Francesco Sforza
(Cigoli, 23 luglio 1401 – Milano, 8 marzo 1466)
è stato il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza. Uomo d'arme e politico di grande importanza ha segnato l'inizio della dinastia degli Sforza nella città di Milano, diventandone duca. L'iniziatore dell'antico casato nobiliare milanese non ha chiare origini nobiliari, almeno di nascita. È uno dei sette figli illegittimi di Muzio Attendolo Sforza e di Lucia da Terzano, o Torsano. A riconoscerne la legittimità di nascita sarà la regina Giovanna con una concessione speciale, ma solo molto tempo dopo. Il giovane Francesco trascorre l'infanzia a Tricario, in Lucania, e in Toscana anche, suo luogo di nascita. A Firenze è ospite della corte ferrarese di Niccolò III d'Este. Con il padre Muzio poi, che sogna per lui un ingresso riconosciuto nella nobiltà, si reca a Napoli nel dicembre del 1412 e riceve il titolo di Tricarico da re Ladislao I di Napoli, divenendo all'età di undici anni cavaliere. Muzio allora nel 1418 gli dà in moglie Polissena Ruffo, principessa di Calabria, vedova del cavaliere francese Giacomo de Mailly, proprietaria di molte terre nel cosentino. Il matrimonio avviene il 23 ottobre del 1418, nella città di Rossano. Tuttavia solo due anni dopo, poco dopo la morte della loro figlioletta, anche la giovane moglie Polissena muore. Da questo momento in poi il futuro duca di Milano, ancora giovane, si fa valere nelle milizie paterne, dove svolge il suo apprendistato marziale. Nel 1419 sale agli onori della cronaca quando libera proprio Muzio, rimasto bloccato a Viterbo dalle truppe "braccesche", guadagnandosi da quel momento la prima linea in battaglia. L'anno dopo occupa Acerra insieme a Micheletto Attendolo e nel 1421 stabilisce la propria residenza a Cosenza, onde organizzare un esercito da schierare per difendere Luigi III d'Angiò. Nell'estate del 1425 il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, propone a Francesco Sforza una condotta come capitano con un contratto quinquennale. Il futuro duca non chiede altro e comincia una serie di battaglie contro i Carmagnola. Tuttavia il presidio di Genova non va per il verso giusto e il capitano del ducato milanese cade vittima di un'imboscata. La sconfitta è bruciante e il duca di Milano per punirlo lo relega con la paga dimezzata a Mortara con l'ordine di riorganizzare le truppe di fatto prigioniero del castello. Nel 1430 terminati gli impegni con il Visconti, Sforza si reca a Lucca per combattere contro i fiorentini. Ma proprio questi ultimi, conoscendo il valore del condottiero nato nelle loro terre, gli offrono subito un ingaggio allettante. A questo punto il duca Visconti tenta di mantenere Sforza sotto il proprio controllo e per aggraziarselo gli offre in sposa la figlia Bianca Maria, che all'epoca ha solo cinque anni ed è estromessa da qualsiasi successione (con lei, terminerebbe la dinastia dei Visconti). Attratto dalle proprietà in dote Francesco Sforza accetta la profferta e ratifica il contratto di fidanzamento il 23 febbraio del 1432, nel castello di Porta Giovia, residenza milanese dei Visconti. Prima però, a conferma della sua convinzione, il futuro duca di Milano cerca in tutti i modi di farsi annullare dal papa il matrimonio precedente. Tra il 1433 e il 1435 Francesco Sforza è impegnato in diverse battaglie, con alleanze alterne e molti capovolgimenti. Prima attacca lo stato del Papa e prende Ancona in nome dei Visconti. Poi, su incarico di Eugenio IV, viene nominato gonfaloniere della chiesa e vicario della città stessa. Dal meridione però subisce da parte del Alfonso d'Aragona l'occupazione di tutti i propri possedimenti all'interno del regno di Napoli. Il tentativo è quello di allontanarlo dal Nord, ma il condottiero non perde la testa: la sua mira principale rimane sempre Milano. Intanto, tra il 1436 e il 1439, si mette al servizio prima di Firenze e poi di Venezia. Nel 1440, persi i territori nel Regno di Napoli, Sforza si riconcilia con il Visconti, che in questo periodo deve fronteggiare un altro condottiero, altrettanto temibile, Niccolò Piccinino. Questi, senza troppi ambagi, gli chiede la signoria di Piacenza. Il 25 ottobre del 1441 Francesco Sforza sposa finalmente Bianca Maria Visconti nella città di Cremona, presso la Chiesetta di San Sigismondo. Alleatosi con Renato d'Angiò, pretendente al trono di Napoli e avversario di Alfonso, Francesco muove le proprie milizie nel Sud ma non riesce ad ottenere consistenti vittorie. Allora riprende in mano i proprio terreni in Romagna e nelle Marche, sconfiggendo il rivale Piccinino, grazie anche all'aiuto di Venezia e di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Il passo successivo, per il futuro duca di Milano, è il rientro nella città lombarda, dal Visconti. Nel 1447 Filippo Maria muore senza eredi. La dinastia viene sostituita dall'Aurea Repubblica Ambrosiana. I maggiorenti del nuovo ordine si rivolgono proprio a Francesco Sforza e gli offrono il comando. Altre città del ducato, come Como, Alessandria e Novara, gli riconoscono questa qualifica, mentre Lodi e Piacenza si danno ai Veneziani. Sforza allora si lancia nella guerra che entro il 1450 lo porta a prendere definitivamente Milano. Sconfigge i veneti a Caravaggio, il 14 settembre 1448, e prova a chiudere con la Serenissima, chiedendo che gli fosse riconosciuta ufficialmente la signoria su Milano e sul ducato (ora repubblica). In cambio cede Crema, il bresciano e il territorio della Giara d'Adda. Nel frattempo però a Milano la Repubblica è forte, rappresentata dalle più antiche famiglie milanesi, oltre ad una schiera di commercianti e borghesi. Ci sono i Trivulzio, i Cotta, i Lampugnani e molte altre famiglie. I maggiorenti non vogliono cadere sotto un nuovo signore, ma gestirsi da soli, democraticamente. Si costituiscono degli ordini apertamente nemici allo Sforza, i quali pongono addirittura una taglia di 200.000 ducati su di lui. A questo punto il futuro duca comincia l'azione contro Milano, agli inizi del 1449, occupando il territorio fra l'Adda e il Ticino. Venezia si allea con la Repubblica, nonostante i patti, ma l'assedio sforzesco è imponente e mette allo stremo la popolazione: trascorrono otto mesi di battaglia. Il 22 marzo del 1450 Francesco entra a Milano con la moglie e il figlio Gian Galeazzo. Avviene la presentazione ufficiale del nuovo Duca Francesco I Sforza, con consegna dello scettro e dello stendardo, nel quale campeggia il simbolo visconteo, la biscia e l'aquila imperiale. Ottiene il sigillo, la spada e le chiavi della città. Il suo governo sarebbe durato per sedici anni. Francesco Sforza durante il suo periodo di comando si rivela un signore illuminato, modernizzando la città, creando un sistema fiscale efficiente, tale da aumentare le entrate della città. La sua corte attira artisti e letterati. Lo stesso Niccolò Machiavelli ne cita le imprese come esempio di buon "principe". Francesco muore all'età di 64 anni.
(Cigoli, 23 luglio 1401 – Milano, 8 marzo 1466)
è stato il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza. Uomo d'arme e politico di grande importanza ha segnato l'inizio della dinastia degli Sforza nella città di Milano, diventandone duca. L'iniziatore dell'antico casato nobiliare milanese non ha chiare origini nobiliari, almeno di nascita. È uno dei sette figli illegittimi di Muzio Attendolo Sforza e di Lucia da Terzano, o Torsano. A riconoscerne la legittimità di nascita sarà la regina Giovanna con una concessione speciale, ma solo molto tempo dopo. Il giovane Francesco trascorre l'infanzia a Tricario, in Lucania, e in Toscana anche, suo luogo di nascita. A Firenze è ospite della corte ferrarese di Niccolò III d'Este. Con il padre Muzio poi, che sogna per lui un ingresso riconosciuto nella nobiltà, si reca a Napoli nel dicembre del 1412 e riceve il titolo di Tricarico da re Ladislao I di Napoli, divenendo all'età di undici anni cavaliere. Muzio allora nel 1418 gli dà in moglie Polissena Ruffo, principessa di Calabria, vedova del cavaliere francese Giacomo de Mailly, proprietaria di molte terre nel cosentino. Il matrimonio avviene il 23 ottobre del 1418, nella città di Rossano. Tuttavia solo due anni dopo, poco dopo la morte della loro figlioletta, anche la giovane moglie Polissena muore. Da questo momento in poi il futuro duca di Milano, ancora giovane, si fa valere nelle milizie paterne, dove svolge il suo apprendistato marziale. Nel 1419 sale agli onori della cronaca quando libera proprio Muzio, rimasto bloccato a Viterbo dalle truppe "braccesche", guadagnandosi da quel momento la prima linea in battaglia. L'anno dopo occupa Acerra insieme a Micheletto Attendolo e nel 1421 stabilisce la propria residenza a Cosenza, onde organizzare un esercito da schierare per difendere Luigi III d'Angiò. Nell'estate del 1425 il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, propone a Francesco Sforza una condotta come capitano con un contratto quinquennale. Il futuro duca non chiede altro e comincia una serie di battaglie contro i Carmagnola. Tuttavia il presidio di Genova non va per il verso giusto e il capitano del ducato milanese cade vittima di un'imboscata. La sconfitta è bruciante e il duca di Milano per punirlo lo relega con la paga dimezzata a Mortara con l'ordine di riorganizzare le truppe di fatto prigioniero del castello. Nel 1430 terminati gli impegni con il Visconti, Sforza si reca a Lucca per combattere contro i fiorentini. Ma proprio questi ultimi, conoscendo il valore del condottiero nato nelle loro terre, gli offrono subito un ingaggio allettante. A questo punto il duca Visconti tenta di mantenere Sforza sotto il proprio controllo e per aggraziarselo gli offre in sposa la figlia Bianca Maria, che all'epoca ha solo cinque anni ed è estromessa da qualsiasi successione (con lei, terminerebbe la dinastia dei Visconti). Attratto dalle proprietà in dote Francesco Sforza accetta la profferta e ratifica il contratto di fidanzamento il 23 febbraio del 1432, nel castello di Porta Giovia, residenza milanese dei Visconti. Prima però, a conferma della sua convinzione, il futuro duca di Milano cerca in tutti i modi di farsi annullare dal papa il matrimonio precedente. Tra il 1433 e il 1435 Francesco Sforza è impegnato in diverse battaglie, con alleanze alterne e molti capovolgimenti. Prima attacca lo stato del Papa e prende Ancona in nome dei Visconti. Poi, su incarico di Eugenio IV, viene nominato gonfaloniere della chiesa e vicario della città stessa. Dal meridione però subisce da parte del Alfonso d'Aragona l'occupazione di tutti i propri possedimenti all'interno del regno di Napoli. Il tentativo è quello di allontanarlo dal Nord, ma il condottiero non perde la testa: la sua mira principale rimane sempre Milano. Intanto, tra il 1436 e il 1439, si mette al servizio prima di Firenze e poi di Venezia. Nel 1440, persi i territori nel Regno di Napoli, Sforza si riconcilia con il Visconti, che in questo periodo deve fronteggiare un altro condottiero, altrettanto temibile, Niccolò Piccinino. Questi, senza troppi ambagi, gli chiede la signoria di Piacenza. Il 25 ottobre del 1441 Francesco Sforza sposa finalmente Bianca Maria Visconti nella città di Cremona, presso la Chiesetta di San Sigismondo. Alleatosi con Renato d'Angiò, pretendente al trono di Napoli e avversario di Alfonso, Francesco muove le proprie milizie nel Sud ma non riesce ad ottenere consistenti vittorie. Allora riprende in mano i proprio terreni in Romagna e nelle Marche, sconfiggendo il rivale Piccinino, grazie anche all'aiuto di Venezia e di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Il passo successivo, per il futuro duca di Milano, è il rientro nella città lombarda, dal Visconti. Nel 1447 Filippo Maria muore senza eredi. La dinastia viene sostituita dall'Aurea Repubblica Ambrosiana. I maggiorenti del nuovo ordine si rivolgono proprio a Francesco Sforza e gli offrono il comando. Altre città del ducato, come Como, Alessandria e Novara, gli riconoscono questa qualifica, mentre Lodi e Piacenza si danno ai Veneziani. Sforza allora si lancia nella guerra che entro il 1450 lo porta a prendere definitivamente Milano. Sconfigge i veneti a Caravaggio, il 14 settembre 1448, e prova a chiudere con la Serenissima, chiedendo che gli fosse riconosciuta ufficialmente la signoria su Milano e sul ducato (ora repubblica). In cambio cede Crema, il bresciano e il territorio della Giara d'Adda. Nel frattempo però a Milano la Repubblica è forte, rappresentata dalle più antiche famiglie milanesi, oltre ad una schiera di commercianti e borghesi. Ci sono i Trivulzio, i Cotta, i Lampugnani e molte altre famiglie. I maggiorenti non vogliono cadere sotto un nuovo signore, ma gestirsi da soli, democraticamente. Si costituiscono degli ordini apertamente nemici allo Sforza, i quali pongono addirittura una taglia di 200.000 ducati su di lui. A questo punto il futuro duca comincia l'azione contro Milano, agli inizi del 1449, occupando il territorio fra l'Adda e il Ticino. Venezia si allea con la Repubblica, nonostante i patti, ma l'assedio sforzesco è imponente e mette allo stremo la popolazione: trascorrono otto mesi di battaglia. Il 22 marzo del 1450 Francesco entra a Milano con la moglie e il figlio Gian Galeazzo. Avviene la presentazione ufficiale del nuovo Duca Francesco I Sforza, con consegna dello scettro e dello stendardo, nel quale campeggia il simbolo visconteo, la biscia e l'aquila imperiale. Ottiene il sigillo, la spada e le chiavi della città. Il suo governo sarebbe durato per sedici anni. Francesco Sforza durante il suo periodo di comando si rivela un signore illuminato, modernizzando la città, creando un sistema fiscale efficiente, tale da aumentare le entrate della città. La sua corte attira artisti e letterati. Lo stesso Niccolò Machiavelli ne cita le imprese come esempio di buon "principe". Francesco muore all'età di 64 anni.
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