lunedì 24 luglio 2017

Henrik Pontoppidan




Henrik Pontoppidan
(Fredericia, 24 luglio 1857Ordrup, 21 agosto 1943)
è stato uno scrittore danese. Premio Nobel per la letteratura nel 1917

è l'esponente più rappresentativo della narrativa naturalista in Danimarca.
Della rivoluzione culturale operata da Georg Brandes, Pontoppidan è insieme lo storico ed il critico, raccogliendo anche nella propria opera spunti ideologici e influenze di diversa provenienza. Dalle sue opere risulta un quadro assai penetrante del mondo del suo tempo, che dipinge con appassionata indignazione e, soprattutto negli ultimi libri, con una forte e amara vena satirica. Henrik trascorre l'intera infanzia a Randers, nella cui parrocchia suo padre Dines è chiamato a svolgere la propria missione di pastore luterano. Ultimati i primi studi, si iscrive riluttante a Scienze Naturali e Ingegneria al Politecnico di Copenaghen, ma nel 1877 trova finalmente la forza di abbandonare per assecondare l'innato desiderio di vivere e scrivere in piena libertà, immerso nella natura e lontano dalla vita di città e dal suo tradizionalismo.Parte dunque alla volta della Svizzera, fermandosi nel paesino di Interlaken, nel Canton Berna. Fra il 1879 ed il 1880, mentre insegna presso la Scuola Popolare Superiore il cui direttore è il fratello Morten, Henrik Pontoppidan comincia la stesura dei primi racconti, tutti di ispirazione popolare e naturalistica, che pubblica su alcuni periodici. La speranza della prima pubblicazione in volume si concretizza nel 1881, quando la casa editrice Schou decide di raccogliere le sue novelle in un libro dal titolo "Ali tarpate", nel quale emerge la sua vicinanza alla classe rurale, costretta a vivere tra miseria ed umiliazioni; nello stesso anno convola a nozze con Mette Marie Hansen, una ragazza di famiglia contadina di Ostby. Le modeste iniziative editoriali gli hanno portato una certa popolarità: frequentando gli ambienti culturali di Copenaghen, Pontoppidan incontra il direttore amministrativo della casa editrice Gyldendal, Hegel, che lo introduce a pieno titolo nella sfera intellettuale della capitale danese e, nel 1883, gli permette la pubblicazione di un'altra raccolta di novelle, "Immagini paesane". L'anno seguente compare il racconto "L'orso polare" su uno fra i più importanti quotidiani danesi, il Morgenbladet. Fra il 1887 ed il 1889 scrive prima sul quotidiano "Politiken" e poi su "La Gazzetta della Borsa", fondata dal suo amico filosofo e critico letterario Giorgio Brandes. Dopo dieci anni di vita coniugale non proprio idilliaca, nel 1891 divorzia dalla prima moglie; questa svolta coincide con l'inizio della fase letteraria meno idealistica e più calata nella storia e nella realtà socio-culturale danese, con opere che lo consegneranno alla celebrità. Con "La terra" Henrik Pontoppidan inizia la pubblicazione della trilogia "La terra promessa", che proseguirà con "La Terra promessa" (1892) e "Il giorno del giudizio" (1895). Nel 1892 parte per l'Italia, subito dopo aver contratto un secondo matrimonio. Prosegue intanto incessante la produzione letteraria affiancata dall'attività giornalistica, con numerosi viaggi che, fra il 1893 ed il 1914, compie in vari paesi europei (Scandinavia, Germania, Svizzera, Austria, Italia). Nel 1898 inizia la pubblicazione di "Pietro il fortunato", ponderoso romanzo in otto volumi che si concluderà nel 1904, seguito da "Il regno dei morti". Nel 1917 ottiene, "ex aequo" con Carl Gjellerup, il Nobel per la Letteratura "per le sue reali descrizioni della vita moderna in Danimarca" e, due anni dopo, l'Università di Lund gli conferisce la laurea "honoris causa" in filologia. Pubblica ancora, nel 1927, "Il paradiso dell'uomo": in questa, come in molte altre opere, emerge una critica ferocemente realistica e scettica del liberalismo danese, da lui descritto come fragile e vacuo, ponendone in evidenza gli irrisolti conflitti sociali e religiosi. L'ultimo suo lavoro è la pregevole autobiografia "Alla ricerca di me stesso", uscita nel 1943, anno della sua morte. Henrik Pontoppidan si spegne all'età di 86 anni. E' considerato il più autorevole rappresentante del naturalismo danese. Fra le altre opere di Pontoppidan citiamo: "La comunità di Sandige" (1883); "Giovane amore" (1885); "Mimose" (1886); "Dalle capanne" (1887); "Nuvole" (1890); "Il vecchio Adamo" (1895).

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