Preziosissimo Sangue di Gesù
«Tesoro
preziosissimo, incomparabile sono le stille del Sangue di Cristo»,
dice San Bonaventura. Michelangelo, sul braccio della croce d’una delle
sue meravigliose Pietà, scrisse: «Non si pensa quanto costa». Dalla
meditazione assidua sulla Passione di Cristo nasce l’amore a quel
Sangue preziosissimo che, versato goccia a goccia fino alla feccia, ha
operato la nostra Redenzione. La verità della croce, e del Sangue che
la bagna, dà alla vita spirituale di ogni cristiano, e alla vita
religiosa in particolare, un carattere sacrificale, come partecipazione
all’immolazione che Cristo fece di Sé sul Calvario. Il
Crocifisso, che nelle chiese deve occupare un posto centrale, non
solo ricorda che in noi c’è il peccato e che occorre espiarlo, ma ci
dice anche che quel peccato è stato lavato, cioè redento. Secondo la
mirabile espressione di Sant’Agostino, «Cristo col suo Sangue s’è
comprato l’universo». Santa Caterina cercava con ansia di spingere le
anime verso la croce e il Sangue del divin Redentore: «Se vedi la croce,
attendi anche quel che sgorga»; «Chi ne beve ne vive, chi non ne beve
ne muore». Il Sangue di Cristo
dà inizio ad una storia nuova, nella quale gli uomini, cessati gli
antichi sacrifici, vengono incorporati nell’unica eterna oblazione di
Cristo. Con la partecipazione dei fedeli al Sacrificio della croce, che
si rinnova misticamente sugli altari, essi non solo ricevono i frutti
della Redenzione, ma son chiamati a partecipare al mistero di quel
divin Sangue. Occorre infatti – come dice San Paolo – completare nella
propria carne ciò che manca ai patimenti di Cristo. Se la Redenzione
di Cristo è già perfetta e completa, essa attende quella parte che
ciascun fedele è chiamato a dare per partecipare attivamente ad essa.
«Che cosa manca alla Passione di Cristo?», si chiedeva il Cardinal
Biffi. «Manco io», rispondeva, ossia la mia attiva partecipazione ad
essa che si realizza con la mia perfetta conformità al divin
Crocifisso. Quando Dio chiama a
questa “partecipazione”, talvolta anche cruenta, l’anima deve
rispondere sempre con slancio irrefrenabile come i Santi che avevano
una sete inestinguibile di soffrire per l’Amato. Ecco
come scrive Santa Caterina, amante tra le più appassionate del
Preziosissimo Sangue, al giovane Sacerdote domenicano Padre Ranieri:
«...io Caterina... scrivo nel Prezioso Sangue suo. L’arbore della croce
sia trapiantato nel cuore e nell’anima vostra. Conformatevi al Cristo
crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso,
inebriatevi e vestitevi di Cristo crocifisso; come dice Paolo,
gloriatevi nella croce di Cristo crocifisso, satollatevi di obbrobri,
di vergogna e vituperi, sostenendoli per amore di Cristo Crocifisso.
Conficcatevi il cuore e l’affetto in croce con Cristo; perocché la
croce ne è fatta nave e porto che vi conduce a porto di salute; i
chiodi si sono fatti chiave per aprire il reame del cielo». La
vita spirituale è alimentata dal Sangue di Cristo. Ancora Santa
Caterina scriveva con parole brucianti: «Nel Sangue troviamo la fonte
della misericordia; nel Sangue la clemenzia; nel Sangue il fuoco; nel
Sangue la pietà; nel Sangue è fatta la giustizia delle colpe nostre; nel
Sangue saziata la misericordia; nel Sangue si dissolve la durizia
nostra; nel Sangue le cose amare diventano dolci; e li grandi pesi
leggeri. Rallegratevi nel Sangue, bagnatevi nel Sangue, doletevi di voi
nel Sangue. Crescete e fortificatevi nel Sangue, perdete la debolezza e
cecità vostra nel Sangue dell’immortale Agnello, vestitevi del
Sangue, inebriatevi del Sangue, annegatevi nel Sangue di Gesù Cristo
crocifisso, saziatevi nel Sangue». È
nella Chiesa, nata dal Sangue di Cristo, che circola questo Sangue per
la vita dei suoi figli. È lei la madre dei Ministri, che consacrano
il Sangue sugli altari, e dei Santi che se ne nutrono. «Il sangue ha
una voce sonora – scriveva Sant’Ambrogio alla sorella –, che dalla
terra raggiunge il Cielo». Il Sangue di Cristo è dunque la linfa che
alimenta la vita dei Santi. Costoro più lo amano e più ne sentono la
brama e lo invocano: «Sangue di Cristo, inebriami!», perché «il Sangue
di Cristo – dice Sant’Agostino – inebria la mente affinché dimentichi
l’amore del mondo». Le grandi
anime, che vivono la santa follia della croce, sono avide del Corpo di
Cristo e del suo Sangue, ossia del prezzo della nostra Redenzione che
è moneta d’amore inesauribile.
Autore: Veronica Silvestri
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