Mettersi al margine
assistere un pane
cantare un inno
svilirsi invano
annullare volontà
confermare cataclismi
accompagnare la solitudine
non negarsi alle chimere
ristagnare nella sbornia
andare dal piccolo al vasto
dall’opaco alla scintilla
dall’incombenza al sogno libero
offrirsi alla sobrietà del giorno
senza morire un’ora dietro l’altra
tornare a cominciare ogni notte
volare dal distinto all’identico
ammirare belvederi e cantine
infliggersi, affligersi, preoccuparsi
essere alla ricerca dell’anima differita
preparare un miracolo nell’ombra
e chiamare vita quello che sa di morte.
Ida Vitale
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