Tutta
consacrata allo studio e all'insegnamento, l'esistenza terrena di
Carducci conosce periodi di depressione e di sconforto. Giosue
Carducci nasce in Toscana. Il padre è un medico dal carattere
impetuoso, costretto a cambiare più volte residenza soprattutto a
causa delle sue idee politiche liberali, la mamma è una donna di
grande equilibrio e dignità. La sua infanzia si svolge
principalmente in Maremma, nella campagna di Bolgheri. Da subito,Giosue
manifesta una spiccata propensione per gli studi, in questo
incoraggiato dal padre. Nel 1855 si laurea in Lettere e Filosofia
alla Normale di Pisa. Nel 1857 lo colpisce il primo significativo lutto
familiare:il fratello Dante, che conduceva una vita oziosa, si
suicida; nel 1858 gli muore il padre; nel 1859 sposa Elvira Menicucci,
conosciuta quando Giosue era ancora quattordicenne. Nel 1860, in
seguito alla rinuncia di Giovanni Prati, ottiene la cattedra di
Italiano all' Università di Bologna. Insegna con impegno e
brillantezza. Nel 1870 lo colpiscono altri due lutti: muore l' amata
madre e il figlioletto Dante di tre anni, cui il poeta dedica la
lirica Pianto antico. Nel 1871 imbastisce una tempestosa relazione
amorosa con Carolina Cristofori Piva, non nascondendo l'infatuazione
nemmeno ai familiari. Il 1876 lo vede deputato di fresca nomina. In
seguito conoscerà l'amicizia di Annie Vivanti, una giovane poetessa, che
gli rallegrerà e vivacizzerà la vita. Nel 1885 una paralisi gli
colpisce l'emisoma destro. Soffre anche di vertigini e di
esaurimento nervoso. Soggiorna per diverse estati, a scopo terapeutico,
in numerose località alpine. Eletto senatore nel 1890, si impegna per
migliorare l'istruzione del popolo. Nel 1898 viene colpito da un
secondo attacco di paralisi. Lascia a malincuore l'insegnamento.
Nel 1906 ottiene il premio Nobel per la letteratura. Muore in seguito
alla complicanza broncopolmonare di una influenza, curato dall'
allora famosissimo clinico Augusto Murri, circondato dall'affetto dei
familiari.
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