Vescovo
Sallent (Catalogna, Spagna), 23 dicembre 1807 - Fontfroide (Francia), 24 ottobre 1870
Etimologia: Antonio = nato prima, o che fa fronte ai suoi avversari,
Emblema: Bastone pastorale
Nato in
una famiglia cristiana di tessitori catalani con dieci figli.
Viene ordinato nel 1835, a 28 anni. Va a Roma nel 1839 e si rivolge a
Propaganda Fide per essere inviato come missionario in qualsiasi
parte del mondo. Non potendo raggiungere questo obiettivo, entra
come novizio tra i Gesuiti, ma dopo pochi mesi deve tornare in
patria perché malato. Per sette anni predica numerosissime missioni
popolari in tutta la Catalogna e le isole Canarie conquistando
un'immensa popolarità, anche come taumaturgo. Sa mettere insieme la
gente dando vita ad associazioni e gruppi. Nel 1849 fonda una
Congregazione apostolica: i Figli dell’Immacolato Cuore di Maria.
Oggi anche conosciuti come Missionari Clarettiani. All'inizio del
terzo millennio, essi lavorano in 65 paesi dei cinque continenti.
Nel 1936/ 39, durante la guerra civile spagnola, 271vengono uccisi
per causa della fede. Tra questi spiccano i 51 Martiri di
Barbastro, beatificati da Giovanni Paolo II il 1992. Nominato
nel 1849 arcivescovo di Santiago di Cuba (all'epoca appartenente
alla corona di Spagna), arriva in diocesi nel febbraio di 1851. Nel
suo strenuo lavoro apostolico affronta i gravi problemi morali,
religiosi e sociali dell'Isola: concubinato, povertà, schiavitù,
ignoranza, ecc., ai quali si aggiungono due calamità che colpiscono
la popolazione: epidemie e terremoti. Ripercorre
la sua vasta diocesi per ben quattro volte missionando
instancabilmente con un gruppo di santi missionari. Le sue
preoccupazioni pastorali si riversano anche in gran parte nel
potenziamento del seminario e nella riformazione del clero.
Nell'ambito sociale, promuove l'agricoltura, anche con diverse
pubblicazioni e creando una fattoria-modello a Camagüey. Oltre a
questo crea in ogni parrocchia una cassa di risparmio, opera pioniera
in America Latina. Promuove l'educazione cercando Istituti
religiosi e creando egli stesso insieme alla Venerabile Maria
Antonia Paris la congregazione delle Religiose di Maria Immacolata
(Missionarie Clarettiane). La sua strenua fortezza nel difendere i
diritti della Chiesa e i diritti umani li crea numerosi nemici tra i
politici e i corrotti. E così subisce minacce e attentati, tra i
quali uno ad Holguin, dove viene gravemente ferito al volto. Nel
1857 la regina lo richiama a Madrid come suo confessore. In questa
tappa continua ad annunziare il Vangelo nella capitale e in tutta
la penisola. Esiliato in Francia nel 1868 arriva con la regina a Parigi e, anche qui, prosegue le sue predicazioni. Poi partecipa in Roma al concilio Vaticano I dove difende con ardore l'infallibilità del Romano Pontefice. Perseguitato ancora dalla rivoluzione, si rifugia nel monastero di Fontfroide presso Narbona, dove spira santamente. Sulla
tomba vengono scolpite le parole di papa Gregorio VII: "Ho amato
la giustizia e odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio". Il
suo corpo si venera nella Casa Madre dei Clarettiani a Vic
(Barcellona). E l’8 maggio
1950, Pio XII lo proclama santo, e dice del Claret: "spirito grande,
sorto come per appianare i contrasti: poté essere umile di nascita
e glorioso agli occhi del mondo; piccolo nella persona però di
anima gigante; modesto nell'apparenza, ma capacissimo d'imporre
rispetto anche ai grandi della terra; forte di carattere però con
la soave dolcezza di chi sa dell'austerità e della penitenza;
sempre alla presenza di Dio, anche in mezzo ad una prodigiosa attività
esteriore; calunniato e ammirato, festeggiato e perseguitato. E
tra tante meraviglie, quale luce soave che tutto illumina, la sua
devozione alla Madre di Dio".
Autore: P. Jesús Bermejo, CMF
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