martedì 8 agosto 2017

Il viso amato


Dalla nostra grezza opacità,
onda scialbata, minore, traspare
come può, almeno una volta e sempre,
il viso amato, rassegnato
alla mineralità della sua morte di rosa,
e neppure lo nomino perché
parente è all’angelo povero
e neppure tu lo leggi fra le righe
questo sonno di giada
perché oscuro è l’evento del morire
alla propria sopravvivenza irritata.
Così resta oscurissimo fiore
inerpicato su burroni celesti
e se esce da queste grate
si ferisce le mani, l’anima

  Ercole Ugo D’Andrea

Nessun commento:

Posta un commento

La storia del juke-box

23 novembre 1889. L'imprenditore Louis T. Glass (1845-1924), insieme al suo socio in affari, William S. Arnold, installa nel Palais Roya...