Luciano Folgore (pseudonimo di Omero Vecchi;
Si dedica alla poesia molto giovane quando ancora sta compiendo gli studi di ragioneria. Nel 1908 viene pubblicata la sua prima raccolta di versi, “Hora prima”, che risente ancora di un’impronta tradizionale. Nel 1909 aderisce con entusiasmo al futurismo. Nel 1910 pubblica il libro di poesie, “Fiammeggiando l’aurora”, dove si firma ancora con il nome di Omero Vecchi. Nel 1912,
nell’“Antologia dei poeti futuristi”, il giovane poeta è ampiamente
rappresentato e nello stesso anno, con il nome di Luciano Folgore,
pubblica, per le edizioni futuriste di “Poesia”,
“Il canto dei motori” aderendo ai temi tipici trattati dal gruppo. Nel
manifesto “Lirismo sintetico e sensazione fisica”, del 1913, rende noti i principi della sua poetica. Vive in questo periodo a Firenze e collabora alle riviste Lacerba, La Voce, La Diana, L'Italia futurista, Avanscoperta e la parigina Sic.
Con “Ponti sull’Oceano. Versi liberi, parole in libertà” e “Città
veloce. Lirismo sintetico”, si può considerare conclusa la sua fase
futurista. La produzione lirica successiva, che verrà raccolta in “Liriche” nel 1930, è più tradizionale e nel dopoguerra la sua attività diventa soprattutto quella di narratore e scrittore di teatro, di umorista, favolista e scrittore di poesie per ragazzi oltre che parodista di poeti e prosatori
contemporanei. Folgore è stato anche redattore del settimanale
umoristico “Il travaso delle idee” e negli ultimi anni ha lavorato anche
per la radio. La sua vita è trascorsa quasi sempre a Roma dove ha lavorato per un lungo periodo presso il Ministero di Grazia e Giustizia
Nessun commento:
Posta un commento