Dolcemente per dormir all'ombra dell'oblio
stasera
ucciderò i malandrini
taciti ballerini
della notte
che con piedi di velluto nero
mi suppliziano la carne nuda
supplizio dolce come l'ala dei pipistrelli
sottile tanto da far tremare
nei punti dove timida la pelle s'emoziona
per meglio amare, e aver paura
d'un corpo altrui e del freddo.
Ma stasera con che fiume fuggire o mia ragione?
È l'ora dei ragazzacci
l'ora delle canaglie.
Due occhi d'ombra spalancati nella notte
mi sarebbero dolci, dolci.
Prigioniero di tristi stagioni
son solo, che bel crimine rilucente
laggiù, laggiù all' orizzonte
forse un serpente e raggelato dal non amar affatto.
Ma dove scorre allargo, dove
il fiume che stasera serve
a fuggire la mia ragione?
Le città van sulle sponde
capelli lucidi, occhiaie profonde.
Niente so dire a queste puttane
per le quali sono
dei ragazzacci
per le quali sono
dei fieri sensali.
Son solo, che bel crimine rilucente
due occhi d'ombra spalancati nella notte
mi sarebbero dolci, dolci.
È l'ora delle canaglie.
René Crevel
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