nome d'arte di Achille Scognamillo
(Napoli, 25 novembre 1922 – Roma, 18 ottobre 2006),
è stato un attore italiano.
Formatosi nella scuola partenopea, debuttò in teatro nel 1945, con la Compagnia De Sica-Gioi-Stoppa-Cortese in Catene, rivelandosi nello stesso anno come protagonista maschile di Frenesia, accanto alla sua insegnante, Wanda Capodaglio. Dopo aver lavorato con la Pagnani-Ninchi, la Compagnia dell'IDI, la Ricci-Magnani, fu scritturato da Luchino Visconti per una piccola parte in Delitto e castigo e rimase a fianco del regista per due anni come assistente.Nel 1947-48 guadagnò il primo grande successo con N.N. di Leopoldo Trieste. Successivamente fu diretto da Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo (che scrisse per lui nel 1957 De Pretore Vincenzo) e Vittorio De Sica. Attore sicuro, dal temperamento versatile, non ebbe grandi soddisfazioni dal cinema (a parte Carosello napoletano, 1953), ma fornì notevoli interpretazioni per la televisione degli esordi, che lo vide impegnato nella prosa, in caratterizzazioni che andarono dal seduttore al "cattivo". Tra le sue più importanti interpretazioni si possono ricordare Questa mia donna (1958), L'esca (1958), Il borghese gentiluomo (1959).Recitò inoltre nelle riduzioni per il piccolo schermo de L'Alfiere (1956), Il sogno dello zio (1956), I miserabili (1964), Il Conte di Montecristo (1966) e Il marchese di Roccaverdina (1972), che resta la sua migliore prova televisiva.La sua concezione teatrale subì una svolta grazie alla radio che lo portò alla scoperta della poesia: vincitore nel 1965 di una gara di attori per il miglior lettore di un brano di Dante, incise 28 canti della Divina Commedia.Fu l'inizio di un'attività radiofonica intensa, costellata da 300 trasmissioni dedicate alla poesia (Poesia nel mondo, 1969), cui si aggiunsero quelle di radioteatro (da L'ereditiera di Ruth Goetz e Augustus Goetz, con Renzo Ricci ed Eva Magni, 1951, a Il mattatoio di Pressburger, 1967) e varie rubriche (Voi ed io, 1971).Tra i suoi lavori teatrali si ricorda Io, Raffaele Viviani, scritto con Antonio Ghirelli, spettacolo di cui lo stesso Millo curerà la regia e ne sarà interprete insieme, alla moglie, Marina Pagano. Lo spettacolo andò per la prima volta in scena nel 1970, ripreso molte volte nel 1979 sarà al Metropolitan di New York.
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