Ovest: introspezione e trasformazione
Il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto ha origine. Esso assorbe tutti i colori dello spettro in sé, immagazzina ed è protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, i tepee dove le donne Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra. L’ovest è la direzione dove tutto è in funzione di qualcosa che deve avere il suo ciclo, ciò che nasce deve inevitabilmente morire; è legata alla Luna come astro e a tutto ciò che è ciclico.
L’elemento collegato all’ovest è la Terra che ha come caratteristiche la solidità, la stabilità e la fermezza fino all’inerzia.
L’Ovest è l’unica direzione associata a qualcosa di concreto e di materiale; è il luogo delle apparenze, del mondo della forma, di ciò che si manifesta fisicamente ed il luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. La terra è rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra; da sostentamento, conforto e sicurezza.
L’Ovest è associato all’Autunno e la parola chiave è: “trattenere con il corpo”. Attraverso il corpo ci è consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle emozioni, nella mente o nello spirito.
L’animale totem associato all’ovest è l’orso bruno o il Grizzly che rappresenta la forza. Saper riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le forze e riorganizzare i propri pensieri, solo così è possibile preparare nuove e fertili strategie di azione.
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