Cappuccino
Cantalice, Rieti, 1515 – Roma, 18 maggio 1587
Etimologia: Felice = contento, dal latino
Felice
Porro da fanciullo si trasferì a Cittaducale, dove servì in casa Picchi
in qualità di pastore e di contadino. Alimentò l'innata inclinazione
ad una vita austera, ascoltando leggere le Vite dei Padri. Nei primi
mesi del 1544, travolto da giovenchi non domi e rimasto miracolosamente
incolume, si decise a mettere in atto senza altri rinvii il
proposito, lungamente meditato, di rendersi religioso tra i
Cappuccini. Compì l'anno di noviziato a Fiuggi e nel maggio 1545
emetteva la professione dei voti nel convento di S. Giovanni Campano.
Quindi sostò per poco più di due anni nei conventi di Tivoli e di
Viterbo-Palanzana e, verso la: fine del 1547 o l'inizio del 1548, si
trasferì a Roma, nel convento di S. Bonaventura (attualmente S. Croce
dei Lucchesi sotto il Quirinale), dove nei rimanenti quarant'anni
della sua vita questuò pane e vino per i suoi confratelli. Felice
ebbe un temperamento mistico. Dormiva appena due o tre ore e il resto
della notte lo trascorreva in chiesa in preghiera, che per lo più era
contemplazione dei misteri della vita di Gesù. Negli ultimi tre
lustri della sua vita si comunicò quotidianamente. Nei giorni festivi
soleva peregrinare alle "Sette Chiese" oppure visitava gli infermi nei
vari ospedali romani. Nutrì una tenera devozione alla Vergine Madre,
che gli apparve più volte. Nei
suoi contatti quotidiani con il popolo, fu efficace consigliere
spirituale di gente umile e della stessa aristocrazia della Roma
rinascimentale. Per molti anni dopo la sua morte (18 maggio 1587)
ragazzi e signore seguitarono a cantare ballate da lui composte e
insegnate. Fu amico di s. Filippo Neri e di Sisto V, al quale predisse il papato
ammonendolo a comportarsi rettamente, e che ne fece celebrare il
processo canonico l'anno stesso della morte (giugno-ottobre 1587) con
l'intenzione di canonizzarlo immediatamente, poiché i miracoli operati
dal santo ancor vivente e subito dopo la morte erano sulla bocca di
tutti. Ma di fatto Felice fu beatificato il 1 ottobre 1625 e
canonizzato da Clemente XI il 22 maggio. Il suo corpo riposa nella chiesa dell'Immacolata Concezione di via
Veneto in Roma, dove fu trasportato il 27 aprile 1631. La festa
liturgica ricorre il 18 maggio.
Autore: Mariano da Alatri
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