nome di battaglia "Franca"
è stata una partigiana, casalinga italiana,
Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria).
Livia acque da famiglia di poveri braccianti. All´età
di 18 anni sposandosi si trasferì a Revere in provincia di Mantova. Il
marito fu chiamato alle armi e spedito al fronte durante la II guerra mondiale, cadde prigioniero degli Alleati. Nel 1941, rimasta sola con un figlio di un anno, andò ad abitare presso i genitori nel Vercellese. Trovò
lavoro a Torino dove venne colta dall´armistizio. Con i compagni di
lavoro combattivi e antifascisti a metà settembre costituì uno dei primi
gruppi di lotta partigiana della Valsolda (Cuneo) assumendo il nome di
battaglia di «Franca» divenendo la staffetta della brigata partigiana
«Ugo Ricci» operante nella zona del Lario. Il
21 gennaio 1945, dopo un aspro combattimento, rifugiatasi con altri
compagni di lotta in una casa di Cima di Porlezza fu con essi costretta
alla resa. I catturati vennero subito schierati contro il muro di cinta
del cimitero locale e fucilati. La partigiana «Franca» rifiutò la
salvezza che le veniva offerta in quanto donna e si unì al gruppo dei
condannati nel supremo sacrificio della vita. Alla sua memoria le venne
concessa la medaglia d´oro al valor militare con questa motivazione:
«Nel
settembre 1943, accorreva con animo ardente nelle file dei partigiani,
trasfondendo nei compagni di lotta il fuoco della sua fede purissima per
la difesa del sacro suolo della Patria oppressa con tanto coraggio
resistette fino ad esaurimento delle munizioni. Insieme ai compagni
veniva catturata e sottoposta a interrogatori e sevizie, che non
piegarono la loro fede. Condannati alla fucilazione lei veniva graziata,
ma fieramente rifiutava per essere unita ai compagni anche nel supremo
sacrificio. Cadde sotto il piombo nemico unendo il suo olocausto alle
luminose tradizioni di patriottismo nei secoli fornite dalle donne
d´Italia. Cima Valsolda, settembre 1943 - gennaio 1945.»
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