giovedì 28 novembre 2019

Laura Battista


 

(Potenza, 23 novembre 1845Tricarico, 9 agosto 1884)
è stata una poetessa italiana.
Figlia di Raffaele Battista da Agrigento e di Caterina Atella da Matera.
Il padre fu un insegnante di lettere e segretario perpetuo della Società Economica di Basilicata e consigliere provinciale di Matera. Raffaele insegnò Latino e Greco presso il Real Collegio di Basilicata a Potenza dal quale fu espulso a causa del suo orientamento Liberale, poiché l'istituto fu affidato alla direzione dei Gesuiti. Egli poté riprendere a insegnare solo dopo l’Unità d’Italia e, quindi, dopo la scomparsa del regime borbonico. Nel 1871, in seguito al trasferimento della famiglia a Matera dovuto dalle persecuzioni di cui fu oggetto il padre in ragione delle sue posizioni politiche, divenne consigliere provinciale della Basilicata. Autore di studi e inchieste sullo stato dell'economia agraria della provincia, era un fine latinista e autore di traduzioni e fu il primo e, per molto tempo, l'unico maestro di Laura.Sua madre, Caterina, che era una donna colta e dai forti sentimenti liberali, morì nel 1859, quando lei aveva tredici anni. La madre poté svolgere perlopiù una funzione puramente affettiva, la cui privazione ispirò Laura nel dedicarle la lirica All'usignuolo. Laura aveva anche due fratelli, Camillo e Margherita, i quali studiarono latino, greco e letteratura italiana indirizzati dal padre. Con la scomparsa della madre, il padre investì le sue frustrazioni e ambizioni sulle qualità intellettuali di Laura, arrivando a pensare alla figlia solo in termini culturali ed intellettuali. L'ingombrante autorità del padre, tuttavia, la costrinse a trascorrere l'infanzia sui libri, lontana da ogni tipo di distrazione. Quest'inusuale e rigida educazione la portò ad un profondo isolamento. In nome della solitudine con la quale conviveva, Laura iniziò a rifugiarsi nella poesia. Infatti Laura, già da giovanissima, sapeva comporre complesse liriche. A quindici anni pubblica nell'antologia di autori lucani "Fior di Ginestra", stampata nel 1860 a Potenza, la sua poesia dedicata alla madre, intitolata "All'usignuolo".Tuttavia le sue spiccate doti poetiche non poterono essere espresse come ella desiderava perché la povertà socio-culturale della Basilicata e la sua stessa solitudine erano per lei un impedimento intellettuale. Ed è proprio in nome della sua esigenza ad esprimersi, in un paese che non lo permetteva, che ella divenne sensibile ai problemi politici, sociali e storici del tempo. Non rimase chiusa entro le personali problematiche esistenziali e letterarie, anzi, le problematiche di grande attualità ingombrarono per sempre il suo giovane animo. Dopo l'unità d'Italia e la liberazione dal dominio borbonico, nel 1861 Laura non aveva più necessità di nascondere la sua passione politica-nazionale e i suoi ideali patriottici e liberali. Laura scrisse molte poesie dedicate direttamente o indirizzate a Garibaldi,vero eroe di Laura Battista e del Popolo Italiano.Non ancora maggiorenne, Laura fu in grado di studiare da autodidatta grazie alla sua inclinazione a conoscere, che la spinse, insieme al suo innato interesse per l’attualità, a studiare diverse lingue straniere come l’Inglese, il Francese e il Tedesco. Così comincio anche a tradurre opere di Thomas Moore, Johann Wolfgang von Goethe, John Milton, George Gordon Byron e Maria Wagner. Tutti autori che a differenza sua non erano condannati a vivere incompresi in un luogo isolato. Ad un certo momento, le fu imposto di rallentare con gli studi per non compromettere ulteriormente la propria salute. Tuttavia, questa sua incessante necessità di apprendere la spinse, nel 1874, a prendere in considerazione il ramo dell’insegnamento. È così che nello stesso anno venne nominata maestra del Convitto Magistrale di Potenza. Vi rimase per pochi mesi, essendo stata costretta il 22 marzo 1875 a lasciare presto l'incarico, sia per ragioni di salute, sia perché nel 1870 aveva sposato il conte Luigi Lizzadri, appartenente ad una delle più antiche famiglie di Tricarico, figlio di Francesco Maria e Rosalba De Deo, originaria di Minervino Murge, e discendente del giovane martire dei moti napoletani del 1794, Emmanuele De Deo. Vivere a Tricarico la condannò ad una maggiore condizione di isolamento, nonostante il paese fosse tra i più grossi centri della regione dopo Potenza e Matera. Luigi Lizzardi non fu né un marito affettuoso e attento, né un buon padre ed era descritto da chi lo conobbe come ozioso signorotto dedito al gioco e alle donne. Non trovò amore, dunque Laura, nel suo matrimonio combinato, come testimoniano le non poche liriche scritte tra il 1759 e 1873 dedicate alla sua famiglia e a quella dei Lizzadri. Laura era sofferente nel fisico e nobile nei sentimenti e non riuscì a vivere tranquillamente la sua vita coniugale scossa dalle precarie condizioni economiche e dalla perdita di quattro dei suoi cinque figli. Soltanto il figlio Francesco Nicola Arnaldo sopravvisse, invece le altre quattro figlie femmine Rosalba, Raffaella, Margherita ed Ermenegilda morirono l’una dopo l’altra caricandola di altro dolore. Infatti molte furono le poesie scritte in memoria delle sue figlie. La morte delle quattro figlie rappresenta un decadimento psichico e fisico nella vita di Laura, consolata solo dal figlioletto e dalla poesia. Trascorse anni infelici, attendendo una gloria irraggiungibile, fino a quando non decise di dedicarsi nuovamente all'insegnamento. Nel 1879,Laura pubblicò la sua raccolta di 81 liriche,‘Canti’, presso la Tipografia Conti di Matera, dedicandola ai figli perduti. La lontananza da casa e il lavoro per lei impegnativo, accrebbero la sua spossatezza e non migliorarono le sue condizioni di salute. Ammalatasi, dovette ritirarsi dall'insegnamento e tornare rapidamente a Tricarico, dove si spense, qualche mese dopo, il 9 agosto 1884 nel palazzo di famiglia a trentotto anni. La sua tomba andò distrutta negli anni ottanta del Novecento.

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