Apostolo
Cana di Galilea? – Pella (Armenia) o Suanir (Persia), 107
Patronato: Pescatori
Etimologia: Simone = Dio ha esaudito, dall'ebraico
Emblema: Barca
Nonostante
sia il più sconosciuto degli Apostoli, nella cui lista è solo
nominato all’undicesimo posto, numerosissime opere d’arte lo
raffigurano, sparse in tutta Italia ed in Europa, a testimonianza di un
culto molto diffuso nella cristianità. Stranamente
a differenza degli altri apostoli, le notizie pervenutaci sulle sue
origini, sulla sua presenza in seno al collegio apostolico, sulla sua
attività evangelizzatrice, sulla sua morte, sono tutte incerte e sempre
state controverse negli studi dei vari esperti lungo tutti i secoli. Quindi
siamo obbligati a considerare le varie ipotesi, mancando la certezza
per una sola. Prima di tutto Gesù scelse i suoi apostoli guardando
solo al cuore degli uomini e li volle appartenenti alle varie correnti
del giudaismo di allora, dai farisei ai discepoli di s. Giovanni
Battista, dagli zeloti a personaggi diciamo appartenenti alla gente
comune, come pure un pubblicano. Simone, per distinguerlo da Simon Pietro, gli evangelisti Matteo e
Marco gli danno il soprannome di “Zelota” o “Cananeo”, forse
l’appellativo può indicare la sua appartenenza al partito degli
Zeloti, i ‘conservatori’ delle tradizioni ebraiche e fautori della
libertà dallo straniero anche con le armi, oppure dalla città
d’origine cioè Cana di Galilea. Molti
identificano Simone con l’omonimo cugino di Gesù, più noto come
Simone fratello dell’apostolo Giacomo il Minore, al quale secondo la
tradizione riportata da Egesippo del II secolo, sarebbe succeduto come
vescovo di Gerusalemme dal 62 al 107, anno in cui subì il martirio
sotto Traiano (53-117) a Pella, dove si era rifugiato con la sua
comunità, per sfuggire alla seconda guerra giudaica. I
Bizantini lo identificano con Natanaele di Cana e con il direttore di
mensa alle nozze di Cana; i Latini e gli Armeni lo fanno operare e
morire in Armenia. S. Fortunato
vescovo di Poitiers, dice che Simone insieme a s. Giuda Taddeo
apostolo, furono sepolti in Persia, dove secondo le storie apocrife
degli Apostoli, sarebbero stati martirizzati a Suanir. Un
monaco del IX secolo affermava che una tomba di s. Simone esisteva a
Nicopsis (Caucaso) dove era anche una chiesa a lui dedicata, fondata
dai Greci nel secolo VII. Altri
ancora affermano che Simone visitò l’Egitto e insieme a s. Giuda
Taddeo, la Mesopotamia, dove entrambi subirono il martirio, segati in
due parti, da qui il loro patrocinio su quanti lavorano al taglio della
legna, del marmo e della pietra in genere. Ma
al di là di tutte le incertezze, Simone lo ‘Zelota’ o il ‘Cananeo’, è
senz’altro un Apostolo di Cristo e come tutti i discepoli del Signore,
prese il suo bastone e percorse a piedi regioni vicine e lontane, per
portare la luce della Verità e propagare la nuova religione fra i
pagani. Lo si può paragonare ai
tanti discepoli di Cristo, che in ogni tempo hanno lavorato e lavorano
nel silenzio e nascondimento per il trionfo del Regno di Dio, senza
riconoscimenti eclatanti e ufficiali, in piena umiltà, perseveranza e
sacrificio anche cruento della vita. Simone
comunque è sempre rappresentato con gli altri Apostoli,
nell’iconografia di Cristo e della Vergine, quindi nelle raffigurazioni
del Cenacolo e negli altri momenti comuni degli Apostoli, la
Pentecoste e la ‘Dormitio Verginis’. Nella
‘Leggenda Aurea’ e nel Martirologio Romano egli è accomunato
all’altro apostolo s. Giuda Taddeo, con il quale si ritiene predicò il
Vangelo in Egitto e Mesopotamia e subendo insieme il martirio secondo
alcuni scrittori. La loro festa ricorre il 28 ottobre, a Venezia è a loro dedicata la chiesa di “S. Simone Piccolo”.
Autore: Antonio Borrelli
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