14 Gennaio 1957, Los Angeles, California, USA
Suo
padre era Belmond DeForest Bogart, uno dei più importanti chirurghi
della grande mela, la madre Maud Humphrey si occupava d'illustrazioni
di riviste. Uscito dagli studi superiori completati alla Trinity
School, Humphrey, decise di iscriversi alla Philips Academy di Andover,
una scelta che da questo momento lo segnò forse nel carattere, poichè
in breve tempo fu espulso per cattiva condotta. Nel 1918 si arruolò nei
marines dove stette per diversi mesi, fino a quando decise di tornare
alla vita normale facendosi assumere come organizzatore dell'impresario
teatrale William A.Brady, il quale vide nel personaggio Bogart un
possibile attore tanto da invogliarlo a calcare il palcoscenico. Il
risultato fu alquanto convincente, le prime prestazioni non diedero
frutti, ma Humphrey dimostrava già di essere un duro e non demorse. Nel
1929 mentre recitava "It's a Wise Child" un agente della 20th Century
Fox lo notò e gli offrì un contratto di un anno, partecipò in ruoli di
secondo piano; passò alla Universal partecipando ad un discreto film
"Bad Sister" 1931, ma ancora il successo tardava a venire, tanto da
rinunciare alla carriera cinematografica per dedicarsi al teatro. Nel
dicembre del 1931 la Columbia lo convocò e gli fece firmare un
contratto di breve termine, lasciando il teatro per tornare al cinema
interpretando la commedia "Love Affair" diretta da Thorton Freeland. Da
qui passò subito alla Warner Bros nel 1932 recitando due film diretti
da Mervyn LeRoy: "Big City Blues" e "Three on a Match". In questo
secondo film interpretò per la prima volta il ruolo di un gangster, ma,
appena finito di girare, tornò ancora una volta a teatro. Una carriera
che si presentava in maniera discontinua, mai un successo, ruoli
marginali o secondari, Bogart avanzava anche con l'età e per un attore
che cerca di emergere e diventare una star gli anni contano e più
passava il tempo più sembrava non essere tagliato né per il teatro né
per il cinema. Nel 1935 tornò a teatro per
interpretare per sette mesi il ruolo del gangster Duke Mantee insieme
con Lesile Howard nella commedia "The Pietrified Forest" di Robert E.
Sherwood. L'opera ebbe un tale successo che la Warner scritturò Howard
come protagonista dell'omonimo film, l'attore principale volle con sé
anche Bogart, il quale da questo momento, all'età di 37 anni, iniziò
una delle carriere cinematografiche più prolifiche della storia del
cinema americano. Sotto contratto della Warner Bogart rimase fin al
1948, producendo un film ogni due mesi e interpretando il ruolo del
cattivo in film di genere gangster, facendo da spalla ad attori del
calibro di Edward G.Robinson, James Cagney, Gorge Raft. La sua abilità
consisteva nello svolgere parti secondarie che mettevano in luce la
figura dell'attore protagonista. È da notare come dopo gli inizi degli
anni Trenta nei quali il gangster veniva visto come una figura
romantica, ora questo tipo di personaggio è abbandonato dal mito e
relegato come un fallito della società malata. Non
sempre però gli venivano date parti così negative, ad esempio nel 1936
interpretò un evaso redendo ne "L'isola della furia" (Isle of Fury),
sempre in quell'anno in "Ali sulla Cina" (China Clipper) metteva i
panni di un collaudatore di aeroplani e in "Two Against the World" fece
il direttore di una stazione radiofonica, che si metteva contro un
padrone disonesto. Nel 1937 in "Le cinque schiave"
(Marked Woman) fece una bella interpretazione di un procuratore
distrettuale, che riesce con l'aiuto di una donna (Bette Davis) a
sgominare una banda di malfattori. L'anno successivo in "Crime School"
diventa un direttore di un riformatorio, che, grazie alle sue idee
riesce a ristabilire i rapporti tra carcerieri e i giovani rinchiusi.
Il regista Raoul Walsh gli diede l'occasione nel 1940 di poter
interpretare, accanto a Gorge Raft in "Strada Maestra" (They Drive by
Night), la parte di un camionista, il quale era in lotta con i problemi
della vita, i lunghi viaggi, i soldi e gli inganni dei colleghi. Il
successo fu immediato, pur essendo ancora una parte secondaria Bogart
sperimentò un nuovo tipo di recitazione, più dinamica, meno impacciata
come nei soliti ruoli passati e soprattutto lo fece identificare nel
pubblico che finalmente capì che quell'uomo non bello, dal fisico poco
prestante, poteva dare delle emozioni che prima non aveva mai dato. Ancora
Walsh lo chiama nel 1941 in "Una pallottola per Roy" (High Sierra),
Gorge Raft rinuncia al ruolo di protagonista e la parte viene data a
Bogart, che veste i panni di Roy Earle, un gangster ormai al tramonto e
non più giovane. Con questa parte l'attore , grazie all'aiuto del
regista che gli diede un senso di umanità, sviluppa un personaggio con
uno spessore psicologico mai visto prima, legato dalla lealtà verso il
suo capobanda, che lo libera di prigione per fare un ultimo colpo, e
dall'amore non corrisposto con una donna. In questa spirale diventa suo
malgrado un eroe, sempre legato al pensante passato di gangster, dove
la fuga e la sua fine sono l'espiazione del peccato. Agli
inizi degli anni Quaranta, gli Stati Uniti erano in guerra, il clima
interno della nazione attraversava un momento particolare e il cinema ne
prese subito spunto per modificare le sue vedute mostrando film con
soggetti e personaggi che riuscivano a vivere e a mettersi contro
contesti urbani difficilissimi. Ora non si fidava più ne la giustizia
né l'autorità pubblica, era il momento di dar vita a personaggi come
quello nato dalla penna dello scrittore Dashiell Hammett nel 1929: il
famoso detective Sam Spade. Nel 1941 la Warner decide,
dopo aver visto due fallimenti, di riportare per la terza volta sullo
schermo "Il mistero del Falco" (The Maltese Falcon), ma con la
particolarità di essere il più fedele possibile al romanzo. Bogart,
finalmente porta al successo quest'opera, ne incarnò il personaggio in
maniera incredibile, benché coadiuvato da un cast di grande fama, si
immerge nella parte del detective, assumendone i toni psicologici e
ironici tipici del personaggio creato da Hammett. È un uomo solitario,
duro, che non ama farsi aiutare da colleghi o tanto meno dalla polizia,
porta rispetto verso il suo lavoro di detective, ha un volto
impenetrabile che non lascia passare facilmente né i suoi pensieri nè i
suoi sentimenti, usa l'ironia quando si trova in estreme situazioni di
pericolo, ma alla fine ottiene sempre il risultato che vuole con le
buone o con le cattive. Dopo questo clamoroso successo
la strada è spianata e Bogart viene chiamato per girare un classico
della cinematografia americana "Casablanca" con Ingrid Bergman. Qui si
trovò a dover fare i conti con un contesto straniero e dai mille
risvolti, nella parte di Rick, mostra ancora una volta il suo volto di
duro combattuto in un contesto di guerra e amore, dove l'arrivo della
sua amata donna, lo risveglia e gli impone l'ordine di impegnarsi
affinché tutto migliori, lanciando un messaggio anche all'America di
vincere la guerra che stava combattendo per il bene dell'intero mondo. Rimanendo
sempre fedele a se stesso e soprattutto nei confronti della sua donna
che ama e che non può dimenticare come la storia ci mostra, il film che
piacque a tutti, grazie anche all'abilità del regista Micheal Curtiz,
il quale sfruttò il contesto africano, una novità per l'epoca,
imponendo due temi fondamentali l'amore che non può tramontare e vivere
per una ragione. Un successo planetario che fa di
Bogart una Star di Hollywood, ormai un'icona, prosegue la sua carriera
con il successivo film "Acque del sud" (To Have and Have Not) 1944 che
gli cambierà la sua vita sentimentale. Infatti qui conosce la sua nuova
partner di lavoro la bella Laurel Bacall e come nella trama del film
se ne innamora anche nella vita. Interpretando Harry Morgan, si trova a
dover combattere, sebbene non abbia più interessi, contro il fascismo,
forza egemonica che impera in quel periodo in Europa. Uno dei migliori
film di Boagrt, nel quale il regista Howard Howks accorgendosi che
l'attore e la Bacall si erano innamorati realmente, ridusse al minimo
sia la trama che l'azione per metterne in risalto la loro storia
sentimentale, cosicché il film ebbe uno stile narrativo autentico e
particolarissimo. Nel 1945 dopo tre divorzi da Helen Menkel, Mary
Phillips e Mayo Methot, decise di sposarsi con Laurel Bacall di appena
ventuno anni e ben venticinque anni più giovane di lui. Alla fine della guerra, Bogart era uno delle dieci star più acclamate a
Hollywood e nel 1945 tornò al genere noir nella parte di un assassino
sia in "Nebbie" (Conflict) con Alexis Smith sia in "La seconda signora
Carroll" (The Two Mrs Carrolls) con Barbara Stanwyck. Non ci fu
successo, se non quando tornò a mettere i panni di un altro detective
privato Philip Marlowe in "Il grande sonno" (The Big Sleep) nel 1946
con accanto sua moglie laurel Bacall diretti nuovamente da Howard
Hawks. Marlowe, personaggio nato dalla penna di Raymond Chandler, non
era come Sam Spade, era più romantico, sempre in azione e alla ricerca
di misteri intricati da risolvere, tenendo sempre alto l'onore con la
forza e l'ironia che lo distingueva da tutti. Sul finire degli anni
Quaranta affrontò due interpretazioni particolari che lo ricordano
quando era agli esordi: ne "L'isola di corallo" (Key Largo) 1948 con
accanto sempre sua moglie sostenne una parte analoga a quella
interpretata da Lesile Howard in "La foresta pietrificata" doveva
vedersela con un bandito balordo (interpretato da Edward G.Robinson).
Mentre ne "Il tesoro della Sierra Madre" (The Treasure of the Sierra
Madre), sempre 1948, il regista John Huston lo chiamò ad interpretare la
parte di un avventuriero alla ricerca dell'oro e della felicità che
non arriverà mai. Di questa interpretazione eccellente il pubblicò
faticò non poco ad accettarla, ma fu anche qui l'inizio di uno modello
di recitazione che doveva adattarsi a certi personaggi. Gli
anni Cinquanta segnarono la fine dell'attore visto come eroe, fondò una
casa di produzione propria la "Santana Pictures" producendo film come
"I Bassifondi di San Francisco" (Knock on Any Door) 1949, contro la
pena di morte. Ma dopo "Tokyo Joe" 1949 e "Assalto al cielo" (Chain
Lighting) 1950 che ebbero poco successo di pubblico e critica, il
regista Nicholas Ray gli affidò la parte originale di uno sceneggiatore
hollywoodiano che aveva attacchi di follia omicida, qui Boagart seppe
dare il meglio di sé come nell'anno successivo il 1951 ne "La città è
salva" (The Enforced) vestendo i panni di un procuratore distrettuale
alle prese con l'efferato crimine urbano. Attribuita erroneamente la
regia a Bretaigne Windust, oggi finalmente si è capito che fu girato da
Raoul Walsh; il film divenne un classico del genere noir perché fu
girato con uno stile documentaristico tipico del periodo anni Trenta
come ne faceva all'epoca la Warner, ma soprattutto certe scene violente
e un montaggio pressante, lasciavano il pubblico del tempo sbalordito.
Ancora per la Santana produce "Damasco '25" (Scirocco) del 1951, un
flop al botteghino, ma subito e nuovamente in quello stesso anno, il
regista John Huston lo dirige in "La regina d'Africa" (The African
Queen), un classico, un successo che vede Bogart interpretare in questa
commedia ironica un alcolizzato brontolone alle prese con una zitella
interpretata da Katherine Hepburn che tenterà di redimerlo facendolo
persino innamorare. Con questa interpretazione Bogart corona il sogno
di tutti gli attori del mondo, vincere la mitica statuetta degli Oscar,
un tributo doveroso nei confronti di una carriera cominciata vent'anni
prima e che lo aveva visto approdare al grande schermo dopo una
travagliata gavetta. Nel 1952 un nuovo successo per la
regia di Richard Brooks, l'attore va in difesa della stampa e della
democrazia americana in "L'ultima minaccia" (Deadline), sempre lo
stesso anno con lo stesso regista, ma non con lo stesso esito positivo
del precedente film, interpreta in "Essi Vivono" (Battle Circus) un
medico bevitore e donnaiolo dai modi burberi e sprezzanti. Maggior
vigore espressivo lo troviamo nel grande film voluto dal produttore
Stanley Kramer e diretto dal regista Edward Dmytryk "Gli ammutinati del
Caine" (The Caine Mutino) del 1954 dove il personaggio del capitano
Queeg, nevrotico e autoritario, diede a Bogart la possibilità di
incarnare un altro personaggio originalissimo e permise al pubblico di
riflettere sul potere e chi lo gestisce senza responsabilità. Si
avviano gli ultimi anni della sua carriera e della sua vita, il regista
viennese Billy Wilder lo chiama a interpretare nel 1954 una bellissima
commedia "Sabrina" nelle vesti di un ricco erede di una ricca famiglia
con accanto Audrey Hepburn e William Holden. Ne "La
contessa scalza" (The Barefoot Contessa) 1954 di Joseph J.Mankiewicz,
segnato dalle rughe mette i panni di un regista hollywoodiano alle prese
con l'ascesa di una ballerina spagnola interpretata da Ava Gardner.
Questa interpretazione non gli vale il successo e decide di tornare nel
1955 a ruoli convenzionali in un film di poco interesse: "Non siamo
angeli (We're No Angels), di Michael Curtiz, con Peter Ustinov e Aldo
Ray. Sempre in quello stesso anno è chiamato da Edward Dmytryk in "La
mano sinistra di Dio" (The Left Hand Good), a fare una parte, per lui
insolita, ma ben riuscita, di un finto prete che cerca scampo in una
missione cinese. Ancora nel 1955 il regista William Wyler gli propone
di interpretare per l'ultima volta il ruolo di un gangster in "Ore
disperate" (The Disperate Hours), lasciando sullo schermo una valida
apologia di una carriera iniziata con il ruolo di cattivo e conclusa
alla stessa maniera. È il 1956 e Bogart sostiene l'ultima sua grande
interpretazione in "Il colosso d'argilla" (The Harder They Fall) di
Mark Robson, un giornalista alle prese con il racket della boxe. Minato
dal cancro, muore lasciando agli spettatori di tutto il mondo una
serie di personaggi memorabili e irripetibili. Durante gli anni
successivi la sua morte la fama crebbe a tal punto da diventare un mito
ed essere ricordato per sempre come il primo attore con la faccia da
duro, sempre avendo stile, coraggio e a volte insolenza, ma anche
sapendosi mettere in disparte quando era il momento opportuno.
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