1118 - 1161
Patronato: Pisa
Etimologia: Ranieri = invincibile guerriero, dal tedesco
Emblema: Pilurica, acqua
Ranieri
nacque nell'anno 1118. I genitori, Gandulfo Scacceri e Mingarda
Buzzaccherini che appartenevano entrambi a famiglie benestanti, decisero
di affiancare negli studi del loro unico figlio don Enrico di San
Martino in Kinzica. Ma Ranieri, particolarmente dotato per la musica e
per il canto, preferiva i divertimenti e gli svaghi agli studi e agli
impegni. A nulla valsero gli sforzi dei genitori di ricondurlo ad un
comportamento più cristiano: il giovane pisano trascorse la sua
giovinezza trascurando gli insegnamenti dei genitori e quelli di don
Enrico. Fu all'età di 19 anni che Ranieri decise di cambiare
radicalmente vita. L'incontro con un eremita di nome Alberto,
proveniente dalla Corsica e stabilitosi nel monastero pisano di S.
Vito, lo spinse ad abbracciare con convinzione la fede cristiana e
porsi così al servizio di Dio. Ricevuto da Dio l'invito a recarsi in
terra Santa, Ranieri partì senza indugio. All'età di 23 anni decise di
vivere in assoluta povertà: si liberò di tutte le ricchezze e le donò
ai poveri e ai bisognosi. L'unica sua preoccupazione rimase quella di
imitare meglio possibile il suo maestro, Gesù Cristo. Indossata la
veste del penitente consegnata a tutti i pellegrini che si recavano al
monte Calvario, la pilurica, trascorse un lungo periodo presso gli
eremiti in Terra Santa, dove compì numerosi miracoli. Punì il suo
corpo con lunghi digiuni, astenendosi normalmente dal cibo tutti i
giorni della settimana esclusi il giovedì e la domenica, cercando di
vincere l'orgoglio personale dovuto alla fama che già lo circondava
presso i fedeli. La rinuncia a sé e il totale servizio a Dio gli
consentirono di superare le numerose tentazioni che il maligno non gli
fece mai mancare nei 13 anni di soggiorno in Terra Santa. Tornato a
Pisa nel 1154 già circondato dalla fama di santo, continuò ad operare
miracoli anche nella città natale: l'ammirazione dei suoi
concittadini non poteva che accompagnarlo fino all'ultimo giorno di
vita. Ranieri morì dopo sette anni dal suo rientro dalla Terra Santa,
venerdì 17 giugno 1161. Agli occhi dei pisani, Ranieri fu santo già
in vita. Una volta abbandonata la vita terrena, un suo discepolo, il
canonico Benincasa, si incaricò di scrivere nel 1162 una Vita del
santo, testo che conobbe una certa fortuna per la traduzione del
carmelitano fra Giuseppe Maria Sanminiatelli del 1755 e nuovamente
edita sempre a Pisa nel 1842. Laico, come numerosi santi di quel
secolo, Ranieri fu ricordato dai pisani anche per l'abitudine del
santo di donare a chi gli si rivolgeva pane e acqua benedetti,
ragione per la quale il canonico Benincasa chiamava il santo "Ranieri
dall'Acqua". Nel 1632 l'Arcivescovo di Pisa, il Clero locale, il
Magistrato pisano, coll'annuenza della sacra Congregazione dei Riti
elessero Ranieri patrono principale della città e della diocesi. Il
1689 venne decisa la traslazione del suo corpo, che fu
definitivamente collocato sull'altare maggiore. Durante la notte della
traslazione i pisani illuminarono le loro case per rendere omaggio
alla figura del loro santo più amato.
Autore: Massimo Salani
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