(Montevideo, 2 novembre 1923)
è una poetessa, traduttrice, saggista docente e critica letteraria uruguaiana,
la più longeva esponente del movimenti Generación del 45 (Generazione del 45) e della poesia essenzialista. Nel solco dell'avanguardismo
storico-artistico americano, la sua poesia scruta nelle alchimie del
linguaggio per stabilire un punto di incontro e di equilibrio fra
un'esacerbata percezione sensoriale di radice simbolista, sempre attenta
al mondo naturale, e la cristallizzazione concettuale nel profilo più
preciso. Sul potere metaforico della natura, fu determinate la scuola
del maestro Juan Ramón Jiménez,
Vitale è stata insignita di prestigiosi premi letterari, con la
seguente motivazione: "il suo linguaggio è uno dei più conosciuti
nella poesia spagnola contemporanea... Esso è al contempo intellettuale
e popolare, universale e personale, superficiale e profondo".
Appartiene alla quarta generazione di immigranti italiani in Uruguay,
dove è cresciuta nell'ambito di una famiglia colta e cosmopolita. Dopo
aver studiato studiato Lettere all'Università di Uruguay, nella quale è stata docente, collaborò al settimanale Marcha e, dal 1962 al 1964 diresse la pagina letteraria del quotidiano uruguaiano Época. Condirettrice della rivista Clinamen, ha collaborato alla direzione della rivista Maldoror. Nel 1974 dovette riparare in Messico a causa della sopraggiunta dittatura civile-militare uruguayana. Qui fece la conoscenza di Octavio Paz, entrando così a far parte dello staff editoriale della rivista Vuelta. Partecipò alla fondazione del giornale Uno más Uno,
dedicandosi anche all'insegnamento con una docenza al Colegio de
México. Aperta la sua opera letteraria alla saggistica e alla critica
letteraria, ha tradotto alcuni libri per il Fondo de Cultura Económica,
curando conferenze e lettorati, senza trascurare la partecipando a giurie e giornali. Rientrata nel Paese nativo, curò la pagina culturale del settimanale Jaque,
per poi emigrare alcuni anni dopo negli Stati Uniti. Si stabilì infine
ad Austin, nel Texas, dove rimase per trent'anni. Alla morte del
secondo marito nel 2016, decise di tornare a Montevideo, luogo nel
quale attualmente risiede. Rappresentante della poesia essenzialista,
nel solco della tradizione delle avanguardie storiche latinoamericane,
la sua opera è caratterizzata da brevi poemi, da un'attenta ricerca del
senso delle parole e un carattere metaletterario. La sua poesia è
pervasa dalla presenza di animali che l'autrice che li presenta
sentimento di empatia,
e in contrasto con la delusione per la moderna mediocrità degli esseri
umani. Vittime del capitalismo culturale, essi confondono l'arte e la
poesia con la forma dell'esperienza quotidiana.Da qui, la scelta per
una scrittura che arriva dritta alla mente del lettore medio, ma senza
la rinuncia ad un linguaggio ricercato e calcolatamente elitario che
intende restituire il primato naturale al suo creatore, l'artista.
Vitale è stata la precorritrice di una nuova sensibilità ecologica
ancora rara fra gli intellettuali a lei contemporanei, ma allo stesso
tempo rifiutò costantemente la poesia impegnata e militante, convinta
com'era che "attraverso di essa nessun poeta avesse mai toccato le
vette più alte della poesia, ed in particolare che "nemmeno le migliori
opere di Pablo Neruda
fossero a carattere politico". La sua poetica fu influenzata da Ángel
Rama, Octavio Paz, Idea Vilariño e Enrique Fierro. Vitale a sua volta
tradusse numerose opere letterarie dal francese e dall'italiano,
composte da autori quali: Simone de Beauvoir, Benjamin Péret, Gaston Bachelard, Jacques Lafaye, Jules Supervielle, Jean Lacouture, Mario Praz e Luigi Pirandello.
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