sabato 10 giugno 2017

Viaggio di tre santi monaci al Paradiso Terrestre


 
Questo è il racconto della Leggenda del viaggio di tre santi monaci al Paradiso Terrestre.

Narra di come tre monaci di un monastero poggiato sulle rive del fiume Sion scorsero, un dì, un ramo d'albero trasportato dai flutti: era di mille colori, ricolmo di fiori e frutti."Veramente quel luogo da cui quel ramo viene è santo", pensarono. Così decisero di risalire la via del fiume…
Giunsero ai piedi dell'altissimo monte sul quale, a Oriente, era il Paradiso terrestre, e incominciarono a udire da lontano il canto degli angeli del Paradiso, e allora gioirono. Iniziarono a salire per il monte, e quanto più salivano, tanto più trovavano alberi ed erbe bellissimi, dolci e ricolmi di frutti — ogni albero aveva sempre fiori e frutti dal gusto soave. Lo spettacolo era talmente bello, e il profumo dei fiori e delle erbe era tale, che non sentivano più né fame né sete. La bellezza degli uccelli e il loro canto erano dolcissimi e dilettevoli, fonti e rivoli d'acqua scorrevano fresche, e non si poteva trovare alcun animale nocivo o velenoso: tutti gli animali che vivevano sulle pendici del monte paradisiaco parevano domestici, cioè uccelli e altre bestiole belle e affettuose…
I tre monaci non si stancavano, nel salire, anzi erano sempre più baldanzosi e robusti. Giunsero alla porta del Paradiso, che era serrata: e un bellissimo angelo Cherubino la sorvegliava. I monaci si posero a sedere.
Stettero alla porta cinque giorni e cinque notti. Alla fine, l'angelo splendente vide che essi non si crucciavano, l'attesa sembrava nulla tanto erano colmi di gioia, e chiese loro:
— Perché siete venuti?
— Noi vorremmo entrare per stare tre giorni, se a voi piacesse — risposero i monaci.
L'angelo aprì loro la porta del Paradiso, e i monaci entrarono. Videro la ruota del cielo volgersi con un soave suono, resero grazie a Dio, incontrarono i primi viaggiatori del Paradiso, i patriarchi Enoch e Elia. Essi li accompagnarono alla fonte della giovinezza, videro l'albero dei pomi per cui l'uomo fu cacciato dal Paradiso terrestre, videro l'albero della salute e molti altri alberi prodigiosi. In Paradiso c'erano tutte le specie di uccelli (tranne gli uccelli rapaci e nocivi), il cui canto era tanto dolce che ogni cuore e intelletto umano verrebbe meno, a udirlo. C'era un prato, di cinque miglia di lato, tutto pieno d'erbe e fiori, di tutti i colori immaginabili. Ed era tutto alberato, e ogni cosa aveva speciali virtù; anche le pietre, tanto chiare e risplendenti, sembravano tutte pietre preziose. Il profumo che si spandeva nell'aria dava conforto, e toglieva fame e sete; i fiori degli alberi e del prato erano multicolori, molti parevano d'oro battuto, e molti d'argento puro. Così pure gli uccelli, che parevano di tanti colori, quanti erano gli uccelli.
I frutti non cadevano e non marcivano mai; per terra non v'erano vermi, né serpenti velenosi. C'erano tutti gli animali, e ognuno era domestico e mansueto.
Web

Nessun commento:

Posta un commento

La vita è un viaggio

La vita è un viaggio dove i protagonisti non siamo noi, ma le impronte che lasciamo sul nostro percorso. Olivia Gobetti