Francesco Domenico Guerrazzi
Livorno il 12 agosto 1804 Cecina, 23 settembre 1873)
è stato un patriota politico e scrittore italiano.
Livorno il 12 agosto 1804 Cecina, 23 settembre 1873)
è stato un patriota politico e scrittore italiano.
Fu un
intellettuale organico della media borghesia produttiva e democratica
del primo Ottocento di cui, muovendo dal particolare angolo visuale
dell'ambiente livornese, interpretò le esigenze e le aspirazioni nel
campo politico–economico come in quello culturale. Svolse l'attività di
politico e scrittore nel movimento risorgimentale.Nasceda
Francesco Donato e Teresa Ramponi. La sua indole di polemista spesso
violento lo porta, già da ragazzo, a duri scontri con il padre fino
alla fuga da casa. Patriota mazziniano,
politico e, soprattutto, scrittore romantico e retorico, con i suoi
romanzi storici - i più celebri dei quali rimangono "La battaglia di
Benevento" (1827) e "L'assedio di Firenze" (1863) - esercita una
notevole influenza sulla gioventù italiana. Ma anche opere come
"L'asino" (1858) e "Beatrice Cenci" (1854) ottengono grande successo. L'incontro con George Gordon Byron,
che avviene a Pisa nel 1821, incide non poco nel suo stile letterario:
a lui Guerrazzi dedica la sua prima opera, "Stanze alla memoria di Lord Byron", del 1825. Nel 1831 aderisce alla "Giovine Italia" di Giuseppe Mazzini,
scelta che gli costa, nel 1832 e negli anni seguenti, ripetuti
arresti. L'amor di patria lo spinge ad aderire ai moti politici del
1848, in seguito ai quali diviene prima Ministro dell'Interno del
granducato, quindi membro del Triumvirato nel governo provvisorio di
Toscana, insieme a Montanelli
e Mazzoni, e infine Dittatore in Toscana. Ma è un'esperienza molto
breve perché con il ritorno del Granduca, nel 1849, è condannato,
nonostante la sua "Apologia" (1851), all'esilio in Corsica, dove rimane
per circa dieci anni. Nel 1861 Guerrazzi viene eletto deputato nel
Parlamento italiano, carica che conserva fino al 1870 esercitando una
dura e costante opposizione a Cavour.
Nell'ultimo periodo della sua vita, distaccato ormai dalla politica,
il Guerrazzi mantenne intensa la sua produzione letteraria con opere
come: Il buco nel muro ( 1862), L'assedio di Roma (1863-1865) e Il secolo che muore uscito tra il 1875 e il 1885. Ad un personaggio in particolare, L'Orazione del Buco nel Muro,
lo scrittore attribuiva vicende, pensieri e sentimenti propri, davanti
agli uomini e ai fatti di quegli anni, giudicati con scetticismo
moralistico. Visse gli ultimi anni della sua vita nella fattoria che
possedeva nei pressi di Cecina, detta la Cinquantina,
dove si occupava dell'educazione dei nipoti, i figli di Francesco
Michele Guerrazzi. Sotto l'impulso degli ultimi avvenimenti scrisse Il secolo che muore,
condanna totale della società e di tutte le attività professionali
dalle quali si salvava solo l'agricoltore; il romanzo infatti si
concludeva con la visione ideale di una società rurale collocata nel
lontano Texas,
proiezione fantastica della fattoria del Guerrazzi. Nella sua stessa
amata fattoria morì improvvisamente; i biografi raccontano che rimase
stroncato dall'apoplessia
subito dopo che gli venne riferito che a Roma era stato suonato ed
applaudito l'inno austriaco. Ormai lo scrittore si sentiva già da tempo
distaccato se non oltraggiato dai nuovi eventi politici e morali che
stavano maturando in Italia. Fu sepolto nel Famedio antistante al Santuario di Montenero, a Livorno. L'ultimo trentennio del XX secolo
ha fatto registrare un risveglio dell'interesse storico letterario e
linguistico per il romanzo guerrazziano, e in genere, per la sua prosa.
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