Ludovico Maria Sforza detto il Moro
( Vigevano, 3 agosto 1452 – Loches, 27 maggio 1508) è stato duca di Bari dal 1479, reggente del Ducato di Milano dal 1480 al 1494 affiancando il nipote Gian Galeazzo Maria Sforza ed infine duca egli stesso dal 1494 al 1499. Durante il suo regno, Milano conobbe il pieno rinascimento ed egli stesso tenne una delle più splendide corti del nord Italia. Patrono di Leonardo da Vinci e di altri artisti di rilievo della sua epoca, è noto soprattutto per aver commissionato l'Ultima Cena a Leonardo.
( Vigevano, 3 agosto 1452 – Loches, 27 maggio 1508) è stato duca di Bari dal 1479, reggente del Ducato di Milano dal 1480 al 1494 affiancando il nipote Gian Galeazzo Maria Sforza ed infine duca egli stesso dal 1494 al 1499. Durante il suo regno, Milano conobbe il pieno rinascimento ed egli stesso tenne una delle più splendide corti del nord Italia. Patrono di Leonardo da Vinci e di altri artisti di rilievo della sua epoca, è noto soprattutto per aver commissionato l'Ultima Cena a Leonardo.
Quarto figlio maschio di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza.
Quando suo padre muore, nel 1466, il suo fratello maggiore Galeazzo
Maria, primogenito, viene nominato duca. Morto anche Galeazzo Maria,
assassinato, il suo posto viene presto nel 1476 da Gian Galeazzo Maria
Sforza, suo figlio, che però ha solo sette anni. Così Ludovico, aiutato
da Sforza Maria, un altro suo fratello, prova a opporsi alla reggenza
della madre di Gian Galeazzo Maria, Bona di Savoia, che ha affidato il
ducato a Cicco Simonetta, suo consigliere di fiducia. Ludovico e Sforza
Maria tentano di batterlo con le armi, ma con risultati nefasti: egli è
costretto all'esilio in Toscana, mentre suo fratello muore avvelenato a
Varese Ligure. Ludovico, comunque, si riconcilia con Bona dopo poco
tempo, e fa condannare a morte Simonetta: dopo aver costretto Bona ad
abbandonare Milano e a stabilirsi nel castello di Abbiate (località
conosciuta oggi con il nome di Abbiategrasso), prende la reggenza in
vece del nipote: a questo episodio si fa risalire la fama di
doppiogiochista di Ludovico (la leggenda vuole che Simonetta avesse
annunciato a Bona che quando lui avesse perso la testa, lei avrebbe
perso lo stato). Ludovico acquisisce sempre più potere a Milano, grazie
alle sue abilità diplomatiche che gli permettono di agire in maniera
accorta tra tradimenti e alleanze, traendo beneficio dalle rivalità in
corso tra gli stati italiani. Mantiene l'alleanza con Lorenzo il Magnifico, che comanda a Firenze, anche perché teme che la confinante Venezia possa espandersi; inoltre, intrattiene buoni rapporti con papa Alessandro VI Borgia
e con Ferdinando I, il re di Napoli: proprio la nipote di quest'ultimo,
Isabella d'Aragona, viene fatta sposare con Gian Galeazzo Maria
Sforza. Ludovico, mentre suo fratello Ascanio viene creato cardinale,
appoggia Caterina Sforza,
signora di Imola e Forlì e sua nipote, al fine di limitare la presenza
in Romagna di Venezia. Diventato padre di Massimiliano e Francesco,
nati dal matrimonio, avvenuto nel 1491, con la figlia del duca di
Ferrara Ercole I d'Este, Beatrice d'Este, Ludovico consolida il proprio
potere a Milano, chiamando a corte poeti, musicisti, pittori e artisti
come Bramante e Leonardo da Vinci. Proprio Leonardo ritrae Cecilia Gallerani, amante di Ludovico, nel celebre "Ritratto di dama con l'ermellino" e Lucrezia Crivelli, molto probabilmente un'altra sua amante, nella "Belle Ferronnière".
Durante il suo ducato a Milano, durato dal 1480 al 1499, Ludovico (che
dal 1479 era anche duca di Bari) avvalla la realizzazione di numerose
opere di ingegneria militare e civile, quali fortificazioni e canali, e
favorisce la coltivazione del gelso, che in breve tempo si trasforma
in un elemento essenziale dell'economia locale in quanto connesso alla
creazione di tessuti di seta. Ludovico, quindi, si fregia del titolo di
duca anche se in realtà, a livello formale, esso spetterebbe a Gian
Galeazzo, nel frattempo trasferitosi a Pavia dove ha creato una sua
corte: accade, però, che la moglie di questi, Isabella, pretenda che il
re di Napoli, suo nonno, intervenga per ridare al marito l'effettivo
controllo del ducato. Esso, quindi, viene perso da Ludovico, mentre la
sorella di Gian Galeazzo, Bianca Maria Sforza, sposa Massimiliano.
Usurpato del titolo, il Moro riceve l'11 settembre del 1494 Carlo VIII
ad Asti: pochi giorni dopo, alla morte di Gian Galeazzo, egli si trova
all'apice del suo potere, ma deve ben presto fare i conti con la
potenza francese. Carlo, infatti, giunto a Napoli la conquista.
Ludovico ribalta le alleanze fin lì consolidate, e cerca la
collaborazione di Venezia per rispedire Carlo Oltralpe: ci riesce
tramite la Battaglia di Fornovo del 1495, durante la quale vengono
impiegati cannoni realizzati con il bronzo che in origine sarebbe dovuto
servire per una statua equestre di Leonardo da Vinci.
Poco dopo, Ludovico spedisce alcune truppe a sostegno di Pisa, in quel
momento in lotta con Firenze, che non aveva partecipato alla lega
anti-francese, allo scopo di impadronirsi della città. Dopo la morte
nel 1497 di Lucrezia Crivelli a causa delle complicazioni conseguenti a
un parto, Ludovico ritira le truppe da Pisa (nel frattempo Carlo VIII
era morto, e il suo posto era stato presto da Luigi XII di Francia,
pretendente al ducato milanese in quanto nipote di Valentina Visconti),
avendo ormai smarrito la speranza di dominare la città toscana.
Ripudiata l'alleanza con Venezia, aiuta Firenze a riprendersi Pisa,
sperando in un aiuto da parte della Repubblica fiorentina contro Luigi
XII. Questa, però, si rivela una mossa sbagliata, visto che la
scomparsa dell'alleato veneziano non viene compensata dalla
collaborazione con Firenze. E così, quando il re di Francia giunge in
Italia dopo essersi assicurato la protezione di Venezia (intenzionata a
vendicarsi del voltagabbana Ludovico), ha gioco facile nel conquistare
Milano, complice la rivolta di un popolo stremato dalle tasse imposte
da Ludovico.Dopo l'occupazione delle truppe francesi del settembre del
1499, Ludovico trova rifugio presso Massimiliano I d'Asburgo, a
Innsbruck; poco dopo, tenta di tornare a Milano, ma le truppe svizzere,
pur essendo sue alleate, non accettano di entrare in battaglia. Mentre
Milano perde la propria indipendenza (dando inizio a un dominio
straniero che durerà più di tre secoli e mezzo), Ludovico viene
catturato dai francesi a Novara il 10 aprile: verrà tenuto prigioniero
fino al 27 maggio 1508, giorno in cui morirà a 55 anni di età, lasciando
i figli legittimi Ercole Massimiliano, conte di Pavia e duca di
Milano, e Francesco, principe di Rossano, conte di Pavia e duca di
Milano.
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