venerdì 14 luglio 2017

Agnolo Poliziano


 
Agnolo (Angelo) Ambrogini, detto Poliziano
(Montepulciano, 14/07/1454Firenze, 29/ 09/1494),
è stato un poeta, umanista e drammaturgo italiano. Considerato il maggiore tra i poeti italiani del XV secolo

Suo padre, Benedetto, giurista legato all'importante famiglia fiorentina dei Medici, morì assassinato, quando Poliziano aveva solo dieci anni. Rimasto orfano in tenera età, vide accentuati dal trauma psicologico costituito dalla morte del padre l'insicurezza e la timidezza che lo avrebbero accompagnato per la sua intera esistenza. Poiché, dopo la morte del padre, la madre incontrò serie difficoltà nel garantire la sopravvivenza alla famiglia, Poliziano fu costretto a trasferirsi a Firenze, dove giunse entro il 1469, presso la casa di alcuni parenti di estrazione sociale molto modesta. Ciò nonostante, egli riuscì egualmente a intraprendere gli studi universitari. Nell'intento di dimostrare le proprie abilità, nel 1470, all'età di sedici anni, iniziò la traduzione dell'Iliade di Omero dal greco al latino: svolgendo tale opera rivelò già il rigore filologico e l'uso raffinatissimo della parola che sarebbero stati caratteristiche costanti della sua opera. Nel 1473, ultimata la traduzione dei primi due libri del poema, Poliziano li dedicò a Lorenzo de' Medici, da poco divenuto signore di Firenze (1469) assieme al fratello Giuliano: il Magnifico, dunque, prese il giovane scrittore sotto la sua protezione, e, senza considerare affatto la sua modesta origine sociale, gli consentì di accedere all'ampia biblioteca medicea e di frequentare gli intellettuali che erano a lui legati. Nel 1475 il Magnifico designò Poliziano come precettore del figlio, Piero, e lo invitò ad alloggiare a Palazzo Medici affidandogli anche l'incarico di suo segretario personale. Nel 1477 il giovane, contemporaneamente impegnato nella stesura delle Elegie latine e degli Epigrammi latini e greci, fu nominato Priore della chiesa di San Paolo Apostolo e fu ordinato sacerdote; più tardi sarebbe divenuto canonico nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. In quel periodo, Poliziano curò la Raccolta Aragonese di poesie in volgare. Nel 1475 cominciò la composizione delle Stanze per la giostra, poemetto in ottave dedicato a Giuliano de' Medici; l'opera, considerata il principale tra i lavori di Poliziano, rimase incompiuta a causa della morte dello stesso Giuliano, che fu assassinato il 26 aprile 1478 dalla congiura dei Pazzi. Fortemente toccato dalla vicenda, Poliziano ne raccontò le vicende nella cronaca Pactianae coniurationis commentarium (Commentario sulla congiura dei Pazzi). Nella seconda metà del 1478, mentre la città era colpita da un'epidemia di peste, il letterato accompagnò i Medici nella loro villa di Cafaggiolo, dove il Magnifico aveva inteso recarsi anche a causa delle tensioni che animavano Firenze dopo la congiura. Mentre si trovava a Cafaggiolo, tuttavia, Poliziano entrò in contrasto con la moglie di Lorenzo, Clarice Orsini, che, severa e moralista, impedì al marito, poiché non ne condivideva i metodi, di affidare al precettore anche il figlio Giovanni, che più tardi sarebbe divenuto papa con il nome di Leone X. Nel 1479, dunque, Poliziano scelse di lasciare Cafaggiolo; poco dopo, per motivi sconosciuti, entrò in contrasto anche con lo stesso Lorenzo il Magnifico e non lo seguì nel viaggio a Napoli, Poliziano lasciò dunque l'ambiente mediceo.Partito da Firenze, per poco tempo soggiornò a Venezia, Padova e Verona. Francesco Gonzaga lo accolse dunque presso la sua corte di Mantova, dove il letterato scrisse la Fabula di Orfeo, prima opera teatrale profana italiana di fondamentale importanza. Colto dalla nostalgia per Firenze, nel 1480 Poliziano indirizzò una lettera al Magnifico, che lo richiamò quindi in Toscana, affidandogli un incarico di insegnamento presso lo Studio Fiorentino. Qui egli iniziò l'attività di filologo e commentatore di testi latini e greci; tale attività, svolta con grandissima perizia, fu testimoniata dai Miscellanea, pubblicati in parte nel 1489, che lo resero famoso in tutta l'Europa. Nel periodo di insegnamento allo Studio, Poliziano redasse numerose Epistole, che furono raccolte nel 1494 in dodici libri, e scrisse alcuni testi poetici in latino, tra cui le Sylvae (Selve), prolusioni in esametri ai corsi universitari. Nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico, per il letterato si aprì dunque un nuovo periodo di insicurezza. Poliziano si spense nella notte tra il 28 e il 29 settembre del 1494. Recenti indagini di antropologia ossea condotte a Ravenna dall'equipe del prof. Giorgio Gruppioni dell'Università di Bologna hanno riscontrato elevati livelli di arsenico nei campioni di tessuti e di ossa prelevati dalle spoglie del poeta, confermando la tesi dell'avvelenamento per la sua morte.

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