Rosina è stata, al pari di Carina Massone Negrone, una pioniera del volo femminile italiano. Figlia
di una agiata famiglia borghese coltivava la passione per lo sport e la
montagna, si fece notare per la volontà di ottenere gli stessi
privilegi maschili come il poter guidare un'automobile o inseguire il
sogno di pilotare un aeroplano. Iscritta alla scuola di volo ottenne il brevetto di pilota di aerei numero 203, prima in Italia, il 3 gennaio 1913 a Vizzola Ticino.
Una volta conseguito partecipa a diverse manifestazioni e voli
dimostrativi, accrescendo la sua fama a livello nazionale. Tra le sue
imprese si ricorda la pioggia di garofani rossi fatta cadere sulla folla
al Meeting Aviatorio di Napoli, la sua partecipazione del 1913 alla prima edizione del Circuito dei Laghi Italiani. Insieme a Achille Landini, altro pioniere dell'aviazione italiana, si esibisce in occasione della manifestazione per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, atterrando, immersa nella nebbia, nel campo di mais preparato per l'evento nei pressi di Busseto. Venne invitata a partecipare ad alcuni voli promozionali turistici in America Latina ai quali dovette rinunciare per l'approssimarsi della Prima Guerra Mondiale. Certa
di poter essere utile, si rende disponibile per poter pilotare velivoli
atti al soccorso dei militari feriti per conto della Croce Rossa
ma in base ad un decreto del Ministero della Guerra venne sospeso tutto
il traffico aereo civile, specificando che alla guida degli aeromobili
erano ammessi solo piloti militari. La Ferrario cercò di ottenere il
permesso di essere integrata nel corpo aeronautico ma le venne negato da
una lettera di risposta dello stesso Ministero perché, spiegava, "non è previsto l'arruolamento di signorine nel Regio Esercito". Nel
periodo successivo al termine del primo conflitto mondiale, pur
partecipando agli incontri dei Pionieri dell'Aeronautica, non si
approcciò più al volo in quanto non riconosceva nei velivoli di nuova
concezione quella aura di romanticismo che l'aveva spinta a conseguire
il brevetto. Si sposa con Enrico Grugnola
imprenditore conosciuto in una delle sue amate escursioni in montagna, e
con lui apre uno storico albergo milanese, l'Hotel Italia ubicato in
piazzale Fiume. Da quel momento si dedica solamente alla famiglia, con
l'unico legame al mondo aeronautico deputato ai ritrovi dei soci dei
Pionieri. Si spegne nel 1959, e le sue spoglie riposano nel cimitero di Sesto San Giovanni, dove il distintivo dei Pionieri a lei caro fa da unica decorazione sulla sua tomba.
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