lunedì 2 marzo 2020

Dante Maggio


 
Di tutti i componenti della famiglia di artisti napoletani, è quello con la maggiore attività professionale, in teatro, come nel cinema, anche se la sorella Pupella negli ultimi tempi probabilmente lo ha superato se non in quantità, certamente in qualità. Sin da ragazzo calca le tavole del palcoscenico, diventando uno dei nomi di punta della scena napoletana: è il più famoso dei fratelli Maggio. Apprezzato dal pubblico e talvolta anche dai critici, Dante Maggio crea figurine saporose con le sue battute autenticamente salaci e in virtù di una grintosa disinvoltura sulla scena. Di carattere ribelle e impulsivo, da giovane finisce in riformatorio e prima di accedere ad una certa notorietà si inventa un sacco di mestieri, da gelataio a strillone, da falegname ad attrezzista nella compagnia teatrale del padre, la Maggio-Coruzzolo-Ciaramella, nella quale poi debutta come attore pur interpretando brevi battute. Ma è proprio con il padre Mimì che si fa le ossa prima di passare con  da vero attore con Anna Fougez. Nella stagione 1937-38 è a Napoli e partecipa ad alcuni sketch con Dapporto , poi lavora a Roma durante il periodo bellico; quindi recita con il fratello Beniamino nell'immediato dopoguerra. L'avanspettacolo è il settore al quale Dante Maggio si sente più vicino e, forse a causa del suo carattere bizzarro e ribelle, perde moltissime occasioni per un vero salto di qualità con la Osiris, la Riccioli-Primavera, De Filippo. Nella stagione 1947-48 è in ditta con Vera Nandi in una rivista di un certo successo, poi è con la sorella Pupella e Vera Rol, con il fratello Beniamino nel 1949; cui fa seguito nel 1951 Napoli non è milionaria nella quale fa debuttare il piccolo mulatto Angelo, da lui adottato dopo la guerra. Il dopoguerra vede Dante Maggio debuttare nel cinema, dopo un infelice inizio nel 1940 con un film di scarsa distribuzione. Ed è proprio nel cinema che Dante si costruisce una onoratissima carriera anche se viene adoperato in ruoli di contorno o di carattere, spesso di una certa importanza, altre volte convenzionali. Sempre più assorbito dal cinema che gli offre ottime occasioni, Dante dirada le sue apparizioni in teatro non prima di aver riunito la famiglia artistica dei Maggio, tranne Pupella, per l'unica e sola volta nella rivista Venere con i baffi. Riesce anche a far scritturare il figlio adottivo Angelo Maggio (1949), che ottiene una tiepida accoglienza. Attivo anche in televisione, appare con il fratello Beniamino nella versione per il piccolo schermo di Rinaldo in campo per la regia di Garinei e Giovannini (1963) e, negli anni sessanta, secondo la moda del momento, appare in alcuni western all'italiana con lo pseudonimo Dan May. Fra le sue ultime interpretazioni l'originale televisivo Diagnosi nell'episodio Per un bambino diretto da Mario Caiano (1975).

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