giovedì 15 giugno 2017

Carlo Porta




Carlo Porta
(Milano, 15 giugno 1775Milano, 5 gennaio 1821)
è stato un poeta italiano, nato a Milano sotto la dominazione austriaca. È considerato il maggior poeta in milanese.
Figlio di Giuseppe e Violante Gottieri, ultimo di tre fratelli. Studiò dai Barnabiti a Monza e nel loro Collegio estivo di Muggiò fino al 1792 e successivamente al Seminario di Milano: l'ambiente religioso gli garantì una buona formazione culturale, ma instillò in lui i germi di un anticlericalismo viscerale e destinato a caratterizzare molte delle sue opere. Nel 1796 l'arrivo dei Francesi fece perdere il posto al padre, convinto sostenitore del regime asburgico, e per Carlo venne trovato un lavoro a Venezia, dove restò fino al 1799 insieme a un fratello. Il padre non gli consentì di concludere gli studi, avviandolo forzatamente a una carriera nella pubblica amministrazione: nel 1804 venne assunto all'Ufficio del debito pubblico — dall'anno successivo noto come Monte Napoleone — per il quale lavorò tutta la vita. Nel frattempo si dedicò all'attività teatrale e poetica: recitando a partire dal 1799 come attore dilettante al Teatro Patriottico di Milano, di orientamento progressista. Stendhal lo conobbe insieme agli altri letterati milanesi del tempo e, in Roma, Napoli, Firenze, loda infinitamente le sue poesie e cita i suoi versi, rammaricandosi che nessuno li capisca a dieci miglia da Milano. Nonostante il suo lavoro fu amico dei maggiori intellettuali del tempo, tra i quali Foscolo, Manzoni, Grossi, Berchet, Visconti. La sua vita coincise con gli anni più densi della storia italiana: le campagne napoleoniche, la Repubblica Cisalpina, il Regno Italico, la restaurazione austriaca, la polemica classico-romantica. Nel 1817 venne accusato di avere scritto La Prineide, una satira feroce dedicata alla morte, per linciaggio, del politico Giuseppe Prina. In realtà il principale autore dell'opera pare fosse Tommaso Grossi, con il contributo — non è chiaro quanto ampio — dell'amico Porta. I due vengono interrogati e minacciati dalla polizia austriaca. A seguito di questo episodio, Porta interruppe l'attività poetica per qualche mese. La sua formazione fu essenzialmente illuministica e di ispirazione civile, pariniana; egli indirizzò la sua satira contro la società contemporanea, soprattutto contro la nobiltà boriosa, retriva e ipocrita, attaccata ai suoi privilegi e incurante (o profittatrice) dei mutamenti epocali in atto; ma nella sua poesia spiccano anche alcuni monologhi messi in bocca a personaggi del popolo, in cui viene data voce ai ceti più bassi. Porta fu vicino al gruppo dei romantici e li sostenne nella loro polemica con varie poesie. Il rifiuto del classicismo era in lui strettamente legato al rifiuto del vecchio mondo aristocratico e clericale. Nel classicismo e nella sua poesia aulica vedeva lo spirito retrivo dell'Ancien Regime; nel romanticismo, invece, individuava il rinnovamento culturale e civile nazionale.A soli quarantacinque anni e nel pieno della fama, morì  per un attacco di gotta. Fu sepolto a San Gregorio fuori Porta Orientale, ma la sua tomba andò dispersa. Nella Cripta della Chiesa di San Gregorio Magno in Milano (attuale Porta Venezia) è custodita la lapide funebre (insieme a quella di altri personaggi illustri) che era posta sul muro di cinta del cimitero di San Gregorio al Lazzaretto. Nel 1815 scrisse di persona un testamento letterario indirizzato al figlio Giuseppe raccogliendo per lui in un quaderno tutte le sue poesie, comprese alcune inedite. Luigi Tosi (vescovo) venne incaricato da Tommaso Grossi di stabilire se fosse o meno opportuno consegnare al giovane il quaderno, a causa del contenuto giudicato controverso di molte opere di Porta: purtroppo, Tosi non solo impedì al ragazzo di leggere del quaderno, ma cancellò anche quasi la metà delle poesie che vi erano contenute.

Nessun commento:

Posta un commento

Buona continuazione di serata Amici.★。☆。★

Questa è la mia ora in cui spengo tutto e mi rilasso. Penso e ripenso al mio passato con rimpianto. Eravamo poveri , pativamo freddo, ma era...