Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922)
è stato uno scrittore, saggista e critico letterario francese,
la cui opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927.
Figlio
dell'alta borghesia parigina (la madre era la figlia di un ricco agente
di cambio mentre il padre era rinomato medico), nasce alla periferia di
Parigi. L'infanzia dello scrittore si svolge prevalentemente nella
capitale francese, con ben poche concessioni alla fuga dalla città, se
non durante il periodo estivo, trascorso per lo più presso la dolce
residenza dei parenti paterni, a Illiers. E niente come questi momenti
di svago potevano essere salutari al piccolo Marcel, affaticato da una
salute malferma e fragile, oppresso dalla più tenera età da problemi
respiratori, culminati nel primo grave attacco d'asma (disturbo che non
lo abbandonerà mai), a nove anni. A ciò si aggiunga una non comune
sensibilità interiore, subito colta dall'altrettanto sensibile madre
(con cui Marcel instaurò un legame quasi morboso), che lo rendeva schivo
e solitario, a dispetto del fratello Robert, certamente più solare e
aperto. Iscrittosi ad uno dei migliori licei della capitale, Marcel ha
modo di entrare in stretto contattato con alcuni coetanei, rampolli
delle famiglie-bene parigine, fra le quali si possono annoverare nomi di
importanti politici del tempo. L'impatto per certi versi è positivo e
con alcuni compagni stringe una sincera e duratura amicizia.
D'altronde, è proprio al liceo che Proust, accanto alla vocazione
letteraria, scopre il gusto, tutto letterario anch'esso, di entrare nei
salotti parigini, rivelando una innata propensione alla vita di
società ed una straordinaria capacità di affascinare quell'uditorio,
magari un po' frivolo, che di volta in volta si trovava ad affrontare
(in senso metaforico). Inoltre, i salotti erano una fucina inesauribile
di ghiotti incontri culturali, se si pensa che erano frequentati
nientemeno che da personaggi come Madame Strauss, moglie in prime nozze
del compositore George Bizet
o Charles Haas, strana figura di esteta e raffinato cultore dell'arte,
sulla cui personalità Proust forgerà poi il personaggio di Swann. I
primi frutti dell'attività letteraria di Proust arrivano nel 1892,
quando si inserisce come collaboratore nella rivista "Le Banquest",
fondata da un gruppo di amici, tra cui Jacques Bizet, Daniel Halévy,
Robert Dreyfus e Leon Blum. Sono gli anni, fra l'altro, in cui scoppia
il caso Dreyfus, il capitano ebreo arrestato con l'accusa di spionaggio
e complicità
con la Germania, un vero e proprio caso di linciaggio moderno a mezzo
stampa. Proust, agli occhi della Storia, ha l'onore di essere fra quelli
che difesero, oltretutto con grande energia, lo sfortunato capitano.
Nel 1896 esce finalmente il primo libro dello scrittore "I piaceri e i
giorni"; si tratta di una raccolta di novelle, edite in una raffinata
edizione che vedeva la prefazione di un mostro sacro delle patrie
lettere come Anatole France;
allo stesso tempo, però, si dedica anche alla stesura di un grande
romanzo, purtroppo incompiuto "Jean Santeuil", vero e proprio canovaccio
per la successiva, gigantesca, "Recherche". Parallelamente a tutto
ciò, non dimentica la prediletta pratica della critica letteraria,
svolta con acume e gusto imepccabili. II 1900 è l'anno dei viaggi in
Italia, soprattutto a Venezia, dove compie una sorta di pellegrinaggio
ruskiniano, una verifica dal vivo delle teorie estetiche del critico
inglese, oltre che incontrarsi per la prima volta dal vero con il mondo
della pittura italiana. Questi viaggi alla ricerca dei grandi momenti
dell'arte europea sono un tratto fondamentale dello stile di vita di
Proust e si rinnoveranno, fin tanto che gli sarà possibile muoversi e
affrontare le fatiche di lunghi trasferimenti.
Nel 1905 muore, due anni dopo il padre, la madre dello scrittore, un
momento fra i più dolorosi della sua vita, che di lì a qualche tempo
lascia l'appartamento della famiglia e si trasferisce in Boulevard
Haussmann, dove farà istallare la famosa camera interamente rivestita
di sughero e isolata da ogni rumore esterno. È all'inizio del 1907,
circa, che avvia la stesura della sua opera più ambiziosa. A causa di
questo enorme impegno psicologico, la vita sociale dello scrittore,
prima così ricca, si va man mano riducendo ad un numero ristretto di
amici, da cui per altro sembra in qualche caso difendersi, mentre i
suoi ritmi di vita sono interamente sconvolti: dorme per la più parte
della giornata e lavora la notte; accanto gli rimane solo la domestica
Celeste Albaret con il marito Odillon. Nel 1914 muore in un incidente
aereo ad III Antibes il segretario-autista Alfred Agostinelli: è un
altro momento tragico per Proust, profondamente legato al giovane. Il
quale, a sua volta, mostrava l'attaccamento per il suo colto mentore
volando con lo pseudonimo di Marcel Swann. Lo scoppio della prima guerra mondiale,
nell'agosto del 1914, coinvolge e sconvolge il mondo e le amicizie di
Proust; alcune delle persone a lui care, tra cui soprattutto Bertrand
de Fénelon, muoiono al fronte; il fratello Robert è in prima linea come
medico e rischia la vita in più di un frangente. A Parigi, Proust
continua a lavorare al suo romanzo, apparentemente estraneo e
indifferente alla tragedia che lo circonda, su cui invece lascerà delle
pagine stupende ne "Il tempo ritrovato". Da qui in poi, la vita sempre
più segregata e solitaria di Proust sembra scandita solo dal ritmo
della sua opera. I vari volumi escono con regolarità, accolti con
attenzione dalla critica. Al riconoscimento e alla fama dello scrittore
ha contribuito soprattutto l'assegnazione del premio Goncourt, nel
1918, al libro "All'ombra delle fanciulle in fiore". Proust, sempre più
isolato, sta terminando la revisione definitiva della "Prigioniera"
quando, nell'ottobre del 1922, si ammala di bronchite. Rifiutando
qualsiasi assistenza medica, a dispetto delle insistenze del fratello
Robert, cerca di resistere agli attacchi della malattia,
particolarmente violenti e acuiti dall'asma, e continua la stesura della
"Fuggitiva", che riuscirà a portare a termine. Dopo questo ultimo
colpo d'ala si spegne.
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