alias Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D'Antonguella
(Castellaneta, 6 maggio 1895 – New York, 23 agosto 1926),
è stato un attore e ballerino italiano del cinema muto.
Fu
uno dei più grandi divi cinematografici della sua epoca, noto anche per
esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu affibbiato
il soprannome di "Latin Lover". Il suo stile recitativo fu ammirato da
altri grandi, tra cui Charlie Chaplin. Secondo
di quattro figli di Giovanni Guglielmi di Valentina D'Antonguella, un
veterinario ex capitano di cavalleria originario di Martina Franca e da
madre francese, Marie Gabrielle Bardin, dama di compagnia della marchesa
del posto. Di
una bellezza considerata straordinaria, Rodolfo Valentino era dotato di
un fascino magnetico ed ambiguo che ne faceva un latin lover e un
tombeur de femme quanto mai moderno e differente dai modelli - un po'
stereotipati e per certi versi datati - di un Casanova o di un Don
Giovanni; sotto questo aspetto fu anche - uno dei primi sex symbol se
non addirittura un vero e proprio oggetto del desiderio, destinato al
culto di massa.Questo
suo fascino - oltre che gli indubbi meriti di attore, in un'epoca in
cui il cinema muoveva ancora tutto sommato i primi passi - lo consegnerà
alla leggenda. A
Castellaneta frequentò le classi elementari per proseguire gli studi a
Taranto, dove si trasferì con la sua famiglia e poi a Perugia, anche in
seguito alla difficile situazione che si ebbe dopo la prematura morte
del padre, presso l'ONAOSI (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari
Italiani), dove rimase tre anni. Dal collegio fu radiato a causa della
sua indisciplina. Si diplomò a Genova in agraria, nell'Istituto
"Bernardo Marsano" di Sant'Ilario ed infine tornò a Taranto. Dopo
qualche mese a Taranto partì in vacanza per Parigi. Qui si diede alla
vita frivola, ben presto rimase senza denaro e fu costretto a chiedere
alla famiglia del denaro per poter tornare a casa. Questa esperienza non
fu poi così negativa, poiché affinò le sue doti di ballerino. Ritornato
a Taranto decise di partire per l'America per avverare il suo sogno. Nel
1913 si imbarcò sul mercantile Cleveland e raggiunse New York il 23
dicembre dello stesso anno. Nuovamente Rodolfo rimase in breve tempo "al
verde" e quindi iniziò ad intraprendere mestieri di fortuna come il
cameriere e il giardiniere. Grazie all'amico Domenico Savino, che gli
regalò un tight, si presentò al Night-Club Maxim dove riuscì a fare una
buona impressione e venne immediatamente assunto come taxi dancer. Con
le mance cospicue ricevute dalle signore riuscì a superare il periodo di
crisi economica nel quale era incappato. Nel frattempo ebbe dapprima
una relazione con la nota ballerina Bonnie Glass. Da questa "relazione"
Rodolfo ebbe anche vantaggi economici, poiché fu ingaggiato dalla stessa
per cinquanta dollari alla settimana. In seguito Valentino fece coppia
con un'altra ballerina, Joan Sawyer, con la quale lavorò per sei mesi.
Valentino dopo queste esperienze si trasferì sulla costa occidentale
degli Stati Uniti, a San Francisco, dove venne ingaggiato da una
compagnia teatrale di operetta. Qui incontrò Norman Kerry, vecchia
conoscenza newyorkese che lo convinse a trasferirsi a Hollywood. Qui
girò una serie di film di secondo piano da comparsa, prima di
interpretare I quattro cavalieri dell'Apocalisse 1921 il film che gli
diede il successo a lungo sognato. Al successo arriva anche e
soprattutto grazie anche alla sua bellezza e al magnetismo che la sua
figura sprigionava. Valentino
recitava e dettava la moda (gli abiti alla Valentino, i capelli alla
Valentino, gli stivali alla Valentino, e soprattutto lo sguardo alla
Valentino). Fu il primo "divo" – o meglio, "iperdivo" maschile del
cinema degli albori. Altri suoi film importanti sono Lo sceicco 1921,
Sangue e arena 1922, Aquila nera 1925 e Il figlio dello sceicco 1926,
in cui impersonava l'eroe romantico e mascalzone, che col suo fascino
magnetico ipnotizzava l'attraente protagonista. Si
dice che il suo sguardo magnetico incantasse senza possibilità di
scampo il pubblico, specialmente quello femminile, che per Valentino
stravedeva. Subito dopo la morte della madre (1918) Valentino conobbe la
sua prima moglie, Jean Acker, in occasione di una festa danzante.
Si sposarono il 5 novembre 1919. Dopo appena un mese i due però si
separarono. Grazie al film La signora delle camelie Valentino incontrò
Natacha Rambova che sarebbe diventata la sua seconda moglie. La
Rambova fu molto importante sia per la sua vita sentimentale che per la
sua carriera artistica. A Hollywood era molto apprezzata per gli
scenari e i costumi che disegnava. La Rambova era molto ambiziosa e si
indignava quando il marito veniva impiegato in ruoli di scarso valore
qualitativo. Valentino sposò la Rambova, ma otto giorni dopo il
matrimonio, fu arrestato con l'accusa di bigamia, per non aver
rispettato una legge californiana che obbligava i divorzianti a non
contrarre matrimonio prima di un anno dalla sentenza di divorzio. Un
anno dopo i due si sposarono definitivamente. Nell'ultimo periodo della
sua vita Valentino ebbe una relazione con l'attrice Pola Negri.
Rodolfo Valentino entrò a passo di tango nella storia del cinema
mondiale e nell’immaginario femminile, consolidando il mito dell’amante
latino, del cavaliere senza macchia e senza paura che muore giovane,
come tragicamente accadde, a soli trentuno anni, all’apice di un
successo per molti versi ancora insuperato. wn,
considerata una delle sue migliori interpretazioni, Valentino ritornò
ad interpretare lo “Sceicco”, il ruolo che tanto aveva contribuito alla
sua immagine. Il figlio dello sceicco amplificato dalla sua scomparsa, a
soli trentuno anni, all’apice del successo, diretto da George
Fitzmaurice, con Vilma Bánky come attrice protagonista, usci nelle sale
il 6 settembre 1926, pochi giorni dopo la morte del suo protagonista,
scatenando scene d’isteria collettiva che non hanno più avuto uguali
nella storia del cinema statunitense. Molte
furono probabilmente anche le relazioni omosessuali di Valentino. I
matrimoni lampo con la Acker prima e con la Rambova poi, entrambe vicine
al gruppo di donne lesbiche raccolto intorno alla nota attrice Alla
Nazimova, furono probabilmente matrimoni di copertura sia per Valentino
che per le rispettive mogli. D'altra parte Valentino ebbe diverse
relazioni con uomini che contribuirono al suo successo ad Hollywood. Tra
queste, quella con il regista de I quattro cavalieri dell'Apocalisse
Rex Ingram e con i colleghi Paul Ivano e André Daven. Nessun
interprete maschile prima di lui era diventato così famoso a livello
mondiale grazie alla settima arte. La sua stella era però destinata a
non durare a lungo: si spense infatti all'età di trentuno anni al
Polyclinic Hospital di New York, dov'era stato ricoverato per un malore
dovuto ad un'ulcera gastrica, di cui soffriva da tempo e ad
un'infiammazione dell'appendice. Colpito da un attacco di peritonite e
sottoposto ad intervento chirurgico, tutto si rivelò inutile ed alle
12:10 del 23 agosto Valentino morì. Il suo ultimo film, Il figlio dello
sceicco, uscì postumo. Scene
di isteria e fanatismo, oltre che una trentina di suicidi – non si sa
quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi
funerali, a New York. Le
sue spoglie furono sepolte nel Mausoleo della Cattedrale all'Hollywood
Memorial Park (ora Hollywood Forever Cemetery) di Los Angeles,
California. Nella
sua città natale sorsero poi il Museo Rodolfo Valentino e una scultura
(1961) in maiolica richiama la sua interpretazione nel film Il figlio
dello sceicco, a tinte molto forti, dello scultore Gheno. Sul prospetto
della casa natale è ricordato mediante un targa bronzea donata da un suo
fan club di Cincinnati, Ohio.
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