sabato 27 giugno 2020

Alberto Bevilacqua


Il padre, Mario Bevilacqua, aviatore acrobata dell’aria, epurato per aver partecipato alle avventure militari e aeronautiche di Italo Balbo, sposò la madre Lisa Cantadori, rimasta incinta diciottenne, quattro anni dopo la sua nascita. Cominciò a pubblicare i suoi scritti nei primi anni cinquanta su invito di Mario Colombi Guidotti, responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma. La sua prima raccolta di racconti, La polvere sull'erba (1955), ebbe l'apprezzamento di Leonardo Sciascia. Nel 1961 pubblicò la raccolta di poesie L'amicizia perduta. Il suo primo successo editoriale fu il romanzo La Califfa (1964). Il romanzo seguente, Questa specie d'amore, vinse il Premio Campiello (1966). Di entrambi i romanzi Bevilacqua stesso curerà poi la trasposizione cinematografica, vincendo con Questa specie d'amore il David di Donatello per il miglior film. Il 10 marzo 1995 venne chiamato a comparire in sede processuale nell'ambito del processo contro Pietro Pacciani per i delitti del Mostro di Firenze, in quanto persona offesa dal reato di calunnia aggravata, perpetrata nei suoi confronti da Annamaria Ragno e Gabriella Pasquali Carlizzi.Nel 2010 la collana "I Meridiani" gli dedicò un volume. Il 26 gennaio 2013 venne ricoverato presso la clinica privata Villa Mafalda di Roma per l'aggravarsi di uno scompenso cardiaco da cui era stato colpito l'ottobre precedente. Le condizioni, apparse subito preoccupanti a causa di una presunta infezione delle vie respiratorie, si erano poi stabilizzate. La compagna Michela Miti presentò un esposto alla procura della Repubblica di Roma, in quanto lo scrittore sarebbe stato trattato "come un ostaggio" della clinica, che non l'avrebbe trasferito in una struttura pubblica. In seguito il pm della procura romana aprì un fascicolo d'inchiesta nei confronti della clinica Villa Mafalda. Bevilacqua morì a Roma il 9 settembre 2013. È sepolto nel cimitero della Villetta a Parma

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