sabato 29 luglio 2017

Vittorio Bòttego



(Parma, 29 luglio 1860Daga Roba, 17 marzo 1897)
è stato un esploratore e ufficiale italiano, che si rese famoso con le sue esplorazioni nel Corno d'Africa.
Figlio di Agostino e Maria Asinelli. Il padre medico si trasferì dall'Alta Valle del Taro a San Lazzaro prima della nascita del figlio minore Vittorio. Il fratello maggiore Giambattista si trasferì negli Stati Uniti, da cui rientrò dopo la scomparsa di Vittorio assieme ai propri figli. Proveniva da una ricca famiglia proprietaria di estesi possedimenti a est della città (la nipote dell'esploratore Celestina Bottego, fondò la congregazione missionaria “Società Missionaria di Maria” (Suore Bottego), istituto tuttora esistente ed operante, con sede in un rustico di proprietà della famiglia nell'allora territorio di San Lazzaro, oggi inglobato nel territorio cittadino). Ragazzo irrequieto ed avventuroso, dopo alcune disavventure scolastiche, tra cui un compagno di classe preso a schiaffi, il giovane Vittorio si iscrive all'Accademia Militare, da cui esce ufficiale di Artiglieria. Segue inoltre con successo la Scuola di Equitazione di Pinerolo partecipando e vincendo numerosi concorsi ippici. In quegli anni una serie di esplorazioni intraprese dalle potenze coloniali in tutta l'Africa crea il mito dell'esploratore. Attratto giovanissimo da questa carriera, Bottego richiese il trasferimento nella costituenda Colonia Eritrea nel 1887 allo scopo di condurre spedizioni scientifico-geografiche. Le prime spedizioni riguardarono la Dancalia (1891), territorio desertico che si affaccia sul Mar Rosso dove sbocca il grande Rift Africano, regione ancora oggi scarsamente conosciuta, allora quasi inaccessibile, che ospita alcuni rettili fra i più velenosi al mondo con un clima incredibilmente caldo e secco (temperatura media 35 °C). Tornato ad Assab progettò ulteriori spedizioni nella regione del Giuba, fiume che nasce nell'attuale Etiopia e, attraversata la Somalia, sfocia nell'Oceano Indiano. Intanto aveva iniziato a raccogliere esemplari di animali, piante ed altri materiali scientifici e ad inviarli a Parma per quello che diventerà il Museo Eritreo Bottego, oggi incluso nel Museo di Storia Naturale di Parma. Nel 1892 raggiunge il fiume Ganale Doria, (alto corso del fiume Giuba) che risale fino alle sorgenti (marzo 1893). Bottego pubblicò un resoconto di queste esplorazioni nel libro Il Giuba Esplorato, fornendo notevole materiale geografico e scientifico.Dopo un breve ritorno in Italia, durante il quale il 7 giugno 1892 fu affiliato Maestro massone nella Loggia La Concordia di Firenze, riparte per l'Africa e il 28 agosto delle stesso anno è ricevuto nela Loggia Eritrea di Massaua. La spedizione aveva come scopo determinare una pianta del complesso corso del fiume Omo (che sarà poi durante la dominazione italiana ribattezzato Omo Bottego) col patrocinio della Società Geografica Italiana. Discende il fiume dal lago Pagadé al Lago Rodolfo (lago Turkana) risolvendo almeno il mistero della foce del fiume. Tenta di proseguire l'esplorazione in territorio etiopico, nella regione dei Galla ma è invece costretto ad un combattimento (causato anche dal suo carattere impetuoso) a Daga Roba, nel corso del quale viene ucciso il 17 marzo 1897. Il resoconto di questa seconda spedizione fu pubblicato dai due sopravvissuti il sottotenente di fanteria Carlo Citerni e il sottotenente di vascello Lamberto Vannutelli nel libro: L'Omo; viaggio d'esplorazione nell'Africa Orientale. Maurizio Sacchi, cui erano state affidate le osservazioni geografiche e naturalistiche della missione, era stato infatti ucciso a sua volta nei pressi del Lago Margherita nel febbraio del 1897. Il 2 gennaio 1898 gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare. Il 26 settembre 1907 Parma l'onorò inaugurando un suo monumento, opera dello scultore Ettore Ximenes, posto davanti alla Stazione Ferroviaria.

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