(Field Place, Sussex, 4 agosto 1792 – Golfo dei Poeti, 8 luglio 1822),
è stato un poeta inglese, uno dei più celebri lirici romantici.
Influenzato
dalle idee illuministe, Percy Bysshe Shelley come poeta e
intellettuale difese il pensiero liberale e si ribellò apertamente alle
istituzioni religiose e politiche inglesi. Le sue liriche, dal tono
acceso e impulsivo, si inseriscono perfettamente nel filone della
poesia romantica, di cui è considerato uno dei più grandi autori,
specie inglesi. Figlio primogenito del conformista Timothy Shelley,
parlamentare Whig sotto la protezione del Duca di Norfolk, e di
Elizabeth Pilfold Shelley, incomincia a studiare greco e latino alla
scuola del reverendo Evan Edwards, parroco di Warnham. A casa
suggestiona e meraviglia le sorelle Elizabeth e Mary con racconti di
terrore e magia. Frequenta in seguito la Syon House Academy a Isleworth
e nonostante si distingua per una notevole capacità di apprendimento,
trova la scuola "un perfetto inferno" e preferisce trascorrere
le giornate leggendo romanzi gotici. Tuttavia l'Università era
imprescindibile per un soggetto del suo rango. Studia così a Eton e
quindi a Oxford, da dove viene espulso per aver scritto e fatto
circolare un opuscolo in difesa dell'ateismo.
In quello stesso anno, è il 1811, sposa Harriet Westbrook e dopo
l'ennesimo conflitto con il padre rompe ogni rapporto con lui per
trasferirsi nel Lake District. Harriet gli darà due figli, Eliza Ianthe e
Charles. Due anni dopo pubblica "Regina Mab", poemetto filosofico in
nove canti che recepisce il pensiero socialista di William Godwin e che
ha come tema il Passato, il Presente, il Futuro. L'incontro con Godwin
lo porta a conoscerne la figlia Mary, con la quale va a vivere in
Svizzera nel 1814 e, subito dopo la tragica fine della moglie Harriet,
morta per suicidio, due anni dopo la impalma. Mary Shelley
raggiungera grande notorietà come autrice del celeberrimo romanzo
gotico "Frankenstein". Tornato in Inghilterra Percy Shelley scrive
"Alastor, ovvero lo spirito della solitudine" (1816), allegoria in
versi che anticipa le sue opere più importanti. Nell'estate dello
stesso anno, nuovamente in Svizzera, Shelley e Mary conoscono un loro
grande contemporaneo, l'acceso e febbrile George Byron.
Nel 1818 pubblica "La rivolta dell'Islam", poemetto dai toni
rivoluzionari: poco dopo la coppia lascia l'Inghilterra, dove Shelley
non sarebbe tornato mai più. Anche la sua patria non voleva più saperne
di lui, bandito dalla società a causa delle sue idee radicali e per il
suo comportamento stravagante. Nei quattro anni seguenti vive
soprattutto in Italia, dove stringe amicizia con il poeta Leigh Hunt e
dove prosegue con una certa intensità la frequentazione con l'amico
Byron. Il giorno 8 luglio 1822, non ancora trentenne, Percy Bysshe
Shelley muore annegato al largo di La Spezia durante il tempestoso
ritorno verso Lerici da una gita in barca. Il suo corpo insieme a
quello dell'amico Edward Williams viene ritrovato a Viareggio. I corpi
vengono arsi sulla stessa spiaggia, alla presenza degli amici Lord Byron
e Leigh Hunt. Più tardi la tomba di Shelley verrà posta nella città di
Roma. Molta critica considera Shelley uno dei maggiori poeti inglesi,
soprattutto per le sue le brevi odi familiari, che comprendono "A
un'allodola" (1820), "Ode al vento d'Occidente" (1819), "La nuvola"
(1820). Molto apprezzate sono anche le tre brevi liriche che dedicò
all'amore e "Adonais" (1821), elegia in morte di John Keats.
L'intenso lirismo di queste opere traspare anche in "Prometeo
liberato" (1820), che tuttavia rimane l'opera di un poeta, più che di
un drammaturgo.
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