ho forse
perché ho tutto quello
che non dovrei avere per averti
mio sapore d’altrove
cerchiamo di fare in fretta
la nostra eternità
sta godendo di poche ore.

Alberto Bevilacqua

L’addio





Ti abbraccio perchè non ti vedo
che a tentoni, accecato
dai tuoi stessi occhi in me conficcati
per cui non so
se sia mio o tuo questo piangere:
amati giorni
che non ci hanno ricambiato l’amore
e sono
una frattura indicibile: i denti
stringono un grido, il pugno
anche più forte stringe
l’indimenticabile carezza che ti davo
come una moneta scaduta
…per un amore così breve perchè,
mio Dio,
questa notte eterna e il filo che traluce
sulla remota ferrovia d’illuminati
treni che ormai corrono nel nulla?

 Alberto Bevilacqua

Se vai.......