domenica 30 luglio 2017

Giorgio Vasari




Il Vasari ebbe una vastissima rosa di interessi: fu infatti un pittore dallo spiccato gusto manierista, un architetto di certo pregio (realizzò il palazzo della Carovana a Pisa e il complesso fiorentino degli Uffizi) e infine eccelso storiografo. Il nome del Vasari, infatti, è legato in modo indissolubile alle Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, una serie di biografie nella quale egli copre l'intero canone artistico teso tra Trecento e Cinquecento. Nasce da Antonio Vasari e Maddalena Tacci. Inizia il suo percorso artistico nella bottega del francese Guglielmo Marcillat, pittore ed autore dei cartoni delle vetrate del Duomo di Arezzo. Nel 1524 si reca a Firenze, dove frequenta la bottega di Andrea del Sarto e l'accademia di disegno di Baccio Bandinelli. Ritorna ad Arezzo dopo tre anni, nel 1527, dove incontra il Rosso Fiorentino. Insieme a Francesco Salviati, nel 1529 Giorgio Vasari lavora nella bottega di Raffaello da Brescia: poi si dedica anche all'arte orafa presso Vittore Ghiberti. Poco dopo, chiamato e protetto dal cardinale Ippolito de' Medici, Vasari parte per Roma, dove con l'amico Salviati, condivide lo studio dei grandi testi figurativi della maniera moderna. Negli anni dal 1536 al 1539 viaggia tra Roma, Firenze, Arezzo e Venezia, dipingendo varie opere, tra cui ricordiamo il ritratto del Duca Alessandro de' Medici, una Natività per l'eremo di Camaldoli, l'Allegoria dell'Immacolata Concezione per la chiesa di S.Apostoli a Firenze. Rientra poi ad Arezzo e intraprende la decorazione pittorica della sua casa. Dal 1542 al 1544 divide la sua attività fra Roma e Firenze; la sua produzione di pale di altare si fa sempre più intensa, e va sempre più definendosi il suo linguaggio figurativo. Nel 1550 esce la prima edizione dell'opera a cui è più legata la fama del Vasari: le "Vite de' più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri", in cui Vasari riordina tutto il materiale e le notizie raccolte dal 1540 sulla vita e sulle opere degli artisti. E' in questo periodo che Giorgio Vasari conosce Michelangelo, il quale gli consiglia "lo studio delle cose di architettura". Dopo qualche anno Vasari si sposta di nuovo a Roma, per lavorare presso il Papa Giulio III, che gli affida, insieme all'Ammannati, la decorazione della cappella con la tomba del cardinale Antonio del Monte, a San Pietro in Montorio. Qui rimane fino al 1553, mantenendo un rapporto stretto con Michelangelo e lavorando al servizio di Papa Giulio III. Nel 1554 torna di nuovo ad Arezzo, chiamato a progettare il coro del Duomo. Si trasferisce con la famiglia a Firenze, su invito del duca Cosimo I de' Medici, che finalmente lo assume stabilmente al suo servizio. Inizia un periodo di più costante dimora fiorentina, durante il quale Vasari rivede una posizione egemone nell'ambito artistico della città. Nel 1555 Cosimo I gli affida i lavori di ristrutturazione e di decorazione di Palazzo Vecchio, che vuole trasformare in residenza principesca.  Successivamente gli viene affidata la fabbrica di Palazzo degli Uffizi. L'opera verrà compiuta nel 1580, solo dopo la sua morte. Del 1563 è l'inizio degli affreschi della volta del Salone di Cinquecento di Palazzo Vecchio, la cui decorazione complessiva sarà la più grandiosa. Terminerà nel 1565, anno in cui gli verrà affidato l'incarico del cosiddetto Corridoio vasariano, che congiunge gli Uffizi a Palazzo Vecchio attraverso l'antico Ponte Vecchio. Sospesi i lavori nel 1556, intraprende un viaggio in Italia, al fine di raccogliere ulteriori informazioni per la seconda stesura delle "Vite", che ultimerà dodici anni più tardi, nel 1568. La nuova edizione, accresciuta, è considerata la prima storia critica della pittura italica oltre che fonte documentaria ancora oggi indispensabile per oggettività e onestà di giudizi, nonchè di chiarezza espositiva. Mentre la prima edizione risulta più compatta, più vivace ed entusiastica nel succedersi delle tre "età" (da Cimabue a Buonarroti), la seconda edizione è più ampia, interessata da un ripensamento critico e da una maggiore problematicità nella parte dedicata ai contemporanei. Attraverso una serie di vivaci biografie, Vasari sottolinea come gli artisti della sua regione, la Toscana, sono riusciti gradualmente a rinverdire la straordinaria stagione dell'arte classica. Nel 1570 torna a Roma chiamato da Pio V, dove in soli otto mesi dipinge tre cappelle in Vaticano: la Cappella di San Michele, San Pietro Martire e Santo Stefano; contemporaneamente avvia la decorazione della Sala Regia. Alla morte del pontefice Vasari torna a Firenze dove, dopo una lavorazione quasi decennale, conclude la decorazione del Salone dei Cinquecento. Gli viene successivamente affidato l'incarico di affrescare la volta della cupola Brunelleschiana di Santa Maria del Fiore, con un Giudizio Finale. Dopo pochi mesi è richiamato a Roma da papa Gregorio XIII per proseguire la decorazione della Sala Regia. Nel 1573, a Roma, mentre lavora all'ultimo incarico, prepara i disegni per la Cupola del Duomo fiorentino. In aprile rientra a Firenze, dove viene inaugurato lo studiolo di Francesco I, di cui aveva iniziato la decorativa. Iniziano i lavori per le logge aretine, su suo disegno. La sua casa di Arezzo è oggi un museo a lui dedicato.

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