martedì 30 giugno 2020

Stanislao Nievo


Era il secondo dei quattro figli di Antonio, proprietario di una fabbrica di bottoni, e della nobile Xavierine Nasalli Rocca. Da entrambi i genitori poteva vantare un parentado illustre in ambito culturale: per parte di padre discendeva da Erasmo di Valvasone, Ciro di Pers, Ermes di Colloredo e Ippolito Nievo, per parte di madre da Joseph e Xavier de Maistre. A causa della grande depressione del 1929 l'impresa familiare entrò in crisi sicché i Nievo si trasferirono a Borgo Montello, nell'agro Pontino. Vi rimasero sino al 1946, inframmezzandovi però alcuni soggiorni a Roma e nel castello di Colloredo di Monte Albano, di cui erano proprietari. Dopo il liceo classico e una laurea in scienze naturali, Stanislao fece diversi viaggi all'estero, dall'Europa centrale al profondo Nord, svolgendo svariati mestieri: scaricatore portuale, mozzo su una nave, raccoglitore di frutta, operaio metallurgico e insegnante d'italiano. Verso la metà degli anni cinquanta iniziò l'attività giornalistica. Collaborò come inviato del «Giornale d'Italia», un'attività che poi lo portò a collaborare per diversi quotidiani, tra cui «la Repubblica» (1976), «La Stampa» (1978), «Il Tempo» (dal 1987 al 1990), «L'Indipendente» (1994) e «Il Giornale». Durante questo periodo scrisse diversi romanzi, racconti e poesie, e con i romanzi Il prato in fondo al mare e Le isole del Paradiso si aggiudicò rispettivamente, il Premio Campiello nel 1975 e il Premio Strega nel 1987. Molto espressive sono le sue raccolte di poesie tratte da brani letterali: Viaggio verde (1976), Canto di pietra (1989), e l'ultima Barca solare (2001). Lo scrittore si cimentò anche nelle traduzioni di Kipling e Defoe; fu il curatore di E Dio creò le grandi balene, un'antologia di poesie e racconti sulle balene scritti in ogni tempo e paese e tradotti in italiano. Ha lavorato anche nella radio, come conduttore di rubriche radiofoniche per la Rai dal 1979 al 1985. Fu anche regista di due lungometraggi: Mal d'Africa (1967) e Germania, sette donne a testa ( 1972). Fu inoltre responsabile dell'organizzazione nel controverso ma apprezzatissimo successo mondiale Mondo cane (1962) di Jacopetti, Cavara e Prosperi, oltre che di Africa addio (1966) di Jacopetti e Prosperi. Nievo, amante della natura, verso la quale nutriva un grande rispetto, con un'innata propensione a confrontarsi giorno per giorno, è stato uno dei soci fondatori del WWF e della "Foresta Ideale". È pronipote dello scrittore Ippolito Nievo, autore di Le confessioni di un italiano. Inoltre ha presieduto per molti anni la Fondazione Ippolito Nievo. Ha ideato il progetto dei Parchi Letterari. Nel 2003 gli è stato conferito il Premio Eugenio Montale per il giornalismo di viaggio.

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