Dino Carlo Giuseppe Campana
(Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1º marzo 1932)
è stato un poeta italiano.
(Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1º marzo 1932)
è stato un poeta italiano.
La vita e le opere di Dino Campana furono pervase dalla problematica della malattia mentale. Sin
dall’adolescenza, Campana manifesta chiari segni di squilibrio
mentale e la sua vita divenne un continuo girovagare per manicomi. A
ventuno anni, nel settembre del 1906, venne ricoverato per la prima
volta nel manicomio di Imola ricevendo la diagnosi di demenza precoce.
La nevrosi della madre, l’incomprensione da parte dei famigliari e
dell’angusto ambiente di paese in cui vive ( nell’appennino
tosco-romagnolo), peggioreranno negli anni la situazione: egli viene
infatti deriso e trattato come una sorta di demente. Viaggerà
molto, in Europa e in Argentina, facendo i mestieri più diversi per
mantenersi: pianista in locali e bordelli, arrotino, poliziotto,
pompiere ecc. E’ spesso coinvolto in risse e arrestato per
vagabondaggio. Tra il 1916 e il 1917 ebbe una storia d’amore tormentata e intensa con la scrittrice Sibilla Aleramo,
terminata in seguito al temperamento sempre più incoerente e violento
del poeta. Nel 1917 fu arrestato a Novara per vagabondaggio, e il 28
gennaio fu internato all’Ospedale psichiatrico “Castel Pulci” dove
rimase sino alla morte, nel 1932. Dal 1926 incominciò a ricevere le visite dello psichiatra Carlo Pariani, che dai suoi discorsi con Campana trarrà il materiale per scrivere in seguito Vita non romanzata di Dino Campana.
Durante il suo soggiorno in manicomio Campana ebbe spesso degli
sprazzi di lucidità: desiderava uscire da quel luogo, ma non per
riprendere la letteratura, ormai abbandonata (non scriveva più da
tempo) ma per poter lavorare e guadagnare. Alla fine del febbraio del
1932 si ferì, probabilmente tentando di scavalcare la recinzione
dell’ospedale: pochi giorni dopo morì di setticemia.
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