E chi è costui che al suon dell’ aurea cetra,
Qual tra Arno o Tebro oggi più omai non senti,
Dall’ Adda altero oltre le vie de’ venti
Levasi al par coi regnator dell’ etra ?
E non di Giove al fulmine s’ arretra,
Non di Giunone alle pupille ardenti,
Ch’ anzi dai numi al divin canto intenti
Grazia non pur ma maraviglia impetra ?
Tu se’ Parini; ah tu, novello Orfeo
Nato a placar le deità tremende,
L’ estro rinnova ed il portento Acheo :
Passa l’ Alpi nevose, e a Marte crudo,
Che di Germania in sen tal fiamma accende,
Fa’ con l’ arpa depor l’ asta e lo scudo.
Giuseppe Parini
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