venerdì 30 agosto 2019

Don Zeno Saltini


 
(Fossoli, 30 agosto 1900–Grosseto, 15/01/1981)
è stato un sacerdote italiano,
fondatore della comunità Nomadelfia.
Nono di dodici figli, nacque in una frazione agricola di Carpi, da una famiglia di agricoltori benestanti: altri tre dei suoi fratelli scelsero la vita religiosa, tra cui la sorella Marianna. A quattordici anni scelse di interrompere gli studi e iniziò a lavorare nell'azienda agricola di famiglia: ebbe così modo di entrare in contatto con la dura realtà dei braccianti da cui imparò le teorie socialiste. Chiamato alle armi nel 1917, conobbe la terribile realtà della guerra. Durante il servizio militare, si rese anche conto dell'importanza di una buona istruzione: ebbe a scontrarsi con un commilitone ateo, anarchico e istruito, che vedeva nel Cristianesimo e nella Chiesa solo un ostacolo al progresso umano. Intenzionato a diventare avvocato, si laureò in legge presso l'Università Cattolica di Milano; compresa la sua vocazione al sacerdozio, compì anche gli studi teologici e filosofici al termine dei quali venne ordinato sacerdote. Celebrò la sua prima messa nel duomo di Carpi il 6 gennaio 1931. Venne nominato vice parroco della chiesa di San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola, dove fondò l'Opera dei Piccoli Apostoli, dedita all'accoglienza degli orfani di guerra e dei bambini abbandonati. Nel 1947 occupò con i Piccoli Apostoli l'ex campo di concentramento di Fossoli: la comunità iniziò anche ad ammettere delle coppie di sposi disposti ad accogliere come figli i ragazzi senza famiglia. Il 14 febbraio 1948 venne approvato il testo di una Costituzione che verrà firmata sull'altare. L'Opera Piccoli Apostoli diventò così Nomadelfia (la fraternità è legge). I Piccoli apostoli abbattono i reticolati dei campi. La comunità arrivò a superare i 1000 membri. Nonostante il sostegno di tanti benefattori (tra i quali padre Turoldo), per mancanza di fondi Nomadelfia entrò finanziariamente in crisi: anche la cooperativa agricola fondata dai membri della comunità fallì. Anche per questo, il 5 febbraio 1952 il Sant'Uffizio ordinò a don Zeno di lasciare Nomadelfia e di mettersi a disposizione del suo vescovo. I nomadelfi si rifugiarono a Grosseto, dove avevano ricevuto in dono una tenuta agricola dalla contessa Giovanna Albertoni Pirelli: nel 1953 il sacerdote, ottenuta da Pio XII la dimissione pro gratia dallo stato clericale, li raggiunse. Nel 1962 la comunità venne eretta a parrocchia e a don Zeno venne permesso di riprendere l'esercizio del sacerdozio. Il 6 gennaio 1962, il reverendo Zeno Saltini poté di nuovo celebrare la messa. Il 12 agosto 1980 venne ricevuto da papa Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo con tutta la popolazione di Nomadelfia. Morì il 15 gennaio 1981, colpito da un infarto. A don Zeno Saltini Rai 1 ha dedicato uno sceneggiato in due puntate, Don Zeno - L'uomo di Nomadelfia e Rai 3 un documentario di approfondimento critico all'interno di La Storia siamo noi. La Radio Vaticana ha dato la notizia che la Conferenza Episcopale toscana nel marzo 2009 ha dato il suo assenso all'apertura del processo di beatificazione di don Zeno Saltini, che verrà introdotta dalla diocesi di Grosseto. Sicuramente è il segno che le antiche difficoltà che avevano portato alla riduzione allo stato laicale per tanti anni, sono state definitivamente rimosse.


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