Profeta e martire
Patronato: Monaci
Emblema: Agnello, ascia
Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli con in mano un bastone terminante a forma di croce. Ciò
testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato
questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di
Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”. Egli
è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù,
perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione
che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere
ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29
agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma
quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle
innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo
tengono come loro santo patrono. Nel
Vangelo di s. Luca si dice che era nato in una famiglia sacerdotale,
suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta,
discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del
Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e
ormai anziana. Un
giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve
l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua
preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che
chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno
della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo
nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di
conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza
di Elia. Maria
allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo
saluto, declamò il bellissimo canto del “Magnificat”, per le meraviglie
che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e mentre Elisabetta
esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò
di gioia. Quando
Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era
diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce, la nascita
avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme, città che
vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due santuari
dedicati alla Visitazione e alla Natività. Della
sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età
conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre
la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di
cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano
locuste e miele selvatico. Nell’anno
quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua
missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno
messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la
penitenza. Da
tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al
Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta;
e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova
vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua
parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei
peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato. Anche
i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa
potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla
popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno e contentatevi delle vostre paghe”.
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30). Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici. Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato. Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista. A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista. Il suo culto come detto all’inizio si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati. La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria. Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono collegati metereologicamente alla data della sua festa. S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Genova, Ragusa, ecc. Per quanto riguarda le reliquie c’è tutta una storia che si riassume; dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri. Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati.
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30). Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici. Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato. Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista. A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista. Il suo culto come detto all’inizio si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati. La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria. Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono collegati metereologicamente alla data della sua festa. S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Genova, Ragusa, ecc. Per quanto riguarda le reliquie c’è tutta una storia che si riassume; dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri. Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati.
Autore: Antonio Borrelli
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